Artisti Vari – Music from Saharan WhatsApp (Sahel Sounds, 2022)

Christopher Kirkley dette vita a Sahel Sounds nel 2008. Passò i due anni successivi a viaggiare e registrare nelle regioni saheliane, osservando come molta musica venisse condivisa attraverso i telefoni cellulari. Ne sono nate le raccolte “Music from Saharan Cellphones”, prodotte dal 2010 sia in cassetta, sia in digitale a partire da brani selezionati in Mali dalle memory card locali, tessendo fili fra Algeri, Abidjan e Bamako, introducendo artisti come Mdou Moctar. Nel frattempo, era arrivata e si era fatta strada Wapp che oggi conta oltre due miliardi di utenti ed una crescita annua superiore al 6%. “Music from Saharan WhatsApp” attinge a questa fonte e documenta i cambiamenti avvenuti in questa regione nel corso dell’ultimo decennio, con brani registrati nel corso del 2020. Si tratta di brani tratti da altrettanti EP; il progetto ha percorso l’intero 2020: “Nel 2020, Sahel Sounds lancia ‘Music from Saharan WhatsApp’. Ogni mese pubblicheremo un EP di un gruppo musicale del Sahel. Ogni album sarà registrato su un cellulare, trasmesso su WhatsApp e caricato su Bandcamp, dove sarà disponibile un solo mese. Il 100% delle vendite andrà direttamente all'artista o al gruppo. Dopo un mese, l'album sarà sostituito da un altro, fino alla fine dell'anno”. Si comincia con le chitarre elettriche e l’incedere lento e solenne del “desert blues” “Tarha ebouse dighe mane” degli Etran de L'Aïr, gruppo di Agadez il cui nome fa riferimento alle montagne del Niger settentrionale. A loro la Sahel Sounds è particolarmente affezionata e ne propone nel suo canale Youtube una mezz’ora di concerto dal vivo.  La Sahel Sounds aveva prodotto il loro primo album nel 2018  e Christopher Kirkley è menzionato come “creative director” nel secondo album, arrivato a febbraio 2022. Guida il gruppo Moussa “Abindi” Ibra che aveva solo 9 anni quando Etran de L'Aïr cominciò a muovere i primi passi, nel 1995, un gruppo intergenerazionale di fratelli e cugini cresciuti nel quartiere di Abalane, attenti ai diversi suoni della loro città, alle melodie e ai ritmi kel tamasheq, toubou, zarma, hausa. Il secondo brano, “Wara”, ci porta a Bamako per incontrare un altro contesto familiare, questa volta acustico, il duo di musica mandinga con Oumou Diabate alla voce e Kara Show Koumba Frifri al djeli ngoni e alle percussioni (calabass, tamani). Il viaggio è piacevolmente lungo e sempre intenso, con tappe in tre Paesi: in Mauritania (la cantante Veyrouz Mint Seymali; ma anche Jeich Ould Badu con l’incontro fra drum machine e il liuto tidnit); in Niger (con uno dei gruppi più longevi di Agadez, Oyiwane; a Goufat, vicino ad Agadez, con la chitarra e la voce di Amaria Hamadalher; con il synth Yamaha di Mahamadou Moussa; nella capitale Niamey con la famiglia Andal Sukabe e con l’elettronica di Hama); in Mali (con la chitarra songhoi di Alkibar Jr. a Niafounké, la cittadina da cui viene anche Bounaly/Ali Traore; e con il dialogo fra il rapper Luka “Luka Productions” Guindo e lo ngoni di Kandiafa).


Alessio Surian

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