Non è scontato che l’incontro tra due giganti della musica possa dar vita a concerti o dischi memorabili, perché spesso sull’arte prende il sopravvento l’ego e ci si ritrova tra le mani un incredibile occasioni perse. Non è andata così tra Enrico Rava e Fred Hersch, due strumentisti di levatura internazionale e dallo stile inconfondibile, ma soprattutto in grado di innovare e rinnovarsi continuamente partendo dal dialogo attraverso la musica e dalla medesima concezione dell’improvvisazione. Ripercorrere il cammino artistico del trombettista triestino vuol dire attraversare oltre sessant’anni di storia del jazz italiano e internazionale, prima incrociando gli strumenti con artisti del calibro di Steve Lacy, Archie Shepp, Roswell Rudd, Cecil Taylor, Charlie Haden e Gato Barbieri, e poi scoprendo e formando accanto a sé talenti come Massimo Urbani, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, Giovanni Guidi e Francesco Diodati. Allo stesso modo Fred Hersch, nel corso della sua carriera, si è segnalato come uno dei pianisti più innovativi degli ultimi anni, mettendo in fila premi e riconoscimenti ma soprattutto regalandoci grande musica con il suo storico trio con John Hébert ed Eric McPherson. Sebbene diversi per storia e background artistico, ma accomunati dalla medesima visione del jazz come un territorio immenso da esplorare, Rava e Hersch si sono ritrovati insieme sullo stesso palco per dar vita ad un inedito incontro tra flicorno e pianoforte, tenuto a battesimo la scorsa estate in un concerto a Pescara. Il feeling è stato immediato, così come l’intuizione che quella collaborazione sarebbe stata preziosa per entrambi e, dopo aver raccolto unanime apprezzamento a Umbria Jazz e Padova Jazz Festival, a novembre 2021 si sono ritrovati all’Auditorium Stelio Molo della Radio Svizzera Italiana per incidere “The Song is You”. Prodotto da Manfred Eicher, il disco si compone di otto brani, tra riletture di standard e composizioni originali a comporre un flusso musicale articolato e coinvolgente in cui si alterano fasi dialogiche dense di lirismo affabulativo e spaccati di libera improvvisazione a tutto campo. Non è un caso che lo stesso Rava abbia questo nuovo album come “decided on the spot” facendo risaltare il particolare feeling con il pianista con il quale l’esecuzione degli standard è solo la base di partenza di un viaggio più ampio in cui risplende in modo netto la personale cifra stilistica dei due strumentisti. In questo senso, la capacità di Rava di muoversi tra registri espressivi differenti mantenendo intatta l’espressività della sua voce strumentale, funge da perfetto completamento per la personalità e la concezione di Hersch. Ad aprire il disco è la raffinata “Retrato em Branco” di Antonio Carlos Jobim e Chico Buarque e che qui risplende per la tessitura melodica del pianoforte in cui si inseriscono gli interventi del flicorno di Rava che sul finale arriva a dare i brividi per intensità e passione. La brillante “Improvvisation” tutta giocata su incastri timbrici e frammenti di melodi, ci introduce alla sontuosa sequenza con gli standard “I’m Getting Sentimental Over You” (George Bassman/Ned Washington) in una versione dinamica e movimentata e la title-track (Jerome Kern/Oscar Hammerstein II) che culmina con “Child’s Song” di Fred Hersch che colpisce per la struttura armonica e melodica. Breve ma di grande bellezza è il blues di “The Trail” di Enrico Rava che ci porta dritto al vertice del disco con l’omaggio a Thelonious Monk con l’ispiratissima resa “Misterioso” e la famosa “‘Round Midnight” proposta dal pianista americano in una versione scura e fumosa di grande suggestione. Insomma, “The Song is You” è disco di assoluto pregio da ascoltare più volte, magari in cuffia, per coglierne fino in fondo ogni sfumatura.
Salvatore Esposito
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