Scarlet Rivera – Dylan Dreams (Appaloosa Records/I.R.D., 2022)

Scarlet Rivera è nota per aver caratterizzato con il suo violino il sound di “Desire” di Bob Dylan ed averlo accompagnato tra il 1975 e il 1976 nella leggendaria “Rolling Thunder Revue” dalla quale sono stati tratti il film “Renaldo & Clara” e il live “Hard Rain”, ma anche “The Bootleg Series Vol. 5: Bob Dylan Live 1975” e il più recente box set “The Rolling Thunder Revue”. Conclusa l’esperienza accanto al cantautore americano, il suo percorso è proseguito tra dischi a proprio nome di matrice folk e world e collaborazioni con altri artisti come Tracy Chapman, Keb Mo', Stanley Clarke, Michael Hoppé, L.A. Guns, Indigo Girls, Ian McNabb e, negli ultimi anni, con Eric Andersen con il quale ha condiviso il palco per alcuni concerti in Italia. Il suo nuovo album “Dylan Dreams” rende omaggio a Bob Dylan concentrando la sua attenzione sul repertorio di fine anni Ottanta, una delle fasi più emblematiche della sua produzione discografica. Ad aprire il disco è “Series of dream”, outtake dalle sessions di “Oh, Mercy” e pubblicata in “The Bootleg Series Volumes 1–3 (Rare & Unreleased) 1961–1991”. La rilettura proposta da Scarlet Rivera presenta una ritmica meno tuonante dell’originale, con la chitarra acustica a ricamare sulla avvolgente linea di basso. Sempre dalle sessions di “Oh, Mercy”, ma edita nel 1990 su “Under the red sky” arriva “Born in time” qui interpretata con intensità e trasporto dalla Rivera e colorata dal suo violino che imprime al brano un’atmosfera crepuscolare con la complicità della chitarra acustica e del contrabbasso. Il vertice del disco arriva con “Señor” da “Street Legal” del 1978 e qui proposta in una versione sofferta con il violino ad inserirsi nella trama chitarristica e ad avvolgere una bella prova vocale. “Where teardrops fall” da “Oh, Mercy” è proposta in una versione dilatata, con un delicato pianoforte ad appoggiarsi sulle aperture ricamate da una sezione d’archi cristallina. Chiudono il disco due brani originali: la ballata irish-folk “Sacred Wheel” nella quale dialogano chitarra acustica e violino e il folk-blues “Dust Bowl”, scritta insieme a Tim Goodman, e nella quale spicca il contributo dell’armonica e l’immancabile violino ad esaltare la vocalità scura della Rivera. Insomma, siamo di fronte ad un disco che conferma la classe sconfinata della Regina di Spade, un omaggio appassionato a Bob Dylan e, nel contempo, un piccolo assaggio di un prossimo ed auspicabile disco di inediti. 


Giuseppe Provenzano

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