Grama Tera – Grama Tera (La Contorsionista/Sciopero Records, 2022)

Conclusa l’esperienza artistica con i Gospel Book Revisited, il polistrumentista Umberto Poli (dobro, chitarra elettrica, E-bow, effetti) parallelamente all’attività con Lastanzadigreta, ha dato vita insieme al cantautore valsusino Ricky Avataneo (voce, chitarra classica, armonica), noto per essere il fondatore dei Polveriera Nobel, al progetto Grama Tera con l’obiettivo di rileggere la tradizione musicale piemontese, partendo dall’esigenza di riportare alla luce le storie legate al mondo contadino, storie impastate nella terra e nel sudore in cui si racconta di fatica, lavoro e sfruttamento, di eventi climatici avversi, ma anche di fatti sangue segnati da crimini e violenze perpetrati da briganti o tra le mura domestiche. All’iniziale lavoro di ricerca e rielaborazione dei materiali tradizionali è seguito quello su composizioni originali per giungere nell’autunno del 2020 quando hanno cominciato a gettare le basi per il disco di debutto omonimo, registrato successivamente, tra febbraio ed agosto 2021, presso l’Attimo Recording Studio di Cafasse (To) con la produzione di Umberto Poli e Dario Mecca Aleina. Ha preso vita, così, l’opera prima dei Grama Tera, un concept album che raccoglie dodici brani equamente divisi tra riletture di tradizionali e composizioni originali firmate da Ricky Avanteo. Dal punto di vista musicale, l’album si caratterizza per la brillante ricerca sonora che li vede incrociare la tradizione piemontese con la roots music, il folk, il blues e il rock, con le radici ben piantate nel Monferrato e nella Valsusa ma lo sguardo rivolto agli States. Ad impreziosire il tutto arrangiamenti diretti ed essenziali che riportano alla memoria i dischi di Ry Cooder, Nick Cave e le American Recordings di Johnny Cash. In questo senso, determinanti nella definizione del suono è anche il contributo degli ospiti: Simone Zoja (pianoforte), Blue Elia Bongiorno Campigotto (batteria, percussioni e strumenti di recupero), Luca Benedetto (tromba), Enrico D’Amico (sax), Rémy Boniface (violino, ghironda e organetto), Piercarlo Cardinali (piva), Giorgio Cavagnero (cucchiai) a cui si aggiungono l’indimenticata Betti Zambruno alla voce e Orlando Manfredi e Gigi Giancursi ai cori. Ad aprire il disco è la sofferta title-track, firmata da Avanteo, nella quale vengono raccontate le dure condizioni di lavoro dei contadini piemontesi spesso costretti a far fronte non solo alla povertà ma anche agli eventi atmosferici imprevisti. Da “Canti Popolari Piemontesi” di Costantino Nigra arriva, poi, il folk-rock di “Madre resuscitata” in cui spicca la voce di Betti Zambruno che duetta con Avanteo, mentre le chitarre guidano il granitico climax in cui si inserisce la piva di Cardinali e il violino di Boniface. Si prosegue con “Lunediana” una ballad dal taglio dylaniano firmata da Avanteo nella quale si canta della vita di un operaio che ha lasciato la campagna per lavare in fabbrica. Il vertice del disco arriva con la superba “Acquemorte 1893” altra ballata dal taglio narrativo che incrocia italiano, piemontese e francese nella quale spiccano i fiati e la slide e a cui è affidato il ricordo di otto lavoratori stagionali piemontesi uccisi nelle saline di Agues Mortes nel Languedoc-Roussillon. Se “La ballata di Schiamaricco” ci riporta alla memoria il dramma di tanti giovani mandati al fronte durante la Grande Guerra (“la bela gioventù sparìa ant un colp”), la muder ballad “Donna Lombarda” (Nigra 01) è riletta in una versione resa ancora più oscura dall’intreccio tra cigar box, chitarra elettrica e armonica. Il folk-blues “Ёl diav ant tra ij filar” ci introduce alla sequenza in cui ascoltiamo le magnifiche riletture dei tradizionali “Lunedì dei parrucchieri”, “L'aso 'd barba Giaco” e “Mia cara Emma” che fanno da preludio al finale con la toccante “La tempesta” cantata a quattro voci a cappella da Avanteo, Betti Zambruno, Gigi Giancursi e Orlando Manfredi e nella quale viene raccontata la storia di una grandinata intensa che distrugge il raccolto costringendo i contadini a trasformarsi in musicisti ambulanti per sostenere le loro famiglie. Insomma, l’album omonimo del progetto Grama Tera è una interessante scoperta, un lavoro dal taglio originale che esce dai sentieri comunemente battuti dalle riletture didascaliche a cui spesso ci ha abituato la musica trad in Italia. Il disco è stato pubblicato in sole duecentocinquanta copie in formato fisico e contenute all’interno di una confezione realizzata a mano, testi, video e credits sono raggiungibili con un Qr code


Salvatore Esposito

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