Cantante ed autrice brasiliana di origine Yoruba, Nilza Costa è nata a Salvador de Bahia, città affacciata sulle coste dell’Oceano Atlantico, dove ha vissuto sin da piccola a stretto contatto con la musica, frequentando con la nonna materna le feste Candomblé, religione legata alla mitologia popolare dell’Africa Occidentale e basata sul culto degli Orixas divinità archetipali considerate emanazioni del Dio unico, Olorun. Dopo aver mosso i primi passi cantando come solista nel coro della Chiesa di San Lazzaro a Salvador, nel 2006 si è trasferita stabilmente in Italia, a Bologna, dove ha approfondito lo studio del canto con l’artista fiorentina Beatrice Sarti, per dedicarsi successivamente allo studio e alla ricerca sulle forme musicali della tradizione afro-brasiliana come il Candomblé, la Capoeira, Samba Duro, Maculel ê e la Cantigas de Roda. Da questo percorso di riscoperta delle proprie radici culturali, ha preso vita la sua personale ricerca stilistica che l’ha condotta a cristallizzare, negli anni, un originale approccio al canto nel quale un moderno approccio jazz si accompagna ad un forte legame con la musica afro-brasiliana. Dopo aver debuttato nel 2014 con “Revolution Rivoluzione Revolução” in cui sperimentava l’intreccio tra ritmiche afro e sonorità brasiliane con parti cantate e recitate in lingua yoruba e portoghese, la cantante brasiliana ha proseguito il suo percorso con l’apprezzato “Roots” del 2016. A cinque anni di distanza da quest’ultimo, la ritroviamo con “Le Notti Di San Patrizio. Distorçao Do Tempo, nuovo album che raccoglie otto brani inediti, prodotti ed arrangiati da Roberto "Red" Rossi (batteria, flauta, vibrafono, basso, fender rhodes e percussioni) e registrati presso al Capanno di Castel San Pietro (Bo) con la partecipazione di Daniele Santimone (chitarre elettrica e sette corde, basso), Massimo Zaniboni (sax e flauto). Come lascia intendere il titolo, il disco ha preso vita durante una serie di notti in sonni nelle quali Nilza ha registrato diversi frammenti e bozzetti vocali, ora servendosi del telefonino ora ancora con Audacity, e pian piano si sono evoluti in brani veri e propri dalla travolgente carica sonora. Rispetto ai dischi precedenti, il pathos e il misticismo che avvolge le interpretazioni vocali della cantante brasiliana si è fatto ancora più intenso e serrato e questo grazie all’eccellente lavoro in fase di costruzione degli arrangiamenti compiuto da Roberto “Red” Rossi. Sotto il profilo concettuale, i brani si muovono attraverso tematiche differenti dalla lotta al razzismo alla condanna della guerra, dal fanatismo all’intolleranza, per toccare dure invettive contro la cattiveria di cui cade vittima l’uomo, nel contempo però emerge un raggio di speranza nel rapporto con la natura e nel coraggio di non smettere mai di combattere le proprie battaglie. L’ascolto si apre con il singolo “Resistance”, un brano proposto quasi in versione work in progress snodandosi dal bozzetto vocale iniziale e che man mano si evolve in un crescendo ritmico guidato dalla voce della Costa. Si prosegue con l’afro-jazz di “Oxelù ko ni se”, in cui spicca il sax di Zaniboni e la perfetta tessitura ritmica di Rossi, e le sperimentazioni di “Odè em transe” per giungere alla sognante ed evocativa “Maresia” dedicata al mare. Il ritmo si fa ancor più movimentato con il climax percussivo di “Awà”, altro singolo di lancio del disco, che ci accompagna verso il finale con il breve intermezzo di “Disastre”, l’irresistibile “Elegbarà” e quel gioiellino che è “Choro Des Aguas” che suggella un ottimo disco che incrocia world music e jazz, non senza uno sguardo alla ricerca musicale e alla sperimentazione.
Salvatore Esposito
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Sud America e Caraibi