Joyce Moreno – Brasileiras canções (Biscoito Fino, 2022)

Ogni brano del nuovo album, il quarantaduesimo di Joyce Moreno, è un inno alla capacità delle canzoni di leggere e far riverberare la bellezza del mondo in cui viviamo. Sono dodici, tutte nuove, le canzoni raccolte in “Brasileiras canções”, composte nel 2020 e registrate a Rio de Janeiro tra marzo e aprile del 2022, nello studio di Biscoito Fino, in cima a Humaitá, a pochi metri dal pendio, non lontano da una foresta, dove Joyce vive e da cui si affaccia sul mondo. Oggi poco conosciuta in Italia, in Brasile Joyce rimane una musicista di primo piano e a 360 gradi: compone musica e versi ed è chitarrista e cantante particolarmente dotata sia nella tecnica, sia per capacità espressiva. Il trio che l’accompagna in studio ha con lei una lunga familiarità e comprende Hélio Alves al pianoforte, Jorge Helder al basso e Tutty Moreno alla batteria. In una sola canzone, "Tantas vidas", Joyce lascia che a scrivere il testo sia un altro poeta, il portoghese Tiago Torres da Silva: “Eu sou o que bem quiser/Eu sou tantas e não esqueço/Que ser eu e meu avesso/É o que me torna mulher” (“Sono quello che voglio/Sono così tante e non dimentico/Che essere me e l’inverso di me/È quello che mi rende una donna”): un testo che le restituisce il ruolo di protagonista dei temi femminista nella musica popolare brasiliana, fin dal suo debutto nel ‘68. Ad emozionare, in questo brano, è la scelta di dialogare con Mônica Salmaso, l’interprete dei grandi compositori brasiliani, da Chico Buarque a Milton Nascimento passando per Edu Lobo e Dori Caymmi.  A illuminare l’album sono anche le collaborazioni con il flautista Teco Cardoso, proprio in “Tantas vidas”, insieme alla chitarra di Lula Galvão, la fisarmonica di Marcos Nimrichter (nel valzer “Paris e eu”) e la chitarra di Chico Pinheiro in “Não deu certo (but it was fun)”. Ma l’album rimane sempre intenso e poetico, sia quando evoca il registro “leggero” di “Sopro do mar” (“Tutto passerà, i tempi brutti, i tempi difficili, ciò che rimarrà è la brezza marina”), sia negli arrangiamenti essenziali, come quello per voce e piano di “Alimento”.  Quasi contemporaneamente, è stato finalmente distribuito dalla Far Out Recordings anche l’album “Natureza”, disco registrato nel 1977 e che avrebbe dovuto dar seguito al biennio magico 1975-76: i tour in cui accompagnava Vinicius de Moraes, la registrazione in Italia di “Passarinho urbano” con le composizioni invise al regime militare brasiliano (di Vinicius, Caetano, Milton, Nélson Ângelo, Chico Buarque), il successo della ninna nanna “Clareana”, dedicata alle figlie. “Natureza” richiese sei mesi di lavoro presso gli studi della Columbia sotto la direzione di Claus Ogerman che produceva l'album e ne curava gli arrangiamenti, favorendo un incontro fra musica brasiliana e alcuni dei migliori jazzisti in attività, Michael Brecker, Joe Farrell e Buster Williams. Il gruppo brasiliano comprendeva Nana Vasconcelos e Tutty Moreno alle percussioni e alla batteria e Mauricio Maestro, co-autore di quattro dei sette brani.  Purtroppo, Ogerman non mantenne le promesse. Joyce ricostruisce così la vicenda: “Tornai a casa e Claus e io rimanemmo in contatto tramite lettere e telefonate. Era molto entusiasta dell'album e cercò di mettermi in contatto con Michael Franks. Voleva che tornassi a New York per registrare nuovamente le voci in inglese con nuovi testi, cosa di cui non ero molto contenta. Ma sono rimasta incinta del mio terzo figlio e non potevo lasciare il Brasile. A poco a poco i nostri contatti si fecero più sporadici, fino a quando persi completamente le sue tracce e non l'ho più sentito”. 


Alessio Surian

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