Antonio Alemanno Ensemble – Sea Stories (AnimaMundi, 2021)

Polistrumentista e compositore, laureato in Global Music presso la Sibelius Academy di Helsinki, Antonio Alemanno (contrabbasso, oud, violoncello, charango, tamburi a cornice e elettronica) ha focalizzato le proprie ricerche in ambito musicale sullo sviluppo di un originale approccio tecnico al contrabbasso, ampliando sempre di più le potenzialità espressive di questo strumento con particolare riferimento alle connessioni tra la world music, il jazz e l’elettronica. Nel corso degli anni la sua attività si è indirizzata verso la composizione di colonne sonore per la danza e per spettacoli circensi, così come non sono mancate numerose collaborazioni di prestigio e diversi progetti personali come il duo Antonio & Celine, la swing band The Smokey Cats, l’Antonio Alemanno Ensemble e il trio Maredentro. A cristallizzare il cammino compiuto sin ora dal musicista pugliese è “Sea Stories”, album nel quale ha raccolto dieci brani in larga parte originali, incisi con il suo Antonio Alemanno Ensemble, formazione a geometrie variabili composta da eccellenti strumentisti quali Emanuele Coluccia (clarinetto, sax soprano), Giovanni Chirico (sax baritono, alto e soprano), Rocco Nigro (fisarmonica), Vito De Lorenzi (percussioni), Gianpaolo Saracino (violino e viola) e Claudia Fiore (violoncello) a cui, per l’occasione si sono aggiunti, come alcuni ospiti come Canberk Ulas (duduk), Peppe Frana (oud e tarhu), Alessandro Dell’Anna (tromba) e Valerio Daniele (chitarra). Co-prodotto da AnimaMundi e Mad Dog Studio con la collaborazione dell’Arts Promotion Centre Finland e realizzato con il sostegno di Puglia Sounds Records, il disco è un viaggio attraverso un Mediterraneo immaginato in cui si intrecciano suoni, ritmi e melodie unendo sponde e terre lontane, il tutto declinato attraverso arrangiamenti moderni che mescolano l’utilizzo di strumenti della tradizione araba a quelli della tradizione occidentale. L’itinerario sonoro tracciato da Alemanno si dipana dalla Puglia, la sua terra natia, all’Asia, passa attraverso i Balcani e tocca il Nord Africa, raccontando le storie legate al Mare Nostrum, fatte di incontri e luoghi millenari in un alternarsi di atmosfere, colori e suggestioni differenti. A riguardo Alemmanno sottolinea: “Il mare non ha appartenenza nazionale, né politica, non ha schieramenti, il mare è di tutti il mare è lo spazio di una cittadinanza universale, quella che io sento. Questo è il Paese ideale di “Sea stories”. Allo stesso tempo, il mare è inafferrabile, imprevedibile, ha una forza senza eguali, è libertà pura ma anche perdizione, il mare è imponderabile. Sea stories è un diario di viaggio, o meglio un diario di bordo. È tutte le storie che si portano dietro le persone e gli artisti che ho incontrato in questi anni, io che vengo da una terra di approdi e invasioni, e che, ne sono convinto, nel sangue devo avere un lontano antenato saraceno”. L’ascolto si apre con il tradizionale armeno “Aparani” riarrangiato magistralmente dal musicista pugliese ed impreziosito dall’intro di duduk di Canberk Ulas che ci schiude le porte ad una tessitura melodica di grande potenza lirica. Si prosegue con la danzante “All I Haven’t Said”, giocata su rimandi tra Sud America e Medio Oriente e guidata dal ritmo dei tamburi a cornice, dell’oud e del contrabbasso, e la gustosa “Salento” una jurjuna in 10/8 nella cui melodia si sovrappongono le immagini della campagna salentina e ricordi di viaggi in Egitto, Palestina e Turchia. Se “On the Road” è una piccola ma intensa jam per contrabbasso e duduk suonato da Ulas, la successiva “Radio Istanbul” è uno splendido ritratto della capitale turca, da sempre ponte tra Oriente ed Occidente, che spicca per lo splendido arrangiamento di Giovanni Chirico che giganteggia al sax nel dialogo con percussioni e oud. La storia d’amore racchiusa in “Alberobello” ci riporta in Puglia, mentre “Fire” è una danza in crescendo ispirata gli elementi della natura: aria, acqua, terra e fuoco. In “Waves II” ritornano le istantanee dei viaggi in Medio Oriente e fa da preludio perfetto all’intensa For Gaza, scritta con Emanuele Coluccia ed arrangiata da quest’ultimo, e dedicata alle lotte dei palestinesi sulla striscia di Gaza. La scoppiettante e divertente “Seal Song” chiude un disco ricco di belle intuizioni compositive e musicali che rappresentano una interessante base di partenza per le future esplorazioni sonore in ambito jazz-world di Antonio Alemanno. 


Salvatore Esposito

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