Divanhana – Zavrzlama (CPL-Music, 2022)

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Il 28 gennaio, Sarajevo, è arrivato il sesto album per i Divanhana, il quarto registrato in studio, a Lubiana in compagnia del produttore sloveno Janes Križaj, con il singolo “Ćilim” presentato esattamente dieci anni dopo il lancio del loro primo brano, “Evo srcu mome radosti”. Il nome del disco, “nodo” in bosniaco, rimanda all’idea che le vite di chi abita in Bosnia e Erzegovina sono particolarmente intersecate e influenzate da diverse tradizioni e religioni. Così lo racconta il gruppo: “In questo annodarsi, i nostri fiumi, i loro affluenti e i torrenti costeggiano le nostre montagne: da lì in alto da possiamo vedere l'intero pianeta e diffondere la sevdah, con strumenti diversi, strutture ritmiche e testi, fatti di amore, umorismo e tragedia. “Zavrzlama” è la nostra sevdah: l’abbiamo tessuta mettendo tutto il nostro cuore in questo album. Il tempo che abbiamo trascorso in isolamento, l’abbiamo usato per comunicare col nostro pubblico attraverso le reti sociali e dai concerti della quarantena abbiamo tratto canzoni che abbiamo raccolto in un primo EP chiamato “Quarantine EP”. I due anni di pandemia li abbiamo passati a finalizzare il nuovo album, dando gli ultimi ritocchi dell'album in studi casalinghi improvvisati. Raccogliere musica da diverse parti del mondo, suonare e creare online con altri musicisti è stato davvero delicato e complesso, che ci ha richiesto di essere al tempo stesso musicisti, ma anche psicologi e motivatori”
Il quintetto base vede in primo piano la voce di Šejla Grgić sostenuta dal pulsante incastro ritmico basso-percussioni cui danno vita Azur Imamovic e Irfan Tahirovic, in dialogo con la fisarmonica di Nedžad Mušovic ed il piano di Neven Tunjic, affiancati in quasi tutti i brani dalla chitarra di Adin Taletović. La novità di “Zavrzlama”, accanto ad arrangiamenti di brani tradizionali o di successi, come “Peno” del leggendario cantante rom Šaban Bajramović, sono i brani composti dai membri del gruppo, in particolare Neven Tunjic che da solo ne firma quattro. Poi ci sono le collaborazioni. Nella primavera 2020 il gruppo ha ricevuto una chiamata da Danica Krstić, all’epoca ancora attiva con i Balkanika (esperienza purtroppo segnata dalla morte di Sanja Ilić per Covid, il 7 marzo 2021). Ne è nata una collaborazione musicale con la visita di Danica a Sarajevo. Nelle parole del pianista Neven Tunjić: “Dopo poche prove, la musica è sbocciata ed è nata una nuova canzone. La storia di due giovani, con un desiderio ardente di abbracciarsi ed amarsi, ha preso forma nella composizione ‘Voće rodilo‘, di cui siamo tutti molto orgogliosi e soddisfatti”. Per Danica Krstić: "Durante il tempo trascorso insieme a registrare a Sarajevo a maggio 2020, siamo giunti alla conclusione che la
nostra amicizia è unica. Ci siamo incontrati attraverso la radio. Ero ospite di un programma di Radio Beograd, dove hanno trasmesso un brano dei Divanhana e li hanno invitati ad annunciare il loro prossimo concerto a Belgrado; in quell’occasione mi hanno invitata come ospite nel loro concerto. La nostra amicizia è nata in quel momento e si è sviluppata sul palco e nei diversi luoghi dei Balcani dove ci siamo incontrati e abbiamo suonato insieme. Fin dal primo momento avremmo voluto fare qualcosa insieme e così è nata ‘Voće rodilo’, riflesso della nostra amicizia”
. La penna del compositore serbo Radivoje Radivojevic regala "Opa Opa", vento latino che si insinua con la clave scandita dal battito delle mani e dalla possente tromba di Rok Nemo Nemanić, protagonista di un trascinante solo, cui si affianca da protagonista la voce di Šejla Grgić che trascina con sé un bel coro. Chiude l’album “Zova”, a conferma del talento compositivo di Neven Tunjić e della compattezza e abilità interpretativa del gruppo, sia nei brani più lenti e sentimentali, sia, come in questo caso, quando si tratta di far alzare tutti in piedi e lasciarsi trasportare dal ballo. 




Alessio Surian

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