Willos’ – From now on (Autoprodotto, 2022)

Nati nel 2001 a Siena con il nome Will o’ the Wisp (espressione irlandese che indica le luci che indicavano i luoghi in cui danzavano le fate) e l’obiettivo dichiarato di rileggere il repertorio di musiche della tradizione irlandese e scozzese, i Willos’ hanno cristallizzato, nel corso degli anni, una propria cifra stilistica originale che li ha condotti non solo a comporre brani inediti, ma anche ad approdare al debutto discografico nel 2003 con “Cion Caslach” a cui sono seguiti “Working Men” nel 2005 e “Dirt Tracks” nel 2010. Parallelamente molto intensa è stata la loro attività live in Italia e all’estero che gli ha fruttato la definizione di “formidabile band fra le migliori nell’Europa continentale”, così come non sono mancate alcune prestigiose collaborazioni con le violiniste Liz Carroll e Athena Tergis e il chitarrista John Doyle. Dopo una pausa di sei anni, il gruppo si è riformato nel 2018 con l’ingresso nella line-up della cantante canadese Fiona King ad affiancare la violinista irlandese Stephanie Martin, Lorenzo Del Grande (flauti irlandesi e traversi), Luca Mercurio (chitarra e bouzouki) e Giulio Putti (bodhràn). La svolta, però, è arrivata con l’incontro con il piper e polistrumentista Massimo Giuntini (cornamusa irlandese, bouzouki irlandese, flauti) con il quale a partire da settembre 2021 hanno cominciato a lavorare alla produzione di un nuovo album. È nato, così, “From now on” album che, sin dal titolo, segna un nuovo inizio per la formazione senese. Laddove, infatti, rispetto al passato l’approccio alla musica irlandese ha conservato intatto l’entusiasmo e l’energia dei loro live act, la vera rivoluzione copernicana si coglie nell’approccio stilistico e nello sperimentare nuove sonorità. Prodotto dallo stesso Giuntini e composto da undici brani, di cui dieci riletture di tradizionali e un inedito caratterizzati, il disco offre all’ascoltatore l’occasione di immergersi in un ideale viaggio sonoro spazio-tempo attraverso la tradizione musicale irlandese. A colpire è la cura riposta negli arrangiamenti che si svelano in tutta la loro forza evocativa e certamente in grado di misurarsi ad armi pari con le tante proposte musicali che ci arrivano costantemente dall’Isola Verde. In questo senso, centrale ci sembra non solo la voce intensa di Fiona King, ma anche il violino di Stephanie Martin e il fondamentale contributo di Giuntini che si destreggia tra cornamuse, bouzouki e fiati, ad affiancare l’asse melodico del gruppo che si regge sui flauti di Del Grande, le corde di Mercurio e il bodhràn di Putti. Ad aprire il disco è il crescendo di “The Fluing Bull” che incrocia la marcia “The Bull’s” che incrocia i reel “Dinney o' Brien's” e “Siobhan O'Donnell's” con il violino e le corde a guidare la melodia. Si prosegue con “Chickens On The Run” con la cornamusa di Giuntini e i flauti di Del Grande che ci invitano al ballo con lo strathspey scozzese “The Chicken's Gone to Scotland” a cui seguono i reel corali “The The Old Dudeen” e “Miss Ramsey”. Se il traditional americano “Wayfaring Stranger” ci regala una intense prova vocale della King per evolversi in climax con il reel “Twisted”, la successiva “Scatter The Mud” mescola lo slow air “Uirchill an Chreagain” con le gighe “Scatter The Mud”, “The Hag at the Spinning Wheel” e “The Cliffs of Moher” nelle quali spicca il perfetto incastro sonoro tra fiati, corde e violino. Il vertice del disco arriva con la ballata narrativa “Road To Rome” brano inedito ispirato nella melodia al tradizionale inglese “Pretty Polly” e il cui testo racconta di un gruppo di volontari irlandesi che combattevano in difesa del Papa e dello Stato della Chiesa contro l’invasione da parte del Regno d’Italia dei Savoia. La gustosa “Pipers Paradise” che intreccia i reel “The Maid of Mount Cisco”, “The Bucks of Oranmore” e “Cregg's pipes” ci introduce all’elegante rilettura dal repertorio della violinista Liz Carroll del valzer “The Ghost” che si conclude con le gighe “The Hatchlings” e “The Long Bow”. Se nella splendida ballata “P Stands for Paddy” apprezziamo ancora una volta le eccellenti doti vocali della King, la successiva “The Belford Set” ci invita di nuovo al ballo con con la slip jig “The Arragh Mountains” e i reel “The Hunter's Purse” e “Moll & Tiarna” (reels). Completano il disco la rilettura del tradizionale “Over The Hills and Far Away” nota anche nella versione dei Led Zeppelin su “House of Holy” del 1973 e l’irresistibile reel conclusivo “The Donegal Brew” (“The Donegal Jig”, “The Glen of Aherlow”, “The Green Mountain”). Insomma “From now on” è l’inizio di un nuovo cammino per i Willos’ e siamo certi che ci riserverà nuove e ancor più affascinanti sorprese. willos.bandcamp.com/album/from-now-on
 

Salvatore Esposito

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