Osso Sacro, Mulino Pacifico, Benevento, 28 dicembre 2022

Il silenzio del teatro al buio viene rotto da voci e rumori. Melodie e voci arcaiche si coniugano a suoni digitali contemporanei. Quando le luci si accendono, sul palco ci sono Vittorio Zollo, autore e performer di slam poetry, Carlo e Corrado Ciervo, il primo ai campionamenti e all’elettronica, il secondo alla voce, al violino e alla chitarra, Giuseppe Tomaciello alla batteria. Stasera i ragazzi di Osso Sacro presentano il loro primo lavoro discografico realizzato insieme, ospiti del teatro al Mulino Pacifico di Benevento, spazio gestito dalla Cooperativa Teatrale Solot. Le “Urla dal confine” sono le grida provenienti dai territori marginali dell’Appennino, le cosiddette zone interne che costituiscono l’osso del nostro Paese, aree ancora oggi oggetto di spopolamento e povertà. In questi paesi senza il mare, abbarbicati ad un territorio scivoloso per le frane, i conflitti vengono taciuti, prevale il non detto, aleggia il silenzio che le urla di Osso Sacro vogliono squarciare. Raccontare una storia di marginalità e miseria umana, questo è il loro intento: un prete violenta una ragazza e rimane al proprio posto in parrocchia, la gente mormora e sussurra, sa ma non parla di ciò che è accaduto. Protagonisti di una vicenda che si sarebbe potuta svolgere ovunque sono la ragazza Proserpina, il parroco Ade ed i genitori della ragazza che reagiscono ognuno a suo modo, attraverso la disperazione la madre Demetra (che canta sul tamburo), con il contrappasso il padre (infelice monarca). La rabbia e il disagio vengono incarnati sul palco del Mulino attraverso poesia e musica. In questo live intenso la parola è protagonista grazie a Vittorio Zollo, autore dei testi e performer di slam poetry, con la sua forza, la sua dirompenza, la scansione, la ritmica e la violenza quasi punk anche nell’uso di un dialetto esplicito, che non le manda a dire. La composizione dei testi richiama elementi tra sacro e profano: i canti processionali, le janare dello stretto di Barba, le sette Madonne campane. 
Il contesto sonoro è innanzitutto quello della musica di tradizione a cui si attinge attraverso il campionamento ma anche nella composizione di melodie mediterranee per i testi in forma di canzone. Il contesto è anche quello della musica elettronica, indie, del blues, del prog. Al pari della parola la musica è protagonista grazie a Corrado e Carlo Ciervo, figli d’arte che dall’arte paterna si sono voluti e saputi affrancare esprimendo un’originale maturità. Attraverso il tocco espressivo e mai invasivo del violino pizzicato o suonato con l’archetto e il suono metallico delle corde della chitarra di Corrado Ciervo, nonché attraverso l’apporto elettronico, dei campionamenti e degli arrangiamenti di Carlo Ciervo che fa anche da “regista” dei suoni, prende corpo una sonorizzazione che, fianco a fianco con la parola, la supporta e al tempo stesso vive di una propria autonomia. Nel corso della serata sono intervenuti ospiti che hanno arricchito la performance: l’attore Emilio Fallarino, il flautista Vittorio Coviello dell’Orchestra Filarmonica di Benevento, che contribuisce a due brani sottolineandone il carattere prog. C’è molto buio sul palco, e come potrebbe essere diversamente considerata la gravità della storia che si racconta, con tutte le complicità, i silenzi e le implicazioni messe a nudo dalla performance degli Osso sacro? La tensione è palpabile, tenuta alta dalle parole, dal ritmo e dai suoni sapientemente orchestrati tra crescendo esplosivi e momenti più cupi e riflessivi: il pubblico, nelle due serate (entrambe sold out), è rapito, irretito nelle pieghe della vicenda, partecipa emozionalmente alla performance coinvolto da Zollo ripetendo versi come in un mantra. Il finale della vicenda è volutamente lasciato aperto e per nulla consolatorio: non sappiamo se “il figlio dell’ira” vedrà la luce. Il live “Urla dal confine” è stato insignito, alla fine del 2021, con il premio intitolato ad Alberto Dubito che si propone di valorizzare e stimolare la produzione artistica giovanile nel campo della poesia ad alta voce (spoken word, poetry slam) e della poesia con musica (spoken music, rap). Apprezzabili il coraggio e la bravura dei giovani di Osso Sacro nel mettere sotto i riflettori questa storia fatta di assordanti silenzi. 

Carla Visca

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