Cristovão Bastos e Mauro Senise - Choro Negro. Cristovão Bastos e Mauro Senise tocam Paulinho da Viola (Biscoito Fino, 2022)

Il maestro brasiliano del cavaquinho Paulinho da Viola (Paulo Cesar Baptista de Faria), ha compiuto ottant’anni il 12 novembre 2022. Per celebrarlo, il pianista Cristovão Bastos e il flautista e sassofonista Mauro Senise gli hanno dedicato “Choro Negro”, dieci tracce condivise, in parte, con Jeff Lescowich al contrabbasso e Jurim Moreira alle percussioni, orodotte da Ana Luisa Marinho: registrate a maggio e pubblicate a ottobre 2022, Cristovão Bastos ha collaborato e scritto con Paulinho da Viola e va a nozze qui con Mauro Senise nella serie di album dedicati alla musica popolare brasiliana MPB nella quale ha già realizzato cinque dischi dedicati a Edu Lobo (Casa Forte), Dolores Duran e Sueli Costa (Lua Cheia), Noel Rosa (com Gilson Peranzzetta), Gilberto Gil (Amor até o fim) e Johnny Alf (Ilusão à toa). Si consolida così questo duo dopo le numerose partecipazioni e arrangiamenti di Cristovão Bastos agli album di Mauro Senise; partecipazioni ricambiate negli album di Bastos a sottolineare l’amicizia che lega i due musicisti. L'album si apre con la cantabilità serena, senza alcuna fretta, di “Um choro pro Waldir”: Cristovão, Bastos offre la base, in perfetta tensione fra armonie irrigate dal jazz e approdi ritmici che sembrano percorrere la geografia di Rio de Janeiro, con un occhio di riguardo per Portela, il quartiere di Paulinho da Viola, topos indispensabile della musica brasiliana. Il flauto traverso di Mauro Senise va a nozze con questa composizione a quattro mani di Bastos e Paulinho da Viola e da narratore esperto, individua i momenti chiave per evidenziare con l’intervallo o la pausa giusta la bellezza delle soluzioni melodiche, senza mai alzare la voce. È una qualità che mantiene anche quando passa al sax, già dal brano successivo “Nada de novo”, ancora in duo, a evocare interpretare con assoli complementari fra loro, versi molto conosciuti che raccontano la consapevolezza di un amore che finisce (Niente importa più/Sei andata via/Il mio samba senza una ragione/è terminato/Un sogno è stato smontato/Cose che ho detto/Devo abbandonare/I versi che avevo fatto/Niente di nuovo/capace di risvegliare/la mia allegria). Questo impeccabile equilibrio sa allargarsi con sapiente semplicità nei brani cui danno il loro magistrale contributo Jeff Lescowich e Jurim Moreira, facendo seguire, nella scaletta del disco, ai primi due brani in duo, due brani in quartetto, “Coração leviano” (Ferisci chi ha perso tutto/Ah cuore frivolo che non sa cosa ha fatto con il mio) e “Para um amor no Recife”, in cui l’espressività di Mauro Senise esplora i due diversi registri del flauto in sol e del sax alto. Il contrabbasso di Jeff Lescowich offre indovinati assoli perfettamente in sintonia con il registro intimo e romantico dell’album a metà di “Não Me Digas Não” e di “Sarau per Radamés”, un “samba chorado” che omaggia Radamés Gnattali, il compositore, arrangiatore e direttore nato a Porto Alegre che ha attraversato il Novecento brasiliano eccellendo tanto nella musica classica occidentale, quanto in quella popolare, cui anche Antônio Carlos Jobim aveva dedicato un brano, "Meu Amigo Radamés". “Outonal”, l’ultimo brano, è l’unico non composto da Paulinho da viola. A comporlo è Cristovão Bastos, che forse pensa alle otto decadi di Paulinho da viola: all’autunno rimandano le foglie che si staccano dai rami, testimoni della stagione in cui si insinua il freddo: disegnate nella copertina dell’album, accennate nell’assolo di Senise, viaggiano insieme, stringono amicizia, il sentimento più forte testimoniato da questo album, dall’arte del saper leggere ognuno a modo proprio i segni del tempo, a scandire le inevitabili trasformazioni (“Tudo Se Transformou”, con i suoi quasi dieci minuti mette bene in luce interplay e individualità), ma anche la capacità di ritrovarsi uniti, espressa negli impeccabili unisoni che punteggiano il disco. 


Alessio Surian

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