Marcello Giannini – Teresa (NoWords/Self, 2021)

Virtuoso chitarrista e compositore, ben noto per essere stato il fondatore degli Slivovitz, storica band partenopea jazz-rock, Marcello Giannini Giannini (chitarre, basso, drum programming, sintetizzatori, voce) vanta un articolato percorso artistico nel corso del quale si è mosso attraverso molteplici ambiti musicali spaziando dalla collaborazione con Enrico Rava con il quale ha inciso il magnifico “Rava on the dancefloor” a quelle con Daniele Sepe e 99 Posse, per giungere alle più recenti con Nu Guinea nel sorprendente “Nuova Napoli”, Guru e Flo con la quale ha inciso “La Mentirosa” e “31Salvitutti”. Parallelamente, il chitarrista napoletano ha coltivato anche un suo percorso come solista dando alle stampe una serie di pregevoli lavori “Frammenti” nel 2015, “Digital Desert” del 2017 e "Delirium Tremens” nel 2020. Ad un anno di distanza da quest’ultimo lo ritroviamo con “Teresa”, album dedicato alla nonna e nel quale ha raccolto otto composizioni originali incisi con un eccellente cast di strumentisti composto da Marco Castaldo (batteria), Riccardo Villari (violini), Stefano “Mujura” Simonetta (basso), Derek Di Perri (armonica), Pietro Santangelo (sassofono), Michele Maione (percussioni, piatti), Paolo Petrella (contrabasso), Andrea De Fazio e Stefano Costanzo (batterie addizionali). Rispetto ai precedenti, questo nuovo disco presenta un sound più essenziale e più marcatamente legato al rock e al blues, il tutto impreziosito da un approccio morriconiano alla chitarra. In questo senso, particolarmente significativa è stata la scelta di impostare la composizione dei brani partendo dalle tracce ritmiche della batteria su cui sono state aggiunge linee melodiche semplici ed evocative nelle quali spesso fa capolino anche la voce, utilizzata come uno strumento aggiuntivo. A riguardo Giannini, nella presentazione, racconta: “Ogni disco che pubblico a nome mio è come un diario di viaggio sulla mia personale ricerca musicale e sugli ascolti e incontri musicali che faccio durante anni. Quest'ultimo lavoro nasce dalla necessità di riscoprire il lato più semplice della composizione dopo le collaborazioni con Nu Guinea e il produttore Seb Martel in occasione del disco 31Salvitutti di Flo. Questi incontri mi hanno ispirato e ho avuto il bisogno di creare una musica meno legata al mondo jazz-rock ed elettronico e di lavorare ad una musica fatta di armonie semplici e strutture più simili alla forma canzone”. Certamente, anche in questo caso, non mancano le sperimentazioni con campionamenti di vecchie e nuove registrazioni, così come l’utilizzo dell’elettronica, ma ciò che colpisce è l’impatto sonoro dei brani che sembrano tutti incisi dal vivo in presa diretta. Pubblicato in digitale e in Lp 180 grammi, il disco si apre con le atmosfere desertiche della malinconica title-track che si sviluppa in crescendo guidata dalla slide guitar. Si prosegue con il post-rock di “Kairos” con la chitarra suonata con il bootle-neck che incontra l’armonica di Derek Di Perri e ci proietta verso le spiagge di “Rio de Janeiro” con un solare samba guidato dal contrabbasso di Paolo Petrella e dalla batteria di Marco Castaldo, in cui si inserisce magistrale il tocco chitarristico di Gianni. Chiude il lato A, “Il re della notte”, sonorizzazione di una immaginaria graphic novel, sospesa tra minimalismo e sperimentazione, per la quale è stato realizzato un bel video-clip firmato da Andrea Bolognino. L’apertura del lato B è affidata a “Il grande reset” nei cui riverberi post-apocalittici si riflette l’auspicio di una nuova ripartenza per l’umanità dopo la pandemia, ma è con le complesse architetture sonore minimali di “Elementi” che si tocca il vertice compositivo del disco. Allo stesso modo pregevole è “Ritrovamenti” che con le sue aperture prog-rock ci conduce verso il finale con la dark wave notturna di “Serotonina” in cui brilla il sax di Pietro Santangelo e che sfocia in un finale inaspettato in chiave jazz. “Opere tra le più intense e personali di Marcello Giannini, “Teresa” è un album di assoluto pregio sia concettuale sia prettamente compositivo. 


Salvatore Esposito

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