Il ritiro dalle scene di un grande artista è sempre una perdita significativa, specialmente se il personaggio è amato da intere generazioni, come nel caso di Francesco Guccini. Il maestrone undici anni fa decise di abbandonare dischi e concerti, in un momento dove ogni suo evento era praticamente sold-out. Scelta sicuramente non facile, però intrisa della sua saggezza montanara e anche di una coerenza che lo ha sempre accompagnato. In questi anni sono usciti vari libri dedicati al vate di Pavana, scritti anche da firme prestigiose, però mai da "Colleghi cantautori" appartenenti a quella nicchia dorata della canzone d'autore italiana. A colmare questa lacuna ci ha pensato Rocco Rosignoli cantautore e musicista parmigiano con all'attivo vari dischi, spettacoli teatrali, raccolte di poesie, saggi cinematografici e musicali tra cui l'ottimo "L'arte di Leonard Cohen fra storia, musica ed ebraismo" uscito per Mimesis. Il nuovo libro intitolato "E l'eco si è smorzato appena" (frase presa in prestito da "Canzone di notte num 2" del 1976) inaugura la collana Cromatismi (di cui Rosignoli sarà direttore) per le edizioni Il Foglio. Oltre duecento pagine che analizzano Guccini sotto vari aspetti alquanto interessanti. Già nelle premesse Rosignoli ci fa capire che sta cercando di sfatare certi luoghi comuni come quelli del cantautore solamente impegnato, della musica in secondo piano e delle scarse doti canore. Poi si entra nel vivo con il capitolo dei linguaggi e quello più mastodontico legato ai temi e macrotemi che da sempre caratterizzano la sua poetica, sempre ricca di citazioni culturali, di rime non scontate, di genuino esistenzialismo. Ci sono riferimenti alle canzoni con le citazioni dei testi e riferimenti alla vita artistica e privata. Spassoso di aneddoti è il capitolo "Gli altri" dove vengono intervistati Juan Carlos Flaco Biondini (storico chitarrista), Gian Piero Alloisio (cantautore dell'Assemblea Musicale Teatrale con il quale ha scritto varie canzoni e cantato la sua "Venezia"), Beppe Dati (autore di "Cirano", "Don Chisciotte", "Cristoforo Colombo" e "Quel giorno d'aprile"), oltre ad un ricordo dell'indimenticabile Claudio Lolli, attraverso stralci di articoli. Ma Rosignoli non poteva lasciarsi scappare l'occasione di scrivere di quello che spesso manca, cioè l'analisi musicale di cinque brani ("L'atomica cinese", "Incontro", "Canzone quasi d'amore", "Bisanzio", "Canzone delle domande consuete") con un linguaggio tecnico competente ed efficace. La conclusione del libro è alquanto significativa, perché ci mostra tutto l'amore dell'autore per Guccini, un amore però obbiettivo, che deve lasciare spazio anche a qualche critica o a qualche perplessità, come dovrebbe fare un vero fan. A completare il volume c'è una prefazione di Alessio Lega, una postfazione di Francesco Brusco (anche lui autore dell'interessante "Guccini, frammenti di un discorso musicale"), discografia, filmografia, bibliografia, giornali e riviste. Ed è bello lasciarsi con il ricordo di quando Guccini suonò per gli anarchici di Parma e che a fine serata rifiutò il cachet dicendo: Teneteli per aiutare i compagni. Grazie Rocco per questo saggio necessario e illuminante, perché in fondo a quest'oggi c'è ancora la notte, in fondo alla notte c'è ancora, c'è ancora e il cuore è di simboli pieno.
Marco Sonaglia
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