Marcello Peghin
(“Mare e Miniere”, Portoscuso, Giugno 2021)
Foto di Valerio Corzani
“Ascoltai un disco di Egberto Gismonti per l’etichetta ECM e rimasi colpito dalla sonorità della sua chitarra a 8 corde, poi in altri lavori iniziò a usare la 10 corde aumentando le possibilità espressive. Da un lato veniva potenziato lo sviluppo nel registro basso e intervallando corde acute tra la decima e l’ottava si potevano realizzare pedali su diversi registri. Tutto questo aveva già acceso il mio interesse, ma la decisione di comprare il decacordo (così è chiamata) avvenne dopo l’ascolto delle suite per liuto di J. S. Bach incise dal chitarrista classico svedese Goran Solscer con una chitarra contralto a 11 corde. Suonava i bassi originali dell’opera con un risultato per me superiore alla sei corde, così intrapresi lo studio della musica classica per poi poter padroneggiare il repertorio Bachiano”.
Marcello Peghin
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