Un’estate a Lu Mbroia, dove gli artisti si sentono a casa

Un breve accordo di note richiama il silenzio e invita ad accomodarsi. La “sala” è gremita. Le virgolette sono d’obbligo, dato che ci troviamo all’aperto, in una deliziosa radura di ulivi e querce. Ed è anche immobile, nonostante la pioggia si affacci sommessamente e si ritiri a fasi alterne. Non siamo in un teatro - questo si è capito - ma neanche in un qualunque spazio per concerti. Il luogo che ci accoglie è una campagna nascosta nell’entroterra di Corigliano d’Otranto, in provincia di Lecce, “Lu Mbroia”, un progetto fondato dal musicista e cantautore Massimo Donno, che ne cura la direzione artistica con la cantante e cantutrice Alessia Tondo. Un luogo di artisti nel quale altri artisti e appassionati di musica si danno appuntamento come in un ritrovo domestico. Qui, non ci si capita per caso. Chi lo frequenta, lo sceglie per la qualità della proposta ma anche per il “mood” informale, al quale contribuisce l’identità del luogo, rispettata il più possibile nei lavori di allestimento, tra ulivi, fichi d’india, palme, nespoli, peri e un agrumeto divenuto area food, con gli attrezzi originali della vecchia campagna recuperati e messi a fare da scenografia, zappe, vanghe, griglie e lo “scalandrune”, la lunga scala che campeggia in orizzontale sul palcoscenico. 
Lo stesso nome del luogo, “Lu Mbroia”, richiama in realtà la toponomastica della contrada. Non manca neanche l’abbaio del cane del vicino di campagna che si affaccia alla rete divisoria, perché il posto nasce così, autenticamente “domestico”, vicinato compreso. E piace anche per questo. L’occasione che ci porta qui un sabato di metà settembre è “Nauna Fest”, la festa di Nauna cantieri musicali, uno degli ultimi appuntamenti della stagione che ha accolto, in tutto, settanta eventi a partire da maggio, con un pubblico numeroso ma contingentato, nel rigore dovuto dalla pandemia. Una serata che riunisce alcuni degli artisti dell’etichetta discografica fondata da Dario Muci ed Enza Pagliara, a loro volta tra i protagonisti della scena popolare salentina. Il maestro mandolinista Antonio Calsolaro e Massimiliano De Marco - uno degli allievi prediletti - aprono il concerto con ricercate e gradevoli melodie da barberìa, così diverse dal mainstream della riproposta popolare. Il testimone passa poi a Miro Durante, che presenta i brani del suo disco “A te sarò per sempre”, in un mix di poesia pura – quella dei brani del disco, dalla scrittura essenziale e mai banale - sapientemente unita a verve paesana. «Jeu vau pacciu pe li cani»(“io vado pazzo per i cani”) commenta, strappando un sorriso al pubblico, quando l’abbaio della simpatica creatura torna a infilarsi nelle note dell’ensemble. 
I Licci – Roberto, già musicista del Canzoniere Grecanico Salentino e fondatore dei Ghetonia, una delle colonne del movimento di riproposta, ed Emanuele, una delle voci più note della scena recente, componente del CGS guidato da Mauro Durante - si presentano a vicenda al pubblico de Lu Mbroia rimarcando i rispettivi ruoli, tra il serio e il faceto: «mio padre, Roberto Licci», «mio figlio, Emanuele». «E lo Spirito Santo!» suggeriscono dal pubblico. Poi, si uniscono a loro Enza Pagliara e Dario Muci per una speciale proposta dal disco “Suddissimo”, quasi un manifesto della serata e del luogo. In effetti, l’intero appuntamento sintetizza bene lo spirito de Lu Mbroia, un luogo di scambi e di intersezioni, al cui interno trovano spesso posto manifestazioni con una propria peculiare identità, ospitate e coprodotte da Lu Mbroia. Come il festival “Le notti di Perseo”, organizzato dal 2017 con i Radiodervish, e “Le vie del melograno”, diretto da Nabil Bey, compositore di origine palestinese, voce storica dei Radioderwish, entrambi legati a musica e parola dei Paesi del Mediterraneo. Non mancano eventi “eterodossi”, come “La notte bianca dell’ipocondria” o serate di stand-up comedy, ma lo “zoccolo duro” resta il vasto universo autoriale della musica di ispirazione popolare e della world music, con spazi aperti al cantautorato e alla musica sperimentale in generale. 
È figlia del luogo, invece, “La banda de Lu Mbroia”, nata dalla scommessa di reinterpretare brani estranei alla tradizione bandistica. «Ho trascorso l’infanzia in questa campagna, che è quella che mio nonno coltivava per conto di altri proprietari e che a un certo punto ha potuto acquistare – racconta Massimo Donno - negli anni dell’Università, tornato da Roma e da Bologna qui d’estate mi capitava di organizzare house concert, grazie al passaparola tra amici. Nel 2013 ho pensato di rendere questo spazio un luogo di ritrovo stabile. In quello stesso anno era uscito il mio primo disco, “Amore e marchette” (Lupo Editore, ndr), l’ho presentato molto in giro e ho dovuto notare, purtroppo, che fatta eccezione per teatri e rassegne molto strutturate, mancavano luoghi in cui la musica non fosse che un contorno di qualcos’altro. Mi interessava restituire priorità all’ascolto. Così, l’estate seguente abbiamo aperto. Poche cose, ma essenziali: separare l’orario della cena da quello dei concerti, richiedere un piccolo biglietto d’ingresso, anche per stimolare la partecipazione di un pubblico realmente interessato». Dopo sei anni dall’inizio del progetto, al quale hanno collaborato diverse persone – tra gli altri, anche il fratello di Massimo, Alessandro - dallo scorso anno si è unita al gruppo Alessia Tondo, che condivide con Massimo Donno 
la direzione artistica, senza denigrare accoglienza, cucina, allestimento del palcoscenico e altri aspetti organizzativi all’occorrenza. Una lunga conoscenza, iniziata con l’album “Amore e marchette” di cui Alessia è una degli ospiti, e proseguita negli anni con diverse collaborazioni artistiche e una solida amicizia. «Mi fa piacere sentire, da parte di tanti musicisti arrivati qui per un concerto, che da noi si sentono a casa - commenta Donno - è successo così con Nabil, è successo così con Alessia, due delle persone passate anche “dall’altra parte” della macchina organizzativa». Tra i primi ospiti de Lu Mbroia, nel 2014, Riccardo Tesi, poi negli anni, tra gli altri, Lucilla Galeazzi, Xavier Girotto, Gabriele Mirabassi, Unavantaluna, Alessandro D’Alessandro, Daniele Sepe, Giuliana De Donno, Mirko Signorile. Artisti per i quali spesso diviene quasi naturale fermarsi a Corigliano, se impegnati in altri concerti in Puglia, o che hanno il piacere di poter presentare qui un progetto nuovo a carattere più sperimentale. E decisamente sperimentale è stata la rassegna “Programmazione dal basso”, la novità di questa estate, con duetti inediti decisi dal voto degli utenti. «Ci sono molti artisti che hanno talmente tanto da dire che è giusto ascoltarli in vari modi - commenta Dono - poi, molto spesso è lo stesso pubblico dei nostri associati che, finiti i concerti, viene a condividere con noi i suoi desideri sulla programmazione... abbiamo pensato di seguirli fino in fondo e di creare un progetto vero e proprio, che ha messo insieme mondi e linguaggi musicali diversi: è stato un grande spazio spontaneo di sperimentazione, proprio come è nello spirito de Lu Mbroia»

Giorgia Salicandro

Foto di Daniele Met

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