Sciamana e cantora messicana, ma originaria della Costa Rica, Chavela Vargas (1919-2012) è considerata una delle grandi leggende della musica sudamericana, avendo riscritto le regole della canciòn ranchera, prima ad appannaggio degli uomini e che reinterpretò con voce tesa e appassionata. Dopo aver debuttato negli anni Cinquanta, divenne in breve tempo molto popolare in Sudamerica e in Europa, finché alla fine degli anni Settanta, a causa dell’abuso di alcool fu costretta al ritiro delle scene. Solo nel 1990, tornò a far parlare di sé con la sua partecipazione a film “Grido di pietra” di Werner Herzog, mentre la riscoperta del suo repertorio da parte del pubblico la si deve non solo al film “Frida” di Julie Taymor al quale partecipò cantando la “Llorona”, ma anche alle colonne sonore di Pedro Almodovar in cui non manca mai un brano del repertorio della cantante messicana. Completamente libera, intransigente e trasgressiva, Chavela Vargas fece della sua vita un tutt’uno inscindibile con l’arte. Girava vestita da uomo, accompagnata da una pistola e fumando il sigaro. Non nascose mai il suo amore per le donne e fu amica ed amante della pittrice Frida Kahlo, ma rivelò al mondo la sua omosessualità solo ad ottantuno anni. Incantò letteralmente alcuni protagonisti dell’arte contemporanea come Ava Gardner, Liz Tayor e Joaquin Sabina e fu in contatto con personaggi come Diego Rivera e Luis Echeverría, presidente del Messico dal 1970 al 1976. A questa straordinaria figura di donna e di artista, la cantautrice fiorentina Letizia Fuochi ha dedicato il pregevole album “Fuegos Y Chavela” nel quale ha raccolto le riletture di otto brani che rappresentano l’ossatura dello spettacolo di teatro-canzone “Fuegos y Chavela - Storia di Chavela Vargas: i pensieri, le parole e la musica di una grande “cantastorie”. A riguardo la Fuochi sottolinea: “Scoprirsi attraverso le parole, le intenzioni, i suoni dell'anima della Cupaima, mi ha resa autrice, non solo interprete delle sue canzoni; ho raccolto e riconosciuto le intenzioni, l'oscurità e la luce, il coraggio, la sfrontatezza dell'amore, l'estasi e l'ebbrezza, il desiderio e la pena assoluta della perdita, della conquista e della gelosia. Un racconto al femminile, in cui ogni canzone è una dedica - proprio come direbbe Chavela - a tutte le donne del mondo: madri, figlie, sorelle, spose, amiche, amanti, così come alla Luna entità suprema che governa la notte e ci regala le stelle. La sua voce possiede una dimensione fisica, i silenzi nelle sue canzoni sono uno strappo, una lacerazione, rilasciano emozioni antiche, profonde e autentiche da togliere il fiato; alla fine di ogni ascolto se ne esce purificati: Chavela Vargas non è solo una cantante messicana, Chavela Vargas è il Messico”. Il risultato è un atto d’amore appassionato nel quale le canzoni della cantante messicana brillano sotto una nuova luce, grazie alle intense interpretazioni di Letizia Fuochi (voce e chitarra) e agli splendidi arrangiamenti in cui spiccano le corde di Francesco “Frank” Cusumano (chitarre) e l’ampia varietà di percussioni di Ettore Bonafé (congas, def muto, bongò, shaker, block e cembalo). Aperto da una sinuosa versione di “Macorina” in cui la cantautrice toscana ci regala una intensa interpretazione, il disco entra nel vivo con la sequenza la romantica “Adoro” e la passionale “La Nina Isabel” e tocca il suo vertice con la superba rilettura di “Paloma Negra”. L’evocativa “Las Simples Cosas” in cui spicca il brillante lavoro alle chitarre di Cusumano, ci introduce alle gustose versioni di “No Volveré”, “No Soy De Aqui” e “La Lloron” che completa un disco di eccellente fattura che non mancherà di appassionare quanti vi dedicheranno un attento ascolto.
Salvatore Esposito