Souren Baronian – The Middle Eastern Soul of Carlee Records (Sundazed Music/Modern Harmonic, 2022)

Grazie al lavoro di Kevin Gray (Cohearent Audio) che ha ripreso in mano i master originali, tornano in circolazione tre album della Carlee che vedono al centro il clarinetto armeno di Souren Baronian, classe 1930, cresciuto a New York nei quartieri ispanici di Harlem, allievo del maestro turco Safet Gundeger e del pianista jazz Lennie Tristano, protagonista di incisioni a fianco di John Berberian, con il Middle Eastern Rock, così come di improvvisatori e jazzisti del calibro di Phil Woods, Don Jerry, Joe Beck, Arnie Lawrence, Carla Bley, Paul Motian, Joe Farrel, Steve Gadd, Armen Donelian, ma anche compositore, arrangiatore e leader di vari gruppi. “The Middle Eastern Soul” ripesca tre momenti distinti e tutti superlativi della sua carriera musicale, con musicisti bravissimi ed affiatati, fra cui spiccano tre maestri dell’’ūd. Il titolo del primo LP è quello che dà il titolo all’intera raccolta e lo vede registrare nei primi anni Settanta, a nome suo e del cantante Bob Tasjian insieme a una decina di musicisti, fra cui Haig Manoukian all’’ūd, negli studi al 130 West 42nd St. della Mastertone di Sidney Feldman (attiva a New York dal 1953, chiuderà nel 1978). Il repertorio comprende cinque brani armeni, tre turchi ed uno arabofono. Il secondo LP fa un passo indietro nel tempo; è un album strumentale in settetto, con Ed Malkasian al sax, “The Exciting Music of The Nor-ikes”: dodici registrazioni degli anni Cinquanta, qui nella versione della ristampa del 1973, con il leggendario Chick Ganimian all'oud.  Il terzo LP è “Hye Inspiration”, altro lavoro condotto da Bob Tashjian & Souren Baronian cui contribuisce anche l’’ūd di John Tarpinian, registrato e pubblicato nel 1976. Come affermano le note di copertina originali del disco: " ‘Hye Inspiration’ è un disco da festa, da ballo e da ascolto. Se le danze del Medio Oriente sono la vostra passione, le musiche di questo disco vi faranno sicuramente saltare in piedi". Tutti insieme, questi brani sono effettivamente un’introduzione a un repertorio suonato con perizia e sentimento e che può permettersi un ampio ventaglio di scelte, dai brani originali composti da Baronian come “Groovin' Hye", a brani che collegano il mondo arabo (“Aghli-Jen”, “Ghéli Yébouy”, “Min Elek Hub”) con la Grecia (“Norike Bar”), la Turchia (“Geozlerin”, “Halime”, “Hey Yala”, “Nane Souyou”, “Ser Khosha”), alle intersezioni fra musiche turche e armene (“Govand”) e alle danze (“Herosi Bar”, “Laz Bar”, “Mesrobi-Bar”, “Norike Bar”) e ai canti armeni (“Chem-O-Chem”, “Dari-Lolo”, “Khorodig” - con Bob Tashjian e John Tarpinian - etc.). La metà degli anni Settanta sono il periodo in cui Souren Baronian dette vita al suo quintetto Taksim, con un chiaro riferimento all’improvvisazione che esplora il rapporto fra esplorazioni melodiche e sviluppo ritmico dei brani, un registro che valse al gruppo l’attenzione delle riviste specializzate nel jazz come “Downbeat” e concerti prestigiosi soprattutto nella costa orientale degli Stati Uniti e in Canada. A novantadue anni, con Taksim o in trio, Souren Baronian continua ad incantare dal vivo con il suo clarinetto in sol e con le sue doti di polistrumentista (ai sax, kaval, duduk, riq). 


Alessio Surian

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