Arturo Stàlteri – Visione Dai Tarocchi (M.P. & Records/G.T. Music Distribution, 2022)

Terminata l’esperienza artistica con i Pierrot Lunaire, formazione tra le più innovative della scena prog-rock, Arturo Stàlteri diede alle stampa il suo primo album come solista nel 1979 con il fascinoso “André sulla Luna” che, partendo dalla passione mai sopita per la musica classica, lo vedeva indirizzare il suo percorso di ricerca verso altri territori sonori dalla musica elettronica al minimalismo. A quell’opera prima seguì un periodo molto intenso, segnato dal conseguimento del diploma al Conservatorio di L’Aquila, gli studi al fianco di Aldo Ciccolini e l’attività radiofonica, prima con Radio Vaticana e poi con la Radio RAI, con cui ancora collabora come voce di Primo Movimento su RadioTre, e quella concertistica in ambito classico. Parallelamente, proseguivano le sue esplorazioni musicali e nei primi anni Ottanta presero vita il suo secondo album “...e il pavone parlò alla luna”, pubblicato poi nel 1987 e “From Ajanta to Lhasa” rimasto negli archivi del fino al 2020, entrambi ispirati da un viaggio in India e caratterizzati da un approccio musicale non convenzionale e nei quali si colgono addentellati con lo sperimentalismo degli anni Settanta di Franco Battiato, ma anche echi di Terry Riley, Tangerine Dream e Emerson, Lake & Palmer. La curiosità verso ambiti artistici differenti condusse il pianista romano a dedicarsi alla composizione delle musiche per il balletto “Visione dai Tarocchi” della coreografa statunitense Barbara Schaefer che andò in scena tra il 28 e il 31 maggio 1985 al Teatro in Trastevere a Roma, ma anche quest’opera non trovò all’epoca un prosieguo discografico. A distanza di quasi quarant’anni, Arturo Stàlteri ha ripescato dai suoi archivi quelle composizioni, registrate all’epoca allo studio Citadel e mixate con Maurizio Campagnano, e grazie alla lungimiranza della M.P. & Records hanno visto finalmente la luce nel disco “Visione dai Tarocchi” con la masterizzazione curata da Mauro Mulas. Dividendosi tra pianoforte Kawai KG 2C, organo elettrico Farfisa Vip 233, sintetizzatore ARP Solus, Casio Keyboard SA 77, Waltsynth, rielaborazioni sonore e nastri, il pianista e compositore romano ci conduce attraverso i significati simbolici ed esoterici di otto carte degli Arcani Maggiori dei Tarocchi, carte da gioco non comuni che rappresentano la sintesi di un cammino iniziatico che, attraverso le immagini archetipiche ritratte su ognuna, porta l’uomo alla piena conoscenza della propria interiorità. Le composizioni di Stàlteri evocano tutto ciò con sorprendente efficacia, cogliendo la potenza intrinseca degli Arcani Maggiori nel condurre alla scoperta dei misteri della Natura e del Cosmo chi, ne riesce a penetrare il significato più profondo. Sotto il profilo musicale, si colgono non solo rimandi al prog e a certe sonorità dei Pierrot Lunaire, ma soprattutto aperture verso il minimalismo, la ambient e la musica classica contemporanea. Ad aprire il disco sono i rintocchi funerei di una campana che ci introduce a “La morte” caratterizzata da un arpeggio ciclico di tastiera quasi ossessivo nel quale si inserisce il synth nel finale rimandando al significato simbolico della carta come passaggio necessario verso la rinascita. Si prosegue con le atmosfere ambient della eterea “L’imperatrice” e la sorprendente “Il Bagatto” nel cui climax giocato tra synth che evocano sonorità medioevali e alchimie sonore imprevedibili si coglie il messaggio della carta che rimanda alla trasmutazione degli elementi, ma anche all’inganno. Ancor più curiosa è la lettura sonora di Stàlteri de “L’Appeso” con voci, fluttuazioni sonore e rumorismi che rimandano alla raffigurazione del giovane, rappresentato sulla carta, che accetta il supplizio della corda, una prova inevitabile per raggiungere l’elevazione spirituale. Se nella dolce trama melodica de “Gli Amanti” si coglie l’influenza delle “Gymnopédies” di Erik Satie e descrivono l’uomo preda del sentimento e delle passioni, la successiva “La Ruota” è un’altra incursione nella sperimentazione elettronica con tastiere e synth che delineano un moto ciclico a ricordarci come la vita sia fatta di alterne fortune. Completano il disco gli otto minuti di pura ambient music de “La Forza” con la sovrapposizione di pattern iterativi e quel gioiello che è “Il Mondo” una composizione dalla superba architettura sonora che riflette la compiutezza rappresentata dalla carta, il raggiungimento di un equilibrio che, però, è solo una parte del cammino iniziatico: la fine non è che l’inizio. Insomma, “Visione dai Tarocchi” è non solo un album visionario e denso di significati simbolici ed esoterici, ma anche una preziosa istantanea di una fase importante del percorso artistico di Arturo Stàlteri.  www.mprecords.it - www.gtmusic.it


Salvatore Esposito

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