Ensemble Invisibile – Abbracci (Rox Records, 2021)

“Abbracci” è il titolo di questo album che è testimonianza di un’urgenza fortemente avvertita nel drammatico passaggio epocale che stiamo ancora vivendo. Una necessità ancor più sentita da parte di chi pratica il ballo, la cui funzione aggregativa è centrale. Le coordinate musicale di questo lavoro sono riconducibili a quel vasto e ricorrente fenomeno sociale e culturale collettivo paneuropeo (le cosiddette Mazurke Klandestine e, più in generale, il bal folk) che si manifesta nelle circostanze più diverse: in strada, nei centri culturali e nella rete di festival. Perché l’Ensemble Invisibile suona musica per la danza e a motivarlo è proprio la frequentazione di una pluralità di eventi riconducibili al ballo popolare. Un quintetto al suo esordio discografico – si fa per dire, visto che sono coinvolti musicisti non certo di primo pelo –, capitanato da Raffaele Mallozzi (organetto, ideazione e composizione) e costituito da strumentisti versatili che si muovono con apertura mentale tra musica antica, tradizionale, colta e d’improvvisazione. Si tratta di Francesco Monti (violino e cornamusa), Cristina Majnero (clarinetto basso), Renato Ciaralli (chitarra acustica) e Daniele Ercoli (contrabbasso), ai quali si aggiunge un pugno di ospiti: Sandro Pippa (cialamello e percussioni), Luigi Polsini (viola da gamba) e Roberto Stanco (sax soprano). Dunque, un organico acustico dalla fisionomia timbrica articolata, alle prese con il diffuso repertorio da bal folk, in cui entra una varietà di musiche per la danza, di coppia e di gruppo, di matrice nord italiana, francese, occitana e britannica, tra le quali valzer, mazurka, polka, chappeloise, scottish, branle, bourrée, andro e circolo circasso. Va colto il fatto che l’Ensemble propone quindici tracce per un totale – udite, udite! – di 73 minuti che di questi tempi di crisi irreversibile del supporto CD rappresentano una non indifferente messe sonora. A comporre i temi che, pur nella loro idea primigenia di ballabilità, assumono una decisa configurazione melodica, è Raffaele Mallozzi, musicista di gran caratura, ben noto nell’ambiente musicale romano e della didattica delle scuole di musica popolare, attivo in diversi gruppi nonché titolare di un album, “Itineraria”, pubblicato nel lontano 1994 ma che si ascolta tuttora con gran piacere. “Invenzioni a Balfolk con Sentimento Italiano” è una sorta di sottotitolo riportato nelle note che accompagnano il disco: perché siamo di fronte a brani che, se da un lato entrano nel cuore della danza e delle emozioni condivise, nascendo per favorire appoggi leggeri, sospensioni, saltelli e passi concatenati di gruppo, dall’altro si prestano degnamente anche a compiacere il “semplice“ ascoltatore non aduso alla pratica coreutica. I musicisti di “Abbracci” suonano sul serio (e sono stati pure ben registrati), sprigionando note miti e precise, mostrandosi attenti al gioco delle dinamiche. Quella che segue è una scelta del tutto personale, ma più di tutti ci piacciono: “Rosa Rosae”, che poi è la mazurka che apre le… danze, la scottish “Scintilla!”, il valzer a 5 “L’Abbraccio”, il circolo circasso “The North Star”, l’andro bretone “The Snake”, la bourrée a 3 “Gatta Selvatica”, il “Branle d Noimoutier” (con la presenza della viola da gamba), la mazurka “Trad-imento”,, e, naturalmente, “L’Aurora”, un’altra mazurka che annuncia il nuovo giorno. Un’orchestrina rispettosa e affettuosa dà corpo a un’offerta musicale che senza ansia conservatrice propone musiche di composizione molto attraenti, sia per gli avvezzi alla danza sia per gli appassionati di musica acustica tout court che si “accontenteranno” di ascoltare l’album. 


Ciro De Rosa

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