Aèdes – Camin Sobiran (Pagans, 2021)

San Salvador, Cocanha, La Mal Coiffée e Vix Bigerri, per non parlare, poi, dei veterani Lo Còr de La Plana e Massilia Sound System: sono alcune delle band che a buon diritto stanno dando un contributo decisivo al successo delle nuove polifonie vocali occitane del sud-ovest della Francia nel circuito delle musiche del mondo. Senza indugio, si aggiunge all’elenco anche Aèdes: Lutxi Achiary (che canta anche con Estelum e Albada) e Thomas Baudoin (membro di Artús, D’en Haut e Aronde), un duo che canta accompagnandosi solo con tamburo di corde, shruti box e sonagli. “Sentiero di cresta, sentiero sovrano, questa linea sottile che domina tutto e riunisce due tratti di montagna, così come il cielo e la terra nella sua estremità più alta. Questa strada sublime e talvolta caotica dove tutto può cambiare da una parte all’altra. Linea di scambi, sentiero del cuore e dei rapporti d’amore, sul filo del rasoio. Strada solida, nodosa e densa dell’unione, legame attraverso il quale i flussi essenziali e vitali circolano in entrambe le direzioni, tra la cima e le radici dell'albero, da una parte all'altra, da un essere all’altro. Qui si raccontano storie più che cantare canzoni, come si usa nelle culture da cui provengono questi repertori”: così la coppia introduce il primo album di lunga durata, intitolato “Camin Sobiran”, mixato e masterizzato da François Dumeaux e pubblicato dall’etichetta guascona Pagans (https://pagans.bandcamp.com). Due voci che procedono per parallelismo, appoggiandosi a bordoni e ostinati ritmici prodotti dal tamburo a corde, percosso con bacchette o pizzicato, e dallo shruti box. Il mondo sviscerato dal canto in lingua occitana è quello tradizionale orale, fatto di piccole storie, di personaggi e di vicende che provengono nella quasi totalità dalla regione del Béarn. Aprono con un canto di “spartenza”, “Adiu la bera Margoton”, in cui l’amato si congeda per andare in guerra. In “Jana-Maria” il pizzicato ritmico e il drone metallico accompagnano le voci, che interpretano a cappella “Dins La Forèst del Rèi”, una “cançon segaira”, ossia un canto di raccolto dell’Haut Agenais. La successiva ‘Joena l’An Maridada/La Naranja’ mette insieme un tema del Béarn e un tradizionale spagnolo per complessivi quindici minuti. Il brano inizia con la sola voce di Thomas, sostenuta dal shruti box, entra, poi, Lutxi e la coppia procede sul bordone dello strumento indiano e dei sonagli fino all’attacco del motivo iberico in cui i due cantanti si alternano o procedono parallelamente accompagnati da secchi e brevi colpi del tamburo a corde. Segue il lamento “A Malaja La Bugada”, altro tradizionale béarnaise. Bordone risonante e corde percosse vanno insieme alla splendida combinazione vocale ascoltata in “La Hèira d'Estang”, cui fanno seguire “Aqueras Montinas”, una variante locale di un classico tradizionale, che è una sorta di inno nei Pays d’Oc e in area pirenaica. Notevole anche la chiusura, di nuovo per voci a cappella, con la fascinosa “Vre diu de mas amors”. Un amalgama di voci decise e sicure, che testimonia la stagione felice per la scena occitana. Non ci resta che sostenere la buona musica. 


Ciro De Rosa

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