Andrea Rea Trio – El Viajero (Filibusta, 2021)

Campano d’origine e romano d’adozione è Andrea Rea è un apprezzato e talentuoso pianista jazz con alle spalle una solida formazione accademica e un articolato percorso artistico, nel corso del quale ha dato alle stampe tre album come leader e messo in fila una lunga serie di collaborazioni di prestigio con artisti del calibro di Stefano di Battista, Dianne Reeves, John Patitucci, Maria Pia de Vito, Roberto Gatto, Gegè Telesforo, Gegè Munari e Archie Schepp. Il suo stile compositivo e il suo approccio agli arrangiamenti spiccano per l’originalità del linguaggio, ma soprattutto per la varietà di colori ed atmosfere che lo caratterizzano. In questo senso significativo è “El Viajero”, quarto album in carriera, inserito nella top 100 del Jazzit Award del 2021, e inciso in trio con Daniele Sorretino al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria, due strumentisti di eccezionale sensibilità artistica, i quali hanno contribuito in modo determinate a dare forma e sostanza al concept del pianista campano. Composto da otto brani, di cui tre originali, il disco ruota intorno al tema del viaggio, inteso sia come percorso personale di ricerca e scoperta attraverso culture e paesi differenti che hanno influenzato la sua ispirazione, sia come occasione per guardare verso la propria interiorità e le proprie emozioni. L’ascolto colpisce per la brillante verve nelle esecuzioni e il pregio delle composizioni con le autografe “Dillo”, “Tales of Freedom” e “El Viajero” che rappresentano i punti esclamativi di tutto il lavoro. Non meno affascinanti sono le cinque riletture che vedono Andrea Rea mettere in luce tutta la sua capacità interpretativa che si sostanzia in un vero e proprio rapporto di osmosi con le diverse composizioni che fa proprie con elegante naturalezza. È il caso delle belle versioni di “Capricho de Espanha” di Hamilton De Hollanda e “Milonga Gris” di Carlos Aguirre, nelle quali spicca la perfetta intesa con la sezione ritmica che asseconda magistralmente il pianista campano, ma anche delle superbe “The Man Who Sold The World” di David Bowie e “Till There Was You” di M. Wilson che risaltano per l’abilità nel tradurre le strutture pop-rock in chiave jazz. Un discorso a parte lo merita, invece, “En la Orilla del Mundo” di Martin Rojas, resa celebre da Charlie Haden e Gonzalo Rubalcaba, che vede il trio ampliarsi in quartetto con l’aggiunta di Giacomo Tantillo alla tromba, è qui che si intravedono le traiettorie dei futuri sviluppi delle ricerche musicali di Andrea Rea che riserveranno ulteriori belle sorprese. Ne siamo certi.  facebook.com/andreareamusic - facebook.com/filibustarecords/


Salvatore Esposito

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