Las Lloronas – Out of the blue (Muziekpublique, 2023)

Ascoltare Las Lloronas nel nuovo lavoro “Out of the blue”, pubblicato dopo tre anni dall’opera prima “Soaked”, le sue tre voci femminili intonare a cappella armonizzando in un impasto vocale delicato oppure accennare un ritmato spoken word, è un’esperienza raffinata. Il trio comprende Sura Solomon, Amber in ‘t Veld e Marieke Werner, di base a Bruxelles. Le tre musiciste, rispettivamente di origine statunitense, ibero-olandese e tedesca, usano la voce al pari di uno strumento musicale e suonano fisarmonica e ukulele (Solomon), chitarra (in’T Veld) e clarinetto (Werner) interpretando brani di loro composizione in inglese, francese, tedesco, spagnolo. Sul loro mondo creativo è stata anche realizzata la video-intervista della regista Maria Lorente Becerra in cui le tre musiciste raccontano sé stesse, come si sono conosciute ed hanno cominciato a suonare, del loro modo di stare insieme e di creare i testi e le musiche di Las LLoronas. Come l’album d’esordio, anche “Out of the blue” è stato realizzato grazie a un fortunato crowdfunding. Undici brani di composizione originale per quasi quarantacinque minuti di musica, mélange di sonorità diverse, folk o klezmer, in cui domina l’uso delle voci, a cappella o più spesso sottolineate da chitarra e ukulele, con la frequente presenza del clarinetto che armonizza in una simbiosi polifonica quasi come una quarta voce. Delicati, scarni ed incisivi arrangiamenti supportano i testi poetici che esprimono il senso di essere vivi attraversando stati d’animo variabili dalla gioia alla malinconia, dalla commozione alla rabbia. Così si comincia con “Belly blue”, per clarinetto, voci e ukulele e “Pequeña”, il cui testo in spagnolo si articola nelle tre voci a cappella, per proseguire con “Little poets” dal testo non sense, avvalendosi anche degli interventi di Mateusz Malcharek al contrabbasso e Francisco Leal Vázquez alla tromba. Il testo di “Naranjos”, invece, si riferisce al paesaggio che caratterizza il luogo di nascita di ognuno, alberi da frutto, suoni, storie, sonorità diverse che si racchiudono in un ricordo di Sura Solomon che lo cantava con la madre come preghiera ebraica per Yom Kippur, di augurio di abbondanza e speranza per il nuovo anno. “Lonely bird” con la sua spoken poetry affronta il tema dell’isolamento politico, del razzismo e del fascismo e sfocia in un caldo assolo al clarinetto. “Radikale Ruhe” cantata a cappella con testo in tedesco introduce la spoken poetry di “Rain and Sun” con ukulele, chitarra, coro e clarinetto. “Au revoir” accenna un testo sulla vita e la morte mentre “Run”, il singolo uscito a settembre anche in video, apre in spoken word: Canto quando sono triste/Canto quando sono arrabbiato/Canto per dimenticare e ricordare cosa è reale/per sentirmi vivo./Ballo quando non c'è scelta/Ballo quando non c'è voce/Ballo perché ho bisogno di sentire il mio/battito cardiaco/ e tu?/Ballo principalmente quando sono solo/ma a volte provo a ballare/con te/e poi i miei piedi escono/di controllo/e ho paura e quindi corro intervallata da cori e clarinetto. Nel penultimo brano “Tourbillon” si racconta l’erotismo come vortice di scintille e, per concludere, “El calentamiento” ci porta al finale tra presentazioni dei musicisti e ringraziamenti in un lento smorzarsi di note al piano, voci, rumori e clarinetto. Il lavoro è pubblicato da Muziekpublique, nata come organizzazione specializzata in folk e world music che promuove concerti principalmente in un locale di Matonge – il quartiere africano di Bruxelles –, che dal 2008 è anche etichetta discografica e supporta artisti professionisti che vivono in Belgio A detta delle stesse autrici “Out of the blue” è “un album più cinematografico del precedente”. Spiegano anche che “Il concetto di “Blue” è presente in molte antiche tradizioni, intendendo qualcosa che è sotto coperta, sott’acqua, nell’inconscio, così “Out of the blue” lo porta a galla, alla luce”. In un flusso senza censure viene data rappresentazione al mondo interiore delle emozioni e, con una ricerca originale e anticonformista, prende forma un flusso vitale. I brani di “Out of the blue” costituiscono la preziosa espressione di un mondo femminile intimo e al tempo stesso forte e potente.  


Carla Visca

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