Xanthoula Dakovanou – Lamenta (Quart de Lune, 2021)

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Terzo album, dopo “Trio Tzane-Gaïtani” (Naïve, 2010) e “La Dame et la Barque” (Quart de Lune, 2015) per Xanthoula Dakovanou, compositrice e cantante greca a suo agio fra tradizione greca e bizantina, balcanica e, più in generale, del Mediterraneo orientale. È stato registrato ad Atene e prodotto, come i primi due, a Parigi. Qui Xanthoula Dakovanou è arrivata per legare gli studi di medicina alla musica, studiando musicoterapia: “È stato il motivo per cui ho lasciato la Grecia, provando ad approfondire le mie ricerche nel campo della psicoanalisi e della musica. Vengo da una famiglia di rifugiati politici del nord della Grecia. I miei genitori sono nati a Tashkent, in Uzbekistan: i loro genitori si trovavano lì perché erano rifugiati politici, a causa della guerra civile che avvenne in Grecia. Tashkent mi ha sempre affascinato da bambina. Quante storie ho ascoltato su questa città, senza esserci stata. Sono riuscita ad andarci solo dopo aver compiuto i trent’anni”. Questo nuovo lavoro nasce dalla collaborazione con la compagnia belga Siamese di danza contemporanea e con i coreografi Koen Augustijnen e Rosalba Torres Guerrero: “Lamenta” è stato presentato nel 2021 al Festival di Avignone e a dicembre a Parigi a La Villette di Parigi nell’Espace Charlie Parker. Danze e musiche si ispirano alle tradizioni musicali della Grecia settentrionale, senza preclusioni per l’incontro con elementi rock e jazz. Coinvolge sedici musicisti che permettono di interpretare i diversi brani con un’ampia varietà di formazioni, dal trio all’ottetto: le voci della stessa Xanthoula Dakovanou insieme a Lefkothea Filippidi, Avgerini Gatsi e Thanassis Tzinas, i clarinetti di Nikos Filippidis e Dimitris Brendas, Kostas Filippidis al liuto, Ourania Lampropoulou al santouri, Dimitris Katsoulis e Stefanos Filos ai violini, Alexandros Rizopoulos alle percussioni e alla voce. A loro si è unito il cantante e flautista francese Magic Malik e la sezione ritmica composta da Kleon Antoniou (voce e chitarra elettrica), Antonis Maratos (basso elettrico e contrabbasso), Panos “Tsiko” Katsikiotis (batteria), Solis Barkis (percussioni). Principale fonte d’ispirazione per le musiche sono i “miroloï” dell’Epiro, canti di lamentazione che rimandano alla perdita, alla separazione non solo a causa di un lutto, ma anche quando qualcuno lascia la propria famiglia per sposarsi o per emigrare. “Lamenta” sa percorrere i diversi momenti che caratterizzano l’esperienza della perdita leggendoli attraverso i canti, la musica, la danza, veicoli di espressione collettiva di dinamiche affettive che in questo modo possono essere condivise, comunicate rielaborate. I primi quattro brani interpretano, con variazioni d’organico, lamentazioni tradizionali e sono seguite da “Vlacha”, canto polifonico a tre voci (Dakovanou, Magic Malik, Rizopoulos). I rimanenti sei brani traggono ispirazione dal repertorio tradizionale e lo rielaborano con composizioni originali, in due casi solo strumentali: è il caso di “Electric Berati”, che ha per protagonisti Malik, Filos e Andoniou, e di “Fighting the waves” che lascia spazio alle percussioni di Barkis e Rizopoulos. L’ultimo brano, “Zoe”, torna al canto polifonico dell’Epiro, affidato alle voci di un quartetto composto da Dakovanou, Antoniou, Brendas, Rizopoulos. “Lamenta” ci consegna così un percorso che ha la capacità di mettere in luce rituali locali di lutto, oggi sempre più rari, e di mostrarci come possano essere fonte viva di ispirazione musicale creativa, di confronto col dolore, liberando vibrazioni che permettono di attraversarlo in direzione di un sentimento collettivo di vita e di mutuo sostegno. 


Alessio Surian

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