Mara Redeghieri, La Scighera, Milano, 25 febbraio 2022

E’ finalmente partito, dopo il rinvio causa pandemia, il tour invernale 2021 / 2022 del nuovo spettacolo di Mara Redeghieri, "Futura Umanità, Canti e Poesie di Libertà e Rivolta”. Il nuovo progetto dell’ex voce degli Üstmamò è un vero e proprio inno alla libertà e alla resistenza senza tempo, in cui l’artista propone, assieme ad alcuni brani del suo ultimo lavoro discografico, una scelta di canti popolari, partigiani e anarchici di rivolta, alternati a letture di scritti e poesie che raccontano la stessa disperazione e desolazione dei poveri e degli oppressi raccontate nelle canzoni eseguite. Un reading – concerto, che l’artista ha dedicato espressamente a Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, la cui esperienza ha evidentemente colpito positivamente la cantante. Mara Redeghieri si è avvicinata al patrimonio musicale popolare già da alcuni anni, con un percorso di studio e ricerca che l’ha portata a pubblicare il progetto Dio Valzer del 2010, raccolta di canti di rivolta, partigiani e anarchici, e nel 2015 il disco Attanadara, approfondimento di quell’indagine sul canto popolare. Alcune di quelle canzoni sono presenti anche nello spettacolo odierno, che di quei progetti è evidentemente il naturale proseguimento. I pochi brani originali del suo repertorio presenti in scaletta sono eseguiti in apertura di concerto: prima “Madre Dea”, seguita da una lettura di un brano di Erri De Luca dedicato all’esperienza di accoglienza del comune di Riace, poi “Uomo ner” o e “Augh”. Brani e letture che si integrano alla perfezione, e rappresentano alcuni dei temi principali dello spettacolo: la terra e l’emigrazione. 
Da qui inizia il viaggio nel patrimonio storico della canzone popolare, con “Partono gli emigranti” in una versione acustica con contrabbasso e chitarra, tratta dal repertorio di Giovanna Marini, che la Redeghieri dichiara essere troppo importante per lei, e quindi non poteva non essere presente in questo spettacolo. Così come “Bella ciao” nella versione delle mondine, che la cantante dedica a tutte le lavoratrici emigranti italiane, a partire da sua madre che venne giovane a lavorare proprio a Milano. L’altro tema portante dello spettacolo è quello della resistenza e della guerra, e qui la scelta cade sul canto popolare “Il bersagliere (Il Partigiano”), sul celebre “O Gorizia” e sulla lettura di in testo di Pietro Calamandrei del 1946 sull'antifascismo e i pericoli del fascismo, lettura quanto mai attuale, cosi come quella della poesia L'Odio di Wislawa Szymborska: un testo che questa sera, quando alle porte dell’Europa si sentono le esplosioni delle bombe, assume un significato ancora più profondo. Non manca un altro classico dei canti della resistenza, “I ribelli della montagna”, che chiude il concerto come unico bis. C’è anche un altro tema importante al quale Mara Redeghieri tiene molto, ed è quello del pensiero anarchico e libertario, qui rappresentato da canzoni come l’”Inno individualista”, “La ballata di Sante Caserio” e “Il galeone”. 
La lettura di un brano tratto da "La Roba" di Giovanni Verga ci introduce a "Cupamente", l'unico altro brano originale presente in scaletta, il cui protagonista è parente stretto di quel Mazzarò descritto dal Verga. La chiusura del concerto è un omaggio a due grandi figure della canzone italiana: Fausto Amodei, di cui propone una bella versione dell’ironica “Il Tarlo”, e una divertente versione nel dialetto di Villa Minozzo di “El me gat” di Ivan della Mea. Accompagnata da Lorenzo Valdesalici alla chitarra e Nicola Bonacini al contrabbasso, Mara Redeghieri ha saputo coinvolgere il pubblico, dimostrando grande semplicità e consapevolezza, trattando temi pesanti con il suo atteggiamento sempre leggero, sorridente, avvicinandosi ai grandi classici quasi in punta di piedi e con molto rispetto. Il periodo degli Üstmamò sembra ormai un lontano ricordo, e lei stessa, sorridendo, dice che alla sua “veneranda” età non si vede a cantare canzoncine pop, preferendo recuperare il patrimonio della canzone popolare, nella speranza “che la memoria del passato illumini e renda degno il nostro presente”. 


Giorgio Zito
Foto e video di Giorgio Zito

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