Francesco Di Bella – Play with me (Blackcandy Produzioni, 2022)

Frontman dei seminali 24 Grana, Francesco Di Bella festeggia suoi primi venticinque anni di attività artistica, regalandosi (e regalandoci) “Play with me”, nuovo album dal titolo evocativo e dalla duplice lettura in bilico fra le sfumature di significato che caratterizzano il verbo inglese to play. Tanto giocare, quanto suonare, dunque. E Francesco gioca e suona con tutti gli ospiti che colorano questa atipica antologia che copre l’intero percorso artistico dalla fortunata esperienza con i 24 Grana, riunitisi di recente e attualmente impegnati in tour, a quella come solista in anni più recenti. La band napoletana fece il suo esordio sulle scene nel 1997, con la pubblicazione di “Loop” da cui viene ripescata “Introdub”, il cui arpeggio di chitarra è colorato dalle vertigini del violino di Rodrigo D’Erasmo, mentre da “Metaversus” del 1999 è tratta “La costanza”, impreziosita dalla splendida voce di Ginevra Di Marco, che finisce per creare un incastro vocale mozzafiato, reso ulteriormente evocativo dalle intersezioni tra elettronica e corde. Facciamo un salto temporale di un disco, ed arriviamo nel 2003 con “Underpop” dal quale viene riletta “L’Attenzione”, probabilmente uno dei brani più belli del collettivo napoletano, qui proposta in duetto con Dario Sansone dei Foja. La canzone ha un respiro arioso, scandito dallo strumming della chitarra acustica e dall’armonica, con le voci che, fra il timbro cristallino di Francesco e quello più ruvido di Dario, si amalgamano alla perfezione. Dal successivo “Ghostwriters” del 2008 arrivano due brani: “Avere una vita davanti” in duetto, come nell’originale, con Riccardo Sinigallia e che si snoda lungo le trame languide di una chitarra poggiata su una densa base di elettronica ad avvolgere la delicatezza delle due voci, e “Carcere”, uno sghembo valzer sporcato dai beat dissonanti di Cesare Basile, le cui armonizzazioni sul finale finiscono per regalare all’atmosfera colori ancora più drammatici. Da “La stessa barca” del 2011, l’ultimo capitolo discografico dei 24 Grana riscopriamo “Turnamme a’ casa” in una versione guidata da un arpeggio di chitarra tanto elegante, quanto delicato, impreziosita dall’elettronica visionaria di Marco Parente e dal basso di Joe Lally dei Fugazi. Dopo la parentesi con il progetto “Francesco Di Bella & Ballads Cafè” del 2014 nel quale venivano ripresi in versione acustica i brani dei 24 Grana, l’esordio discografico come solista arriva nel 2016 con “Nuova Gianturco” dal quale arrivano ben tre brani. La title-track cantata a due voci con Lucio Leoni e scandita dallo strumming della chitarra, rannuvolato dalle tensioni dell’elettronica; “Non ho più tempo” caratterizzata dal dialogo tra due chitarre acustiche e dalla voce di di Erika Boschi dei Sinedades ad imprimere sfumature tropical al brano; e “Avevo un progetto” proposta in una versione synth-rock con la complicità alla voce di Paolo Benvegnù. Da “’O Diavolo” del 2018, l’ultimo disco di inediti, ascoltiamo la title track, innervosita dai fumi arabeggianti della chitarra di Carmelo Pipitone e resa implacabile dal timbro inconfondibile di Pierpaolo Capovilla. Continuiamo con una splendida “Rivelazione” interpretata con Marina Rei e pervasa dal malinconico strumming dell’acustica, ravvivato dai fraseggi della chitarra elettrica e dai fill della batteria. Chiudiamo questa passeggiata attraverso la carriera di Francesco Di Bella con una “Rub-a-dub style” che vede la partecipazione di Alessio Bondì e che si lascia accompagnare dagli arpeggi nebbiosi di una chitarra acustica, illuminati dai fraseggi di un mandolino. Lungi da qualsivoglia autocelebrazione “Play with me” è disco di grande spessore che ci fa scoprire sotto una nuova luce le canzoni di Francesco Di Bella, tanto attraverso nuovi e fascinosi arrangiamento, quanto con i duetti che esaltano il taglio poetico delle liriche. 


Giuseppe Provenzano 

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