Jaques Morelenbaum e il suo violoncello sono di casa a Padova dove ha avuto opportunità per presentare progetti diversi. Questa volta, per un’anteprima del Padova Jazz Festival – 10-21 Novembre – era in compagnia della chitarra acustica e della voce calda di Fred Martins. Entrambi sono cresciuti musicalmente a Rio de Janeiro, anche se dal 2010 Martins risiede a Lisbona.
Il duo mostra un’invidiabile intesa ed un perfetto amalgama sonoro, evidente fin dai brani di apertura che chiamano in causa il duo forse più famoso di brasiliani, Gilberto Gil e Caetano Veloso, autori, rispettivamente, di “Eu Vim Da Bahia” e “Coração Vagabundo”. Entrambi i brani rimandano a preziose collaborazioni dei due bahiani, con dimora a Rio, con il violoncellista anche in veste di compositore e all’album di Morelenbaum del 2014 "Saudade do Futuro...Futuro da Saudade". Martins offre un’impeccabile esecuzione sia come cantante sia come chitarrista e Morelenbaum ha le mani libere per esprimere il meglio dal suo violoncello a cinque corde. Introduce i brani e li impreziosisce con assoli dallo spiccato senso melodico per poi accompagnare, col pizzicato, nella parte grave dello strumento, le parti vocali, proprio come se al duo si aggiungesse un agile contrabbasso. Insomma, un concerto che offre alcuni dei brani più belli della musica d’autore brasiliana, con arrangiamenti al tempo stesso intelligenti ed essenziali nell’arrangiamento ed inventivi nei colori.
Da "Saudade do Futuro...Futuro da Saudade" viene anche “Vocé e eu”, un classico firmato da Carlos Lyra e Vinicius de Moraes, occasione per Morelenbaum per inserire nel solo citazioni dal repertorio di Jobim (di cui è stato fedele collaboratore nel decennio fino al 1994) e chiudere il brano con una modulazione che rimette in gioco le cellule melodiche di “Aguas de Março”. Nell’esecuzione di “Vocé e eu”, così come in quella del classico di Antonio Carlos Jobim e Newton Mendonça, “Caminhos cruzados”, è evidente l’omaggio del duo alle interpretazioni di Jão Gilberto: colpisce l’accuratezza e la nitidezza con cui Fred Martins riprende le lezioni di Gilberto, uno dei registri che caratterizza il suo nuovo album “Ultramarino”, presentato a maggio, che dà il titolo al concerto, ottavo titolo di una carriera discografica ventennale avviata con “Janelas”. Registrato a Lisbona (come il precedente “Para além do muro do meu quintal”) nel 2019 e 2020, “Ultramarino” mette in relazione le sonorità del Brasile con quelle della penisola iberica e del mondo lusofono, con brani spesso scritti insieme a Marcelo Diniz, come nel caso di “Aragem” (cantata nel disco da Mili Vizcaíno), presentata nella prima parte del concerto con versi fortemente evocativi e attenti al mare come ambito di scambio e comunicazione, ma anche come metafora introspettiva impreziosita dal dialogo fra parti vocali e i poliritmi degli strumenti a corde: “Há um mar que arde dentro dela / O sol” (C’è un mare che arde in lei / Il sole).
“Ultramarino” riprende quattro canzoni cui Martins è molto affezionato e che ripropone in concerto. In studio aveva coinvolto il violoncellista Jed Barahal nell’arrangiamento della romantica “Zona sul”, riservando un dinamico samba “Doceamargo”, già inciso in “Guanabara” (2009), proprio a Morelenbaum. Dal vivo, l’essenzialità della formazione a due esalta le caratteristiche melodiche e ritmiche delle composizioni, così come avviene anche per “Poema velho”. Il quarto brano, il samba “A filha da porta-bandeira”, viene scelto da Fred Martins per la sua unica interpretazione solista, così come avviene nel disco: una pena d’amore che è anche l’occasione per percorrere le relazioni umane che attraversano uno dei luoghi topici della musica e del carnevale carioca, la Estação Primeira de Mangueira.
Nel concerto trovano spazio anche altri brani simbolo della musica popolare brasiliana, da “Futuros amantes”, legato alla voce di Chico Buarque, a “Sem aviso”, che tutti conoscono nell’interpretazione di Maria Rita del 2005 e che fu scritta a quattro mani proprio da Fred Martins con Francisco De Castro Mucci. A una traduzione in italiano di classici brasiliani si sta dedicando Martins insieme alla cantante brasiliana, residente in Italia, Melissa Freire che ha raggiunto i musicisti nella parte centrale del concerto e ha trasformato “Sem aviso” in “Improvviso”, alternando con pari espressività strofe in italiano a strofe in portoghese.
Il finale è tutto carioca, sulle note ed i versi di Jobim e Vinicus de Moraes: “A felicidade”.
Alessio Surian
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