Vigüela – A la manera artesana (ARC Music, 2022)

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La padronanza dei codici del canto popolare che si traduce in abilità creativa nel cesellare la materia tradizionale è l’humus da cui trae linfa questo nuovo lavoro della band di Castilla-La Mancha, non a caso intitolato “Alla maniera artigianale”. Nella presentazione dell’album, pubblicato da Arc Music in una bella confezione comprendente un booklet con accurate note e immagini, Simon Broughton, direttore responsabile del periodico “Songlines” e insigne studioso delle musiche del mondo, spiega come i Vigüela “abbiano trovato un pubblico sia nella Spagna rurale sia in quella urbana” e come “la loro ‘creatività artigianale’ sia qualcosa di diverso dalla ‘cultura artigianale’ che riguarda modelli e ripetizione. L’una unica, l’altra generica. Quest’ultima è molto comune in molti gruppi amatoriali di ‘coros y danzas’ dai costumi colorati e dalle coreografie stilizzate che esistono in tutto il paese. Vigüela conosce la musica dall’interno e riconosce il suo stile istintivamente”. Ci siamo già occupati a più riprese del quartetto (spesso allargato a quintetto) che traspone in spettacoli il consistente lavoro di studio musicologico e antropologico, basato su parallela attenzione tanto per i documenti storici e sonori quanto per le espressioni acquisite da ascolti diretti di esecutori locali, in occasione della pubblicazione di “Temperamento” e, con una lunga intervista, quando i Vigüela hanno realizzato il doppio album “A Tempo Real”. Di El Carpio de Tajo, villaggio di 2.000 anime a circa 40 km a ovest di Toledo, sono originari il leader Juan Antonio Torres, sua sorella Carmen Torres e la cantante María Nieto, Luis García è, invece, di Braojos, un piccolo villaggio a nord di Madrid, mentre l’ultimo arrivato, il chitarrista David Mollón, è di Alcorcón. In più, nel brano “Camina” al flauto c’è Jorge Pardo (“Best European Jazz Musician” nel 2013 per la Accademia Jazz di Francia, oltre che artista flamenco già nella band di Paco de Lucía). 
Dalla città di Lagartera, famosa per i suoi ricami artigianali decorativi e per la vivacità dei costumi tradizionali, proviene il ricamo che campeggia in copertina, creato dalla ricamatrice locale Maria José, che ha appreso la tecnica dalle generazioni precedenti. “A la manera artesana” è un caloroso e appassionato campionario di stili regionali, un viaggio di 71 minuti nella Spagna rurale, prodotto dal vigore delle voci dei singoli e dalla forza del canto a più parti (ben quattro vocalità differenti) e si compone di espressioni canore come tonadas e sones, eseguite a cappella e forme di danza (fandango, rondeña, seguidilla e jota). Come sempre lo strumentario dei Vigüela comprende chitarra acustica e guitarro manchego, liuti, ribeca, battito delle mani e numerose percussioni: nacchere, tamburo a cornice, tamburo a frizione (zambomba), triangolo, utensili da cucina quali padelle, pentole, bottiglie e mortai. Le prime quattro canzoni ci portano nel repertorio de La Mancha Alta e La Mancha de Vejezate, territori poco esplorati dai musicologi e raramente registrati sul campo. L’attacco è di quelli davvero turbinosi per senso del ritmo e colore canoro: si tratta del singolo “Extrellitas matutinas”, un fandango ispirato a un brano contenuto nel quarto volume di “Magna Antología del Folklore Español”, opera del folklorista Don Manuel García Matos. Va detto che il gruppo riporta con accuratezza le fonti alle quali attinge nella riproposta artistica. Più avanti, in “El pie derecho” emoziona il canto melismatico di Torres, al quale si uniscono le altre tre voci disposte in forma di call & response. Di grande interesse è senz’altro il set di “Tonadas por toreras”, nelle quali si rinnova lo stile di chiamata e risposta. 
È una sequenza di versioni attestate in diversi villaggi castigliani. Oggi, questi motivi non si cantano più nei cerimoniali di attesa dell’ingresso dei tori, ma sono diventati canti del repertorio natalizio. Nel tragitto proposto dal quintetto incontriamo un’altra forma che testimonia la ricchezza espressiva di questa parte della Spagna: parliamo del “son de la zambomba", canti accompagnati dal tamburo a frizione. “El cantar del pollito” è un canto cumulativo eseguito alla vigilia di Natale. Di diversa fattura è “Antón, a la miel”, canzone dagli espliciti riferimenti sessuali. Oltre, alcuni sones, che riflettono le consuetudini della vita di paese, sono eseguiti con voce, tamburo a frizione e mortai. Si inizia con “La dicha de la cigueña”, in forma responsoriale, segue “Pajarito lindo”, cantata da una voce femminile solista accompagnata solo dal tintinnio, mentre “Que vengo de lavar del rio”, ancora in forma responsoriale, vede la presenza della zambomba accanto agli strumenti metallici. Invece, “Finiquito de un gañán” (La liquidazione del bracciante) è un romance che descrive la lite tra un capo e un lavoratore che si licenzia e cerca di ottenere ciò che gli è dovuto. La successiva “El cantar de André José” è un altro romance, ma non proviene dal repertorio di tradizione, eppure si fatica a distinguerlo da un motivo popolare antico. Racconta di sofferenza, ingiustizia e sfortune patite da un migrante colombiano in Spagna. Un vero e proprio manufatto artigianale, in cui stilemi musicali di tradizione orale si combinano con il testo di Antoni Guzmàn Madrigal, vincitore di un Conciertajo, una gara di racconti lanciata dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani con particolare riferimento a quelli riguardanti tutti gli aspetti del lavoro. Una poesia di Antonio Machado ha ispirato le due tonadas della conclusiva malagueña “Camina”, dove alle voci si unisce il flauto di Pardo che si lancia in un’improvvisazione nel finale del pezzo. “A la manera artesana” è una generosa ed encomiabile celebrazione, per niente polverosa, di canti e danze di vita delle comunità locali: è arte poetica terragna, pulsante e vigorosa dalla terra di Don Quixote. 


Ciro De Rosa

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