Marisa Monte – Portas (Sony, 2021)

La canzone “Pra Melhorar”, a chiusura del disco, ben cattura l’anima di “Portas”: racconta un sole che fa sparire le nuvole cupe, una luce che indica la fine del tunnel e ispira desideri, che torna a riempirti il petto con la voglia di cantare. Un paio di ottave sotto la linea melodica perfettamente intonata da Marisa Monte si intreccia alla sua voce quella di un basso profondo che rimanda alle sonorità dei Tribalistas. Questa volta la voce è quella di Seu Jorge e, poco dopo, ad ampliare con grazia gli orizzonti arriva la figlia di Seu Jorge, Flor, entrambi coautori del brano. Insieme restituiscono perfettamente l’attenzione per le relazioni interpersonali e intime che attraversa l’album insieme al desiderio di coltivare sentimenti positivi e parole di speranza. A dieci anni di distanza dall’ultimo disco registrato in studio come solista (“O que você quer saber de verdade”), “Portas” festeggia i cinquantaquattro anni di Marisa Montes e raccoglie sedici brani germogliati negli ultimi cinque anni, arricchiti dall’arte di Marcela Cantuária che li illustra con colori caldi e vivaci nei video (che offrono anche i versi e gli accordi dei brani) e nella copertina dell’album. L’ “effetto Tribalistas” attraversa anche “Calma”, il primo singolo ad essere stato presentato; ma questa volta il compagno di avventura non è Carlinhos Brown (presente in un paio d’occasioni nell’album alle percussioni), ma il figlio Chico Brown: compositore in cinque brani, polistrumentista in nove brani. Oggi ventiquattrenne, alle prese con le registrazioni per il suo primo lavoro solista, Brown racconta così questa collaborazione: "Per me è stato un onore ed una gioia molto grande poter partecipare a questo lavoro di Marisa. Da bambino la andavo a trovare con mio padre accompagnandolo alle prove musicali”. A partire dal 2016, nacquero i brani "Em qualquer tom" e "Medo do perigo" e via via tutti gli altri e le numerose collaborazioni, da Dadi Carvalho, (Novos Baianos) a Pretinho da Serrinha. Il nuovo disco avrebbe dovuto essere lanciato nel 2020, ma le misure relative al Covid-19 hanno allungato i tempi e registrazioni – fra ottobre e aprile - alternando sessioni in presenza a collegamenti virtuali. “Inizialmente, la mia idea era quella di viaggiare fra Brasile e Stati Uniti e di dar vita lì ad un secondo gruppo musicale”. – ricorda Marisa Monte – “Non è stato possibile. Ci sembrava valesse comunque la pena tentare con registrazioni da collegamento remoto. Arto Lindsay è divenuto co-produttore di due brani ed ha coinvolto il suo gruppo. “Calma” e “Portas” sono state registrate così, col gruppo di Arto in uno studio nella 37th Street a New York e noi in collegamento da Rio. Le altre registrazioni da remoto sono avvenute a Lisbona, dove Marcelo Camelo ha curato gli arrangiamenti, e da Los Angeles, dove ha registrato Flor”. Il resto delle registrazioni ed arrangiamenti (“Deja Vu”, “Pra Melhorar”) si sono svolti a Rio sotto la direzione del maestro Arthur Verocai, coinvolgendo anche il trombonista Antonio Neves, e una sezione ritmica con Davi Moraes a chitarre e vocoder, Dadi al basso e Jorginho Gomes alla batteria. Un brano era pronto, ma la produzione ha preferito non includerlo nel disco e lanciarlo in futuro: si tratta di “Vento sardo”, in collaborazione con Jorge Drexler, ed è stato registrato a Barcellona e Madrid. Ma tutto l’album è all’insegna di collaborazioni e di un ampio ventaglio di registri: “A Língua dos Animais” (con Antonio Neves a guidare i fiati) e “Portas”, coinvolgono l’altro tribalista Arnaldo Antunes e Dadi Carvalho; “Quanto Tempo” schiera Pretinho da Serrinha e Pedro Baby, co-autore anche di “Elegante Amanhecer”; “Praia Vermelha” è scritta con Nando Reis; “Totalmente Seu” coinvolge Silva, sia al piano, sia per la parte compositiva che ben si presta agli interventi orchestrali che caratterizzano anche altre canzoni (“Espaçonaves”, “Sal”, Você não liga”), curati con sensibilità ed intelligenza da Marcelo Camelo. Non cercate oltre: ecco il disco per l’estate. 


Alessio Surian

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