Aziza, Joey Alexander Trio, Padova Jazz Festival, Multisala MPX, 10 e 11 Novembre 2022

Quando venne pubblicato, sei anni fa, l’album “Aziza” mise subito in luce un perfetto equilibrio fra i quattro membri del gruppo, comprese le responsabilità compositive: otto brani, due a testa.  Nonostante le altissime qualità e il curriculum di ognuno dei musicisti, non si trattava dell’equilibro di un supergruppo in cui a turno c’è tutto lo spazio per sfoggiare le proprie iperboli tecnico-improvvisative. Asse portante del quartetto Aziza è l’ascolto reciproco e dal vivo questa condizione è coltivata con un mix vitale fra la rilettura dei brani già in repertorio e l’esplorazione di nuove composizioni. Proprio in omaggio a questo secondo registro si è aperto il concerto di giovedì 10 novembre alla Multisala MPX a Padova. Ha aperto le danze Chris Potter al sassofono tenore proponendo un brano, “Working Title”, che non ha ancora un titolo definitivo e si apre con un bel tema esteso che il sassofonista sa percorrere in tutta la sua complessità ritmico-armonica. 
Ci pensano Lionel Loueke e la sua chitarra elettrica a restituire agli ascoltatori una melodia ed un andamento ritmico più accattivanti con “Devotion”, brano dedicato alla figlia che chiama ad un assolo molto articolato Dave Holland, sempre a suo agio con un contrabbasso con cui dispiega al meglio le sue doti sia di propulsore ritmico, sia di improvvisatore capace di inventare nuove melodie e imprevisti contrappunti. A cucire il tutto c’è la solida base percussiva che Eric Harland alla batteria sa offrire, ogni volta diversa, ad ogni brano, cucita sempre su misura eppure sempre ugualmente energetica, in particolare quando si tratta di re-inventare brani già frequentati in passato, come "Walkin' the Walk" di Dave Holland, il primo dei brani tratta dall’album inciso insieme, di cui vengono accentuati i tempi dispari e la vena arabeggiante, impreziosita dal suono sostenuto dei “piatti-gong” della batteria. 
L’arte solista di Eric Harland emerge soprattutto nel finale, con gli scambi fra la batteria e gli altri strumenti all’interno di “Sleepless night”, il brano firmato da Lionel Loueke in omaggio ai riff che caratterizzano le sonorità gnawa, compreso un bel coro vocale. Il bis che chiude il concerto resta su un son montuno cubano quasi a voler congedare il pubblico con la parte più cantabile del repertorio e su una divertente serie di scambi fra sassofono soprano e chitarra. Ben diversa, come prevedibile, è la geometria messa in scena venerdì 11 novembre, nella stessa cornice della Multisala MPX, con il trio del pianista Joey Alexander, autore del recente album solista “Origin” centrato su sue composizioni, fra cui “Bali”, omaggio alla sua terra d’origine.  Dopo una serie di album da bambino prodigio alle prese con la scena jazz newyorkese, il diciannovenne Alexander sta trovando una sua dimensione matura sia in chiave di scrittura, sia di interplay fra il suo pianoforte acustico ed elettrico e la dimensione del trio, completato per l’attuale tour dagli affidabilissimi Kris Funn al contrabbasso e 
John Davis alla batteria. I riflettori sono, però, tutti per il giovane pianista e per la sua maestria nell’interpretare brani che conosce molto bene e cui sa imprimere colori jazz specifici grazie anche al lavoro contrappuntistico di Funn, per esempio in “Winter Blues”, e agli ottimi accenti e colori offerti da Davis, discreto, ma sempre puntuale e propositivo, si tratta di poliritmi latini o calipso per “Angel Eyes” o “Bali”, o dello sviluppo delle ballad, a volte anche in chiave fusion grazie all’uso delle tastiera elettrica. L’intesa fra i tre è ottima e nel finale fa volare in chiave hard bop e funky “Remembering”, il brano che apre il nuovo album. Solo come bis fa capolino un brano di un altro autore, la cantabilissima “Beatrice” di Sam Rivers. Il festival prosegue fino al 26 novembre con un’indovinata combinazione di mostre e presentazioni di libri e di concerti in ogni genere di palchi, con un biglietto a cinque euro a favore degli studenti. https://www.padovajazz.com/


Alessio Surian

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