Ferus Mustafov (1950-2023)

Il re macedone del sassofono, King Ferus Mustafov aveva un cuore grande che, però, negli ultimi anni, faceva i capricci. Lo scorso 26 aprile era stato colpito da un ictus che lo aveva costretto al ricovero nell'Ospedale Comunale Generale "8 Septemvri" di Skopje. I familiari hanno raccontato che all'inizio stava bene, ma poi le sue condizioni erano peggiorate ed i medici avevano preferito indurre la condizione di coma; ma neppure così era stato possibile curarlo: è morto il 21 maggio. Ne ha dato conferma il giorno dopo la moglie Jelena Mustafova, che ha dichiarato al "Macedonian Media Service": "È morto ieri sera e la brutta notizia ci è stata comunicata questa mattina. Abbiamo il cuore spezzato, speravamo tutti che si riprendesse e tornasse da noi. Ma purtroppo ci ha lasciati. Qualche giorno fa ci avevano detto che stava un po' meglio, quindi speravamo che tutto andasse bene", ha dichiarato la moglie di Mustafov a "Macedonian Media Service". Molte volte aveva ripetuto che, quando sarà arrivato il giorno del giudizio, voleva essere sepolto a Shtip: è il suo ultimo desiderio e noi lo esaudiremo”. 
A Shtip, Ferus Mustafov era nato il 20 dicembre 1950 in una famiglia rom di musicisti, figlio del famoso Ilmi Jasharov. Quando ebbi modo di intervistarlo negli anni Novanta, ci teneva sempre a ricordare come fosse stato proprio il padre ad introdurre il sassofono nei gruppi che suonano ai matrimoni. Di sé stesso diceva: “E’ normale che nelle famiglie rom l’arte musicale si tramandi di padre in figlio e anche mio figlio Ilmi suona il sax, soprattutto ai matrimoni. Io ho studiato per quattro anni alle scuole pubbliche, ma suonare nei gruppi è sempre stata la maniera migliore per imparare veramente il mestiere. Quando sei giovane vieni pagato poco, ma il direttore del gruppo si impegna a darti lezioni e a farti crescere come musicista. Anch’io faccio così con i miei musicisti”. 


La sua carriera professionale è iniziata all'età di diciassette anni quando fu invitato a partecipare alla tournée del gruppo guidato da Toma Chrchev. Dopo un anno di servizio militare in cui si fece conoscere suonando ai balli serali, si trasferì a Sarajevo ed ebbe un ruolo di primo piano nell'esplosione di popolarità della musica folk di quel periodo, a cominciare dalla collaborazione con il virtuoso della fisarmonica Jovica Petrovic: “Sarajevo è sempre stata un centro culturale molto vivo e io ci sono rimasto cinque anni, suonando con diversi gruppi. Ma le mie registrazioni sono avvenute quasi tutte a Skopje, spesso incidendo musica turca, soprattutto per produzioni ufficiali dell’ex Jugoslavia”.


“Ho perso il conto, ma dovrebbero essere sei album, a cominciare dal 1971, e diciassette singoli, fra cui “Olimpijski Cocek” per le Olimpiadi del 1984 che è sempre rimasta nel mio repertorio, oltre a decine, forse centinaia, di cassette”. 


E’ stato poi chiamato a dirigere la programmazione musicale in lingua romaní per la Radio e la Televisione di Skopje e ha raggiunto fama internazionale grazie agli album pubblicati con etichette “world”, a cominciare da “Strictly Worldwide EFWMF Compilation x3” (Piranha, 1994) e Globestyle (1995): “Quando suonava con i 3 Mustaphas 3, il musicista e produttore inglese Ben Mandelson (aka Hijaz Mustapha) aveva già un mio brano nel suo repertorio e in occasione del festival berlinese Heimatklange organizzò la sessione di registrazione per la Globestyle da cui nacque “King Mustafov”. Di qualche anno dopo è “Ferus Mustafov 4 (live): The Heat of Balkan Gypsy Soul” (Tropical Music, 2002)


Il regno si è poi esteso a uno dei migliori studi di Skopje, a un hotel, alle collaborazioni con l'etichetta di Skopje Mister Company (si veda: Ferus The King: Dance & Bellydance Collection (3 CD Box, Mister Company, 2008), con il re greco del clarinetto Vasilis Saleas e con i nuovi astri, da Damir Imeri all’ Orkestar Dzambo Agushevi Brass Band.


Alessio Surian

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