“Milton è il Brasile nei suoi meticciamenti. Porta con sé l’ancestralità più profonda, mescolata con tutti i linguaggi musicali. Con i suoi collaboratori scrive del Brasile, della sua fede, della sua disuguaglianza e anche della sua forza. E porta nella sua voce, in tutto ciò che canta, la forza della Madre Terra. Ascoltare Milton è entrare nel religioso”. Le parole di Mônica Salmaso ci restituiscono il profondo rispetto che nutre nei confronti dell’opera musicale di Milton Nascimento e del modo in cui esplora a e da corpo e voce ad un Brasile in continua evoluzione. Non a caso uno dei brani chiave della rinnovata collaborazione con il pianista e vibrafonista André Mehmari è “A Terceira Margem do Rio” (La terza riva del fiume), il brano composto con Caetano Veloso nel 1990 a partire dal racconto più conosciuto di Guimarães Rosa (pubblicato nel libro “Primeiras Estórias” nel 1962, narra in prima persona lo sguardo del figlio di un uomo che lascia la società per vivere in una piccola canoa, lungo un immenso fiume). Qui Teco Cardoso (il marito della cantante e unico musicista a collaborare al disco) suona il flauto in la e André Mehmari la marimba di vetro. Il nuovo album celebra anche un ventennio di collaborazioni musicali con André Mehmari, visto che i primi passi insieme risalgono al 2003: “Nel creare insieme ci unisce una grande intimità, musicalmente ci conosciamo bene ed è una meraviglia! Lui, con la sua infinita creatività e le sue mani che rispondono a tutte le sue idee, io, con il mio modo di cantare e di proporre le canzoni. È una bellissima esperienza del fare musica. Ci mancava un disco insieme. Ed è bello che il disco sia questo perché è stato realizzato in un momento molto importante per noi. André Mehmari è un grande appassionato dell'opera di Milton. Mi ha detto di scegliere qualsiasi cosa volessi cantare, lui ne ama tutto il repertorio. Ho ascoltato tutti i lavori di Milton, anche canzoni che non ascoltavo da anni. Ho fatto un lungo elenco di quelli che avrei voluto scegliere e abbiamo continuato a lavorarci insieme. Il periodo che stavamo vivendo, di quarantena, ci ha fatto sentire alcune canzoni come quelle che dovevano essere cantate, in particolare le due che chiudono il disco, “Credo” (scritta con Fernando Brant) e “Paula e Bebeto” (scritta con Caetano Veloso). E poi cantare Drummond de Andrade con “Canção amiga” e rendere omaggio a Guimarães Rosa... Avevamo troppo bisogno di questo Brasile poetico, ricco di bellezza, liberatorio e pieno di forza”. Ne sono nati anche una serie di concerti. Gli undici brani propongono un vestito nuovo per dodici canzoni di Milton Nascimento: è la versione audio del concerto registrato in video il 14 dicembre 2020 in un’unica sessione nello studio “Monteverdi” di Mehmari, a San Paolo. Fa eccezione la canzone “Morro velho” (composta da Milton Nascimento nel 1967), registrata poco tempo prima per un programma intitolato “Quarentena”: proprio dal lavoro intorno a questo brano nacque l’idea di sviluppare un intero progetto in comune dedicato a Milton Nascimento. L’album si apre con “A lua girou”, brano tradizionale arrangiato da Milton Nascimento per integrarlo al suo specifico repertorio in tensione generativa fra melodie e ritmi popolari e le diverse correnti delle musiche afroamericane. Qui viene proposto come un prologo che lavora inizialmente per sottrazione, ad invitare all’ascolto, per poi proporre variazioni che lo fanno crescere di intensità, lasciando alla parte finale il compito di riportare all’essenzialità, alle poche note che bastano all’armonia iterativa della respirazione. Ogni brano è una gemma e spesso un’opportunità per rivisitare le tante collaborazioni artistiche di Milton Nascimento, con Fernando Brant per “Saudades dos aviões da Panair” e “Milagre dos peixes” (che ospita il sax soprano di Teco Cardoso) o con Tavinho Moura (“Noites do sertão”), fino a “Casamiento de negros”, il brano tradizionale che venne arrangiato e reso popolare da Violeta Parra.
Alessio Surian
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