Artisti Vari – Playing for the Man at the Door: Field Recordings from the Collection of Mack McCormick 1958-1971 (Smithsonian Folkways, 2023)

Nel 2002, Michael Hall scriveva nel Texas Monthly: "McCormick chiama il suo archivio il Mostro, un termine che suscita affetto e paura. All'interno del Mostro ci sono segreti sull'origine del blues, sulla storia della musica texana e sulla vita di alcuni dei più grandi musicisti della storia americana. Molto dell'archivio si trova in un deposito a Houston, ancor di più in un luogo di proprietà di McCormick sulle montagne del Messico”. Vent’anni dopo, il Museum of American History dello Smithsonian ha annunciato di voler ospitare l'archivio McCormick: 590 bobine di registrazioni sonore, manoscritti inediti, fotografie, locandine, contratti e materiali vari. A distanza di un anno, Smithsonian Books ha pubblicato il monumentale lavoro di McCormick su Robert Johnson, quella “Biography of a Phantom. A Robert Johnson Blues Odyssey” che ha accompagnato il ricercatore dal 1972 alla sua morte, a ottantacinque anni, il 18 novembre 2015. John W. Troutman è riuscito a portare a compimento questa impresa editoriale e, sempre per lo Smithsonian, insieme a Jeff Place ha raccolto sessantasei brani registrati da McCormick in un cofanetto con tre album (e/o sei LP) arricchito da un libro di oltre centoventi pagine, equamente divise fra testi e foto. Un’occasione unica per una visione d’insieme di un territorio unico e per mettere a confronto interpretazioni diverse, come nel caso di “Tom Moore's Farm” che possiamo ascoltare eseguita da Lightnin' Hopkins, che per McCormick era l’incarnazione della fusione fra jazz e poesia, () e e e da Mance Lipscomb, a suo agio in una varietà di generi, uno degli artisti nel 1963 del primo Monterey Folk Festival. Nel 1949 McCormick era divenuto corrispondente dal Texas per Down Beat, sviluppando un interesse soprattutto per il blues: si appassionò alle vite dei musicisti blues poco conosciuti e, alla fine degli anni Cinquanta, registrò fra gli altri Robert Shaw, Mance Lipscomb e Lightnin' Hopkins favorendo il loro contatto con case discografiche e registi come Les Blank, in particolare con il film del 1968 “The Blues Accordin' to Lightnin' Hopkins”. Per limitarci al rapporto fra McCormick e Hopkins, nella biografia “Lightnin' Hopkins: His Life and Blues”, Alan Govenar scrive che Lightnin' Hopkins “incontrò per la prima volta Mack McCormick intorno al 1950 attraverso la madre di McCormick (…) Frederic Ramsey della Folkways suggerì a Charters di contattare McCormick a Houston e Asch a New York per registrare Lightnin'. (...) McCormick era interessato a conoscere Charters e lo invitò a stare a casa sua nel gennaio 1959. Insieme andarono alla ricerca di Lightnin'". Registrarono nell'appartamento del musicista e quando Charters lasciò Houston, McCormick continuò a registrare Hopkins, per un totale di 46 canzoni, in sei incontri tra il 16 febbraio e il 20 luglio 1959. Circa trenta brani confluirono in quattro album pubblicati a partire dal 1959: “Country Blues” e “Autobiography In Blues” (Tradition), “Blues from East Texas” (Heritage, insieme a brani di Joel Hopkins) e “The Rooster Crowed In England” (British 77). Aveva un profondo interesse per il blues nel “Greater Texas” che includeva comunità di Louisiana, Oklahoma e Arkansas e da questo bacino sono tratte le registrazioni incluse in “Playing for the Man at the Door”. Ogni canzone ha la capacità di creare un piccolo-grande mondo, letto attraverso la lente spessa dei sentimenti: la sintesi migliore di questa ricchissima collana di brani la offre il registro agrodolce di Joel Hopkins con “Good Times Here, Better Times Down the Road” suggerendo che ci stiamo divertendo, ma il meglio deve ancora venire. Per alcuni musicisti, come il batterista-rapper Bongo Joe Coleman questa potrebbe essere la loro prima registrazione, mentre altri brani aiutano a ricostruire la genealogia di alcuni generi: "St. James Infirmary" di Dudley Alexander e Washboard Band, cantata in inglese e francese, ci fa ascoltare musica creola precedente allo zydeco; "Quills", eseguita da Joe Patterson, rimanda a Henry "Ragtime Texas" Thomas, di Big Sandy, musicista attivo negli anni Venti che McCormick ha studiato a lungo.  Con John Avery Lomax Jr., McCormick partecipava alla Houston Folklore & Music Society, fondata nel 1951, ma, a differenza dei Lomax, legati alla Biblioteca del Congresso, McCormick era un battitore libero che si manteneva guidando taxi o lavorando per l'Ufficio del censimento degli Stati Uniti, con incarichi nella Quarta circoscrizione di Houston, una porta d’entrate per poter conoscere meglio i pianisti locali. Fra gli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta aveva lavorato a contratto per lo Smithsonian, veicolando da Sud musicisti per il festival musicale estivo dell'istituzione. Fra i 66 brani della nuova raccolta Folkways ci sono molti nomi poco conosciuti e altri familiari agli appassionati di blues. In qualche caso i brani seguono una preziosa introduzione narrativa, per esempio per "Tall Angel at the Bar" eseguita da Mance Lipscomb. Proprio Lipscomb fu il protagonista dell’LP Arhoolie F 1001, “Texas Sharecropper” pubblicato nel 1960 da Chris Strachwitz, morto il 5 maggio di quest’anno dopo aver ceduto nel 2016 il suo catalogo alla Smithsonian Folkways, comprese le registrazioni veicolate da McCormick negli anni Sessanta con Lightnin’ Hopkins, Mance Lipscomb e Clifton Chenier. Anche nel caso di "Natural Born Lover", nella versione di Lightnin' Hopkins e Long Gone Miles, l’introduzione narrativa è tutta da ascoltare. Il piano fa la sua parte con artisti come Robert Shaw e Edwin "Buster" Pickens, di cui spiccano “Shorty George” e “Groceries on My Shelf (Piggly Wiggly)”. Altra sonorità che promette di restare nella memoria, è quella dell’armonica di “Fox Chase” di Billy Bizor. Il caratteraccio di Mack McCormick ha lasciato vari dubbi riguardo ai modi in cui ha acquisito la sua documentazione e all’ossessività con cui l’ha custodita e spesso celata. Non ci sono dubbi, invece, sull’inestimabile valore di quel che ha documentato e che, per fortuna, a otto anni dalla sua morte viene ora condiviso. 


Alessio Surian 

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