Young’uns – Tiny notes (Hudson Records, 2023)

“Tiny notes”, il nuovo album del trio inglese Young’uns: Sean Cooney, Michael Hughes e David Eagle, ed è la dimostrazione che la musica folk, anche mantenendo un forte legame con le forme musicali tradizionali, può evolversi nei testi e nei temi trattati, narrando storie e vicende del nostro tempo. Le tredici canzoni sono infatti dei racconti del contemporaneo, che colpiscono l’ascoltatore, lo fanno riflettere, lo incuriosiscono fino a stimolarlo ad approfondire e ripercorrere avvenimenti che hanno riguardato intere comunità, rivissuti attraverso le vicende personali di uomini e donne, ragazze e ragazzi. A volte si tratta di storie tragiche, ma in tutti i brani si avvertono la forza di superare i momenti difficili e i traumi vissuti, la volontà di ricominciare o continuare nel proprio impegno a favore degli altri, il desiderio di mettere le proprie esperienze a disposizione di tutti, per aiutarci a migliorare le cose intorno a noi. L’album si apre con “Jack Merrit’s boots”, una canzone in crescendo in memoria di Jack Merrit, ucciso nel 2019 in un attentato terroristico mentre era impegnato in un progetto di riabilitazione di detenuti. La title track è una delicata canzone d’amore su un sottofondo di pianoforte ed archi, che ricorda come l’idea di Paige Hunter di appendere sulle travi del ponte di Warmouth messaggi per invitare alla riflessione gli aspiranti suicidi, poi diffusasi in tutto il mondo, abbia salvato molte vite. La marcia che Andy Aivey, Mike Palmer e Tim Owen hanno intrapreso da tre diversi punti dell’Inghilterra per raccogliere firme e promuovere un programma di prevenzione dei suicidi (di cui sono state vittime le rispettive figlie) è narrata nella canzone a cappella “Three dads walking”. “Richard Moore” è una ballata sul perdono e sulla rinascita: Richard aveva 10 anni quando nella turbolenta Derry del 1972 perse la vista a causa di un proiettile di gomma. Con l’aiuto della famiglia e della sua comunità ha però superato il trauma, fondato un ente benefico di assistenza per l’infanzia, e nel 2007 ha ritrovato e perdonato il soldato che lo ferì. Un episodio di solidarietà, in cui una catena umana di 80 persone ha salvato 9 persone travolte da una marea, è raccontato dallo shanty “Hand over hand”. “Lyra” è dedicata a Lyra McKee, giornalista investigativa uccisa a Derry nel 2019 nel corso di una rivolta, ed è una ballata i cui primi versi sono ripresi dalla tradizionale “Croppy boy”. Il canto a cappella “Trespassers” parla del Right to roam, movimento che in Gran Bretagna rivendica il diritto di accesso alle aree naturali e il cui antesignano fu un caso di disobbedienza civile collettiva, che nel 1932 permise l’istituzione dei primi parchi naturali del Regno Unito. Una canzone d’amore è “Tim Burman”, dedicata a una delle vittime dell’ordigno esploso pochi giorni prima del Natale 1988 su un aereo che sorvolava Lockerbie, in Scozia. Protagonista di “The surgeon” è David Neatt, un chirurgo che da trent’anni dedica parte del suo tempo come volontario nelle zone di guerra. Ultima canzone del disco è “Juventa”, il nome della nave di proprietà della ONG tedesca Jugend Retter, che dopo avere salvato nel Mediterraneo oltre 14.000 persone, dal 2017 è sotto sequestro nel porto di Trapani, ed il cui equipaggio rischia fino a 20 anni di carcere. Completano il disco, inframmezzandosi agli altri brani, le canzoni d’amore “Roseberry moon”, “Book”, “Bird” e “Mountain”, queste ultime definite delle “tiny notes”, e rispettivamente eseguite da Anne Lamb, Lucy Farrell e Karine Polwart. Su un impianto vocale molto tradizionale il trio di Stockton-on-Tees interpreta gli empatici testi di Sean Cooney con maestria, fondendo profondità e leggerezza, cosicché “Tiny notes”, a dispetto di alcuni dei temi e delle storie in esso raccontate, suona ricco di speranza, venato di una visione positiva, di amicizia, gioia e fraternità. https://hudsonrecords.co.uk/product/--tiny-notes

 

Marco G. La Viola

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