Pádraig Mac Aodhgáin|Paddy Egan – Tobar Gan Trá (PMACA, 2022)

“Tobar Gan Trá” è l’album di esordio di Paddy Egan, nome nuovo e interessante nel panorama della musica tradizionale irlandese. L’album è composto da 15 tracce, dove la concertina è lo strumento centrale del progetto. Il titolo fornisce già l’indicazione dei contenuti proposti e dell’idea stessa che Egan ha della musica irlandese: “Tobar Gan Trá”, ovvero il pozzo che non si prosciuga, la musica che non si ferma mai. Questo movimento continuo è espresso attraverso la scelta dei brani che, di fatto, sono un viaggio. Un viaggio temporale, in quanto si va da brani appresi all’inizio della sua carriera, nella contea di Wicklow, dove è cresciuto, sotto la guida di Larry Kinsella, come “The hare in the corn/ I will if I can / My darling asleep”, a brani di nuova composizione, come “Waltz of Hope”, scritta da Eileen Healy durante la pandemia. Nel mezzo, motivi che rappresentano le tappe del percorso di Egan. Ancora un tributo a Larry Kinsella, punto di riferimento costante, nel set “I’m waiting for you /Finbar Dwyer’s /Molly on the Shore”, dove si omaggiano anche l’organettista, attivo nella zona di Cork, Finbar Dweyer ed Ed Reavy, arrangiatore dell’ultima tune. “Coen’s Reel / Grandpa Tommy’s Ceili Band” è invece un set usato da Egan durante le sue partecipazioni giovani alle competizioni musicali – molto importanti nel panorama della musica tradizionale irlandese – come ad esempio l’All Ireland Fleadh Cheoil. E così via, si prosegue con omaggi ai grandi Maurice Lennon (“Master Shanleys / The Stack of Wheat”), Mary Bergin (“The humours of Ballyconnell / The dance of the honeybees”) e Tommy Peoples (“The Iron Man (Scott Skinner / Keeper Hill”), fino a quella che personalmente ritengo la gemma dell’intero album, vale a dire la slow air “An Buachaillin Bàn” (The Fair Haired Boy), magistralmente eseguita seguendo la lezione di Tony Mac Mahon e Joe Ryan. Ma Egan, oltre ad essere un brillante musicista, è un attento studioso. Accanto alla citazione di “classici” collezionisti come il capitano Francis O’Neill (“Caherciveen”), l’esperienza di ricerca di Egan rimanda al suo lavoro presso la Library of Congress in Washington o a riferimenti con l’Irish Folklore Commission. E questo aspetto esemplifica anche il viaggio geografico compiuto da Egan nel corso degli anni: da Galway, a Cork, a Limerick, a Dublino, Londra, Washington e San Francisco. Va aggiunto che accanto alle composizioni eseguite per solo concertina (in pratica le prime sette), il lavoro vede la presenza di numerosi ospiti di grande qualità: da Rory Healy (violino) a Caroline Keane (concertina) e Matt Griffin (chitarra), da Macdara Ó Faoláin (bouzouki) a Conor O’Sullivan (chitarra), da Lisa O’Sullivan (violino) a Nicola Ui Aodhgàin (uilleann pipes) fino alla vera e propria leggenda Johnny “Ringo” MacDonagh (bodhrán), membro fondatore dei De Danann. Egan dichiara apertamente che una sua ispirazione, accanto al citato Larry Kinsella, è Luke Kelly, violinista della contea di Okram, ma i suoi riferimenti come detto sono molteplici. Lo stile espresso sembra in prima istanza rimanere nei binari tradizionali, con una predilezione a non caricare eccessivamente i brani di ornamenti, accordi o altri accorgimenti virtuosistici. Ovviamente è una scelta stilistica, che viene tralasciata in alcuni brani, dove la complessità tecnica e la padronanza di Egan si esprime compiutamente, come nel caso delle due bonus track, disponibili se si è scaricata l’intera versione digitale dell’album (“Luke Kelly’s Reel/Tory Island /Hold the Reins” e “The Fluttering Waltz”). Qui, il lavoro di ricerca e la sensibilità musicale di Egan trovano spazio nella riproposta di linee musicali riconducibili a William Mullaly, il primo suonatore di concertina ad essere registrato negli anni Venti del secolo scorso. Il risultato è un album gradevolissimo, che, come spesso accade anche nella musica tradizionale irlandese, regala sorprese ad ogni ascolto. tobargantra.bandcamp.com/album/tobar-gan-tr


Augusto Ferraiuolo

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