Kinnaris Quintet – This Too (Autoprodotto, 2022)

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Si si sono fatte conoscere con “Free One” (2018), album che enunciava appieno le doti del quintetto di strumentiste di base a Glasgow, tutti nomi ben noti nel panorama delle nuove musiche tradizionali scozzesi. Il quintetto Kinnaris comprende Laura Wilkie (violino), Aileen Reid (violino a 5 corde), Fiona MacAskill (violino), Jenn Butterworth (chitarra) e Laura-Beth Salter (mandolino e chitarra tenore). “This Too”, album interamente strumentale, conferma la vena creativa, l’eccellente interplay e l’energia della band, che al debutto ha concorso come band folk dell’anno agli Scots Trad Music Awards del 2018 e al premio Horizon dei BBC Radio 2 Folk Awards. Nel 2019 hanno ottenuto la “Belhaven Bursary for Innovation in Music”, premio che rappresenta il più cospicuo finanziamento a carattere musicale. Sul nuovo lavoro, che arriva distanza di quattro anni dall’esordio a causa delle restrizioni pandemiche – l’attesa è del tutto ripagata, sia ben chiaro! –, così si è espressa la violinista Aileen Reid: “Con questo album volevamo davvero creare musica vera e autentica da suonare dal vivo per i fan senza affidarci a trucchi di produzione. Era importante per noi rimanere fedeli al nostro suono organico e vivo, per il quale la gente ci conosce. Anche se a volte è stato difficile ricreare l'emozione di suonare davanti a un pubblico in studio, amiamo così tanto fare musica insieme e credo che questa gioia traspaia dalla registrazione”. Sono dieci brani in cui si manifestano le svariate influenze del quintetto, dalle tradizioni scozzesi e irlandesi al jazz, dalla classica al bluegrass. In apertura c’è “Wonderful”, con corde pizzicate in primo piano fino a quando i tre violini impongono la via a un brano che nel terzo tema (“Wonderwomen”, un riconoscimento alle donne della scena musicale tradizionale) prende la fisionomia di una scatenata danza. 
Si carica di swing “Period Drama, di cui la prima tune, “Baby Isle of Ewe”, è firmata da Ian Carr, mentre la seconda, “48FPs” (scritta da Reid), è un reel scozzese ad alta propulsione. Segue “Happy Days", una sorta di marcia (la melodia si intitola “Leaval” ed è stata composta da Fiona in ricordo dei luoghi aviti nell’isola di North Uist). Gustosa e lieve si libra “Hayley and Chris”, che Aileen Reid ha scritto per il matrimonio di due suoi amici. Con “Burdland” si rivela ancora di più lo spirito avventuroso delle Kinnaris, che ci conducono dalle colline del Donegal, attraverso una giga scritta sempre da Aileen (“Sister Bliss”) alla citazione omaggio al Joe Zawinul di “Birdland”. Con “Bonobos’s” si apre un diverso sipario: l’andamento si fa più mite, ma il suono d’insieme mantiene lo spiccato senso di esplorazione degli incastri timbrici. La fisionomia cameristica si impone anche in “Halifax”, che ci porta in Nova Scotia, tratteggiando le emozioni della partenza dopo una partecipazione al magnifico Festival Celtic Colours. La title-track veleggia disinvolta con il vento in poppa, sospinta dalla chitarra ritmica e dal fraseggio ficcante dei violini. La traccia nove, divisa in due parti (“Extro-Intro” e “Dishgo”), offre passaggi più compositi, dalle movenze minimali della prima sezione alla forza dirompente e rockeggiante della seconda. Il pizzicato lancia il set “Back Road to Schots”, mandolino e violini si combinano nella marcia “MacGregor of Rora” (unico brano tradizionale del disco) e portano fieramente a conclusione un album avvincente fin dal primo ascolto. www.kinnarisquintet.com


Ciro De Rosa

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