Séamus McGuire with Steve Cooney – An Irish Viola/Vióla Gaelach (Autoprodotto, 2021)

Strumento dalla tessitura intermedia tra violino e violoncello, la viola non aveva acquisito il ruolo di protagonista in un album di musica tradizionale irlandese prima che Séamus McGuire ovviasse a questa mancanza. Qui, si parla del veterano violinista, originario della contea di Sligo ma residente nel Donegal, personalità di prestigio della tradizione musicale irlandese (basti pensare che un altro archetto sopraffino, Charlie Lennon, compose un reel intitolato “Master Séamus” per l’allora quattordicenne McGuire, che l’anno successivo avrebbe vinto la competizione “Fiddler of Dooney”). Didatta di lungo corso in patria e oltreoceano, membro dei gruppi Buttons & Bows e West Ocean String Quartet, McGuire – che è anche un medico professionista – vanta un curriculum impressionante di dischi, progetti, collaborazioni e riconoscimenti per la sua carriera artistica. Da tempo McGuire coltivava l’idea di trasporre il repertorio tradizionale sulla viola, proposito non sorprendente per un musicista di formazione classica come lui, che ha sempre inteso intersecare stilemi popolari e moduli colti. Il lockdown si è rivelato occasione per uno slancio creativo. Séamus ha colto l’opportunità di dedicarsi al progetto solista sulla viola, coinvolgendo un altro asso, il chitarrista e compositore Steve Cooney, australiano trapiantato in Irlanda, anch’egli residente nella contea di Donegal. Attraverso uno studio meticoloso, McGuire ha selezionato i materiali, danze, slow air e song che attraversano i secoli, esaltate dal timbro dolce e scuro del suo strumento elettivo. Michiel De Hoog è il liutaio di origine olandese ma di residenza dublinese che ha costruito la viola, mentre l’archetto è stato realizzato dal musicista e costruttore di Nantes Michel Jammoneau. L’album è stato registrato in due studi dell’estremo nord-ovest irlandese, il Groove Shack del sound engineer Billy Robinson e l’Éíníní dello stesso Cooney. Partenza alla grande con “The Dreamer's Reel”, composizione di McGuire per viola, motivo dominato da un incedere lento, cui segue la melodia della canzone d’epoca napoleonica “The Bonnie Bunch of Roses”, in cui le potenzialità della viola sono messe in risalto dal fraseggio sapientemente sostenuto dalla chitarra di Cooney, in una parola: sublime. Violino e viola si intrecciano nel set di jig “I was Born for Sport/The Boys of Coomanore”, mentre in “Madame Maxwell” di Turlogh O’Carolan, tema dalla fisionomia cameristica, la coppia esplora tutte le sfumature melodiche create dal compositore vissuto a cavallo tra XVII e XVIII secolo. Ci spostiamo avanti di un secolo con la melodiosa “Peggy’s Dream” e con “An Buachaill Dreoite” (entrata nel repertorio del piper Willy Clancy), entrambe provenienti dalla celebre raccolta del canonico James Goodman. Coglie nel segno pure “The Crabs in the Skillet”, che offre un’altra perfetta simbiosi tra il colore profondo della viola e l’argentina limpidezza delle corde del chitarrista. Dalla penna di un grande compositore novecentesco arriva “Paddy Fahey’s Reels No.18 & No. 8”, che riporta al centro le movenze danzanti. Una profusione di emozioni suscitano il celebre tradizionale “An Buachaill Caol Dubh” e “Planxty Stackallan”: la seconda è composizione del nuovo millennio di Neil Martin (membro del West Ocean String Qtet). Siamo di fronte a due esplorazioni delle sottigliezze timbriche della viola che, qui, assume una pronuncia cameristica. Freschezza e maestria nell’interpretazione di due motivi che rendono omaggio alle rinomate tradizioni violinistiche d’Irlanda: l’hornpipe “The Purple Heather” proviene dal repertorio di Vincey Campbell, fiddler del Donegal, mentre “Lad O’Beirne's Reel” è una sorta di tributo allo stile di Sligo, incarnato dai maestri irlandesi-americani James O’ Beirne e Paddy Killoran, conosciuti da Séamus in gioventù. Prezioso il commiato, portato con la versione strumentale della song “An Londubh is an Chéirseach”, dove la compenetrazione appassionata tra i due strumenti si rivela ancora superlativa. La profondità di timbro della viola, combinata con i ricami della sei corde di un artista del calibro di Cooney, rende “An Irish Viola/Vióla Gaelach” un’elegante e formidabile squisitezza. Ne saprete di più visitando il sito seamusmcguiremusic.com. 


Ciro De Rosa

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