Simone Saccucci – Dejj'arbole. Canti e storie dalla Valle dell'Aniene (SquiLibri, 2022)

Agitatore culturale e cantautore laziale, Simone Saccucci è uno storyteller dalla vibrante vena affabulativa e dall’indole narrativa profondamente radicata nella tradizione orale dell’Italia centrale. Nell’arco di vent’anni di attività, si è impegnato su diversi fronti in progetti dedicati all’importanza della memoria declinati attraverso storie e racconti, intorno ai quali ruotano i suoi progetti educativi realizzati presso le Università di Cagliari e RomaTre, i laboratori dedicati a genitori e bambini e una seguita rubrica radiofonica sulle periferie italiane. A corollario di questo cammino arriva “Dejj'arbole. Canti e storie dalla Valle dell'Aniene” un viaggio tra musica e parole lungo le sponde del fiume Aniene che lo ha condotto a ripercorrere i sentieri battuti dai suoi avi per riscoprire le radici di quella terra a cui appartiene. Composto da dieci tracce di cui due tradizionali, cinque composizioni autografe e tre poesie di Erri De Luca a cui l’autore stesso presta la voce, il disco è un susseguirsi di ricordi, storie, ritratti, memorie collettive intessute attraverso registri espressivi differenti in un ideale viaggio in un tempo lontano quando nelle sere d’inverno ci si riuniva intorno al fuoco per scambiarsi canti e storie. Ad accompagnare Simone Saccucci (voce, piano, chitarre acustica e classica, harmonium indiano e organo) è un ristretto gruppo di strumentisti guidato dal produttore Roberto Billi (fisarmonica, mandola e rullante) e completato da Gabriele Friscia (contrabasso) e Carolina Alcazar vibrafono a cui si sono aggiunti Pierre Hamon (flauto) in “Re Anio” e il già citato Erri De Luca. Dal punto di vista sonoro il disco si muove attraverso coordinate non filologiche che si dipanano dalla musica tradizionale e approdano alla canzone d’autore con arrangiamenti essenziali ed allo stesso tempo di grande forza evocativa nei quali non mancano interessanti soluzioni ora con l’utilizzo di un organo portatile del 1940, ora di un harmonium indiano, ora del pianoforte ad esaltare la coralità del canto. L’album si divide in quattro parti, quattro quadri sonori dai tratti densi di lirismo aperti dal racconto di un pellegrinaggio al Santuario della SS. Trinità “Partenze” a cui seguono le liriche di “Candele” che fa da preludio alla storia di emigrazione di “Argentina marchigiana” a cui è affidata “la storia di Argentina e del suo viaggio dal paese di Cupo nelle Marche” e il dolce tradizionale “Ninna Nanna”. I versi di “Polvere” ci accompagnano alla sofferta “Casa mea” con “la storia di un cavatore che perde casa a causa del suo lavoro in cava” e la bella versione del tradizionale “Non me ne curo”. Ancora De Luca apre l’ultima parte del disco con la poesia “Politica del sole” a cui seguono la riflessiva “Albero e foglia” e “Re Anio”, in cui è racchiusa la leggenda del fiume Aniene, le cui acque bagnano le radici di una terra e conservano la memoria come un antico pater familias. Insomma, “Dejj'arbole. Canti e storie dalla Valle dell'Aniene” è non solo un appassionato omaggio alla memoria, ma anche una riflessione profonda sulla vita e la sua ciclicità. 


Salvatore Esposito

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