Bandella vista mare – Bandella vista mare (Narrenschiff, 2021)

Tredici composizioni per piccola orchestra, anzi per piccola banda, costituiscono questo interessante album, il cui titolo – “Bandella vista mare” – ci informa su molte delle sue caratteristiche principali. Si tratta di un progetto musicale elaborato da Peter Zemp – compositore e polistrumentista in forza nell’ensemble Pierino e i Lupi – partendo dall’idea della bandella, cioè di una “riduzione” della banda un tempo presente e attivamente incastrata nelle trame della società tradizionale di alcune aree del nord Italia. Un progetto che porta con sé, però, anche un differente livello di elaborazione, che si presenta sia nella struttura dell’ensemble sia nelle esecuzioni delle musiche. La bandella – che aveva una sua autonomia rispetto alla banda e che oggi ancora emerge in rare occasioni esclusivamente in Ticino – era deputata a raccontare in musica particolari avvenimenti, come matrimoni, feste popolari, funerali. La caduta delle sue “funzioni” è, come in tanti casi analoghi, legata al mutamento delle condizioni culturali che, come sappiamo, hanno sospinto alcune forme espressive “popolari” verso posizioni marginali al tessuto sociale contemporaneo. Però, questo scorcio di musica collettiva – nonostante abbia perso molte delle sue connessioni storico-sociali nelle aree in cui era tradizionale – sembra avere tanto da raccontare. Innanzitutto, perché può ricondurre la nostra attenzione su uno spazio sospeso tra la musica scritta e la musica orale. E poi perché – come ci dimostra il programma di Zemp – la sua conformazione rimane permeabile, suscettibile cioè di cambiamenti, di modifiche, di implementazioni raccordate dentro un progetto tutto contemporaneo. In questo quadro la bandella del disco si compone di vari elementi, connessi alle tradizioni ticinesi attraverso esperienze differenti. Ciò che ne esce – se possibile – è una banda originale che, attraverso un approccio organico, cioè consapevole del valore storico-sociale dei repertori a cui si ispira e del ruolo delle formazioni tradizionali, può riconsiderare il ruolo della bandella nella nostra contemporaneità. Peter Zemp sembra voglia fare proprio questo: la vista del mare è, in qualche modo, la dimensione attuale entro cui si staglia la musica proposta nel disco e, allo stesso tempo, i musicisti che producono con lui il progetto definiscono, nel loro insieme, una direzione tutta da scoprire. Una direzione in partenza biunivoca – il paesaggio sonoro nord e sud alpino da un lato e il “mare” dall’altro – che gradualmente potrà incorporare i segni di una scoperta sempre più ampia e profonda. Alcuni di questi segni sono già nell’album, d'altronde. Il collettivo che esegue la scaletta spazia dall’impianto “folk” all’atteggiamento jazz, descrivendo una scena multiforme sin dalle prime battute. I musicisti, a bene vedere, guardano da prospettive diverse alla ricomposizione di una bandella contemporanea. Basta descrivere lo strumentario per avere un’idea del suono e dell’atmosfera: fisarmonica (Zemp), sax soprano (suonato da Albin Brum, il quale firma anche due brani in scaletta), batteria (Matteo “Peo” Mazza), sorretti da un paio di formazioni fondamentali. La prima è Pierino e lupi (di cui abbiamo parlato in queste pagine), con Simone Mauri al clarinetto e Santo Sgrò alle percussioni e giocattoli. L’altra è la Bandella Chilometro Zero – quintetto che attinge ai repertori storici delle bandelle ticinesi – formata da Emanuele Delucchi (clarinetto), Benedetto Castelli (tromba), Stefano Piazza (corno), Daniele Giovannini (euphonium) e Andrea Norghauer (basso tuba). 


Daniele Cestellini

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