John Axelrod, violini immortali tra investimenti finanziari e tradizione organologica

In modo eterogeneo, il Maestro John Axelrod (1966) si è formato musicalmente nel Texas. Negli anni, ha avuto modo di dirigere oltre centosettanta orchestre sparse nel mondo. In Italia, è di casa e apprezza particolarmente la nostra cultura. A Torino e a Milano, per “MiTo Musica”, ha da poco diretto due concerti con la “Philharmonia Orchestra” (musiche di Grace-Evangeline Mason, Edvard Grieg e Nikolaj Rimskij-Korsakov). Quest’anno, è stato eletto Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica di Bucarest. In passato, era stato Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Sinfonica della Città di Kyoto (2019), Direttore Artistico e Musicale della “Real Orquesta Sinfónica de Sevilla” (2014-2020) e Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” (“LaVerdi”, 2011-2017). È particolarmente apprezzato per la capacità di saper coinvolgere empaticamente gli orchestrali nelle attività musicali. In merito, in un’intervista ha dichiarato che «la comunicazione è l’elemento più importante anche per l’educazione e poi conta molto l’unità, perché la musica è una somma di parti individuali. Per me tutto ciò è una filosofia politica e l’orchestra deve essere un luogo democratico». Oltre a essere direttore d’orchestra, Axelrod è anche compositore, produttore, didatta e saggista. Ed è su quest’ultimo versante che, brevemente, concentreremo le nostre attenzioni, prendendo spunto dalla recente pubblicazione in italiano della sua opera, titolata “Suono ricco. Musica e mercato del lusso: investire in strumenti rari” (traduttore, Stefano Viviani), nella quale ha posto in evidenza importanti elementi di collegamento tra la creatività artigianale, la musica e gli investimenti finanziari. Sono elementi tecnici per noi importanti “musicHologicamente”, che ben si collegano ad alcuni contributi della Rubrica, come quelli dedicati alla “plenitudine musicale”. 


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