Giovanni Gaias with Giuseppe Spanu – TOTB. Think Outside the Box/Gianluca Petrella|Pasquale Mirra – Correspondence (Tǔk Music/Ducale, 2021)

La Tǔk Music prosegue il suo intenso cammino discografico volto a valorizzare le idee e i progetti dei giovani talenti della scena jazz italiana, arricchendosi di una nuova sezione speciale la Tǔk Air, dedicata ai suoni elettronici, soul e funk e caratterizzate dalle iconiche copertine del grafico e illustratore Oscar Diodoro. Primo ed inaugurale titolo a vedere la luce è l’Ep “TOTB – Think Outside The Box” di Giovanni Gaias (batteria, drum machine, basso, Rhodes, tromba, piano, sintetizzatori e arrangiamenti) con Giuseppe Spanu (chitarra), duo messosi in luce durante la scorsa edizione di Time in Jazz con i loro travolgenti live act notturni all’interno della sezione Time After Time. Complice la lunga amicizia e l’idea condivisa di esplorare l’incontro tra jazz e chillout nelle intersezioni con la black music, la ambient e l’ethnobeat partendo dalle esperienze artistiche maturate negli anni, i due giovani e talentuosi strumentisti hanno cristallizzato nei cinque brani raccolti nel disco, tutti firmati da Gaias, un sound moderno e originale. ricco di chiaroscuri e dalle atmosfere notturne. L’ascolto si apre con la title-track in cui spicca la chitarra di Spanu con i gabbiani che fanno capolino nel finale ad esaltare il nostalgico lirismo che pervade il brano. La natura con i suoi suoni è protagonista della seguente “Stream Of Affects” che ci porta nei territori ambient con il brillante solo di chitarra di Spanu ad impreziosire il tutto. Se il vertice del disco arriva con la sperimentale “Leave (?)” con basso e synth sorreggere la intrigante architettura sonora, la successiva “Wake Up” ci conduce nei suoni underground e della disco, prima che arrivi “Floating Clouds” che vede la chitarra incorniciata da un soundscape notturno di grande intensità evocativa. Insomma “TOTB – Think Outside The Box” è un disco dal sound ricercato nel quale godere delle intersezioni tra la chitarra di Spanu e le alchimie sonore di Gaias. 
Il secondo album, pubblicato per la sezione Tǔk Air è “Corrispondence” di Gianluca Petrella (trombone, synth, Rhodes, batteria elettronica e programming) e Pasquale Mirra (vibrafono, marimba, balaphone, midi vibes e percussioni), due tra gli strumentisti di maggior talento della scena italiana ed internazionale che, ormai da oltre tre anni, condividono un interessante progetto in duo. Dopo una iniziale fase prevalentemente acustica, i due musicisti hanno cominciato a ricercare nuovi territori sonori da esplorare con l’utilizzo dell’elettronica e di strumenti come synth, rhodes, balaphone e midi vibes. Composto da nove brani firmati da Petrella e Mirra, il disco compendia il percorso compiuto e svela un caleidoscopio sonoro nel quale convergono suoni world, afrobeat, ethio-jazz e spiritual jazz, il tutto permeato da una peculiare cura ritmica. Complici di questa nuova avventura sono alcuni ospiti: Giulietta Passera (voce), Kalifa Kone (talking drums, n’goni e calabash), Blake Franchetto (basso elettrico), Danilo Mineo (congas, bongos, krakabs ed effetti), Simone Padovani (percussioni) e Primo Zanasi (drum beat). Come lascia intendere il titolo, l’album è tutto giocato sul dialogo, le affinità e, appunto, le corrispondenze sia sotto il profilo strumentale e musicale sia da quello prettamente culturale e spirituale. Tutto ciò si sostanzia in architetture sonore di grande suggestione costruite su contrasti e chiaroscuri che si incastrano armonicamente nella ricerca timbrica e melodica. Ad aprire il disco sono le atmosfere afro-jazz di “Everyday Magic” con l’elettronica a contornare il dialogo in crescendo tra il trombone di Petrella e il vibrafono di Mirra. Si prosegue con la meditativa title-track, il cui tema melodico è impreziosito dagli interventi di Franchetto al basso elettrico e Mineo alle percussioni, e l’ipnotica “Omo” dall’avvincente climax guidato dal trombone. Le sperimentazioni con l’elettronica di “Hidden Soul” ci regalano uno dei vertici compositivi del disco, mentre in “Night Shift”, nata dalla collaborazione con la vocalist Giulietta Passera, scopriamo le intersezioni tra le percussioni, il recitativo e il trombone di Petrella. Se intrigante è la costruzione di “Naja Naja” che si evolve in modo imprevedibile conducendoci nei territori di Sun Ra, la successiva “Correspon-dance” spicca per le aperture orchestrali guidate dal trombone e le poliritmie delle percussioni del maliano Kalifa Kone a giganteggiare. L’elegante e raffinata “The Mine” e “Ntanà” in cui ritroviamo Kone alle prese con le corde del n’goni, completano un disco da non perdere e da ascoltare con grande attenzione per cogliere lo spessore compositivo e musicale del duo.


Salvatore Esposito

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