Dagadana – Tobie (Agora Muzyka/Wydawca Dystributor, 2022)

Quartetto composto da Daga Gregorowicz (voce ed elettronica), Dana Vynnytska (voce e tastiere), Mikołaj Pospieszalski (voce, contrabbasso, basso elettrico e violino) e Bartosz Mikołaj Nazaruk (batteria e percussioni), Dagadana fondono la tradizione polacca ed ucraina con jazz ed elettronica con l’aggiunta di elementi di musica classica e pop, dando vita ad un originale quanto intrigante crossover. Dopo aver esordito nel 2010 con "Malenka" con il quale hanno vinto il premio "Fryderyk" come miglior album world music dell’anno, il percorso del gruppo è proseguito con “Dlaczego nie” nel 2011 e con l’omaggio alla poesia di Janusz Różewicz con “List do Ciebie” del 2014, seguito da “Meridian 68” del 2018 (recentemente ristampato in vinile) che raccoglie canti tradizionali dalle varie regioni della Polonia, dell’Ucraina e dei Lemko, e vede la partecipazione dei musicisti della Cina e della Mongolia. A distanza di quattro anni da quest’ultimo, li ritroviamo con “Tobie” album, frutto di un intenso lavoro di ricerca sul campo, condotto tra Ucraina e Polonia orientale, sui canti del Capodanno, noti in ucraino con il nome di szczedriwky, mentre sul confine polacco con il termine szczodrówki o szczodraczki. Si tratta di canti tradizionali densi di significati simbolici eseguiti per salutare l’arrivo del nuovo anno e densi di buoni parole augurali e buoni auspici e, per tale ragione, sono cantati in tutti quelle occasioni in cui si vuole portare un messaggio di benevolenza e festeggiare un nuovo inizio. Insomma, sono canti nati dall’esigenza di risvegliare nei cuori delle persone l’amore, l’allegria, la generosità e la condivisione che Dagadana ha declinato al futuro attualizzandone i testi con lo sguardo rivolto alla guerra che sta insanguinando l’Ucraina e che minaccia di
diffondersi nell’Europa dell’Est. Rispetto ai dischi precedenti, la ricerca sonora si è fatta ancora più ricca ed articolata con la musica tradizionale che diventa la base di partenza per una esplorazione sonora a tutto tondo che dalla polifonia approda al jazz per toccare l’improvvisazione, l’elettronica e la trance. Aperto dalle increspature elettroniche del breve frammento “Nowe Wrota (New Gate)” il disco entra subito nel vivo con le polifonie tradizionali del canto d’amore “Do Ciebie Kasieńko (To You Kathy)”, raccolta nell’area tra Leżajsk nella Podcarpazia e Biłgoraj nella provincia di Lublino, e qui innestato su una brillante trama ritmica jazz che nel finale si interseca con i synth. L’elettronica gioca un ruolo determinante in “Goi Ty Nasha Pani (Hey, Dear Lady)”, brano originale con la voce intensa e toccante di Dana Vynnytska a cui si aggiunge quella di Daga Gregorowicz in un entusiasmante crescendo ritmico. Il breve frammento di “Skoro Świt (At The Crack Of Dawn)” ci introduce alla sinuosa melodia “W Moim Ogródeczku (In My Yard)” cantata a due voci e a cui si aggiunge quella di Mikołaj Pospieszalski, mentre a seguire arriva il canto augurale per la famiglia “Shchedryi Vechir (Bountiful evening)” scritta dall’etnomusicologo e compositore ucraino Filaret Kolessa e qui proposta in una versione corale sostenuta da una ricercata struttura ritmica. 
Se “Hola Hola (Hey hey)”, appresa da Anna Chuda nella regione di Biskupizna, ci conduce nei territori del free jazz con la partecipazione di Mateusz Pospieszalski al sax baritono che giganteggia nella parte dialogica finale con pianoforte e batteria, la successiva “Hej Leluja” è una irresistibile cavalcata sonora che si dipana tra un primo segmento cantato a due voci, un interludio strumentale guidato dal violino e il finale corale. Il canto ucraino “Zazhurylasia (Green vine)”, cantato durante i matrimoni, la Pasqua e il Capodanno è forse il brano che riserva le sorprese più interessanti, intersecando le polifonie tradizionali con il jazz per poi deviare improvvisamente verso i ritmi della dance hall nel refrain. Le tessiture jazz di “Inaczej (Differently)” composta durante la pandemia ci conducono verso il finale con gli incroci sonori tra Polonia e Ucraina di “Na Zdrowie (Bless You)” e il tradizionale “Slaven Yes (Glorious glorious)” che chiude un disco pregevole per costruzione musicale e ricerca etnomusicologica. Ascoltati dal vivo lo scorso 16 giugno 2023 sul palco dei Giardini dell’Accademia Filarmonica Romana di Roma, abbiamo avuto la riprova di avere di fronte una formazione dalla originale visione musicale in grado di maneggiare con cura la musica tradizionale, ma nel contempo uscire dai gangli della musealizzazione per farne materia viva e in movimento. Sul palco, spicca la travolgente ed eclettica personalità artistica di Daga Gregorowicz e la voce di Dana Vynnytska, così come si apprezza a pieno tutto il talento di Mikołaj Pospieszalski e Mikołaj Nazaruk nell’aprire imprevedibili quanto gustosi spaccati improvvisativi. Una serata da ricordare, dunque, magari riascoltando ancora una volta “Tobie”. www.dagadana.pl


Salvatore Esposito

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