Amparanoia, la formazione animata dalla cantante e autrice Amparo Sánchez, di origine andalusa, riappare con la pubblicazione di un nuovo, intrigante album: “Hymnopsis colectiva”, il cui piacevole incedere è trascinato dalla voce sensuale della leader, insieme alle melodie catturanti, alle danze e ai ritmi ispirati alle pulsazioni della cumbia, agli interventi scatenati di ottoni balcanici.
Amparo Sánchez ha iniziato giovanissima la carriera musicale a Granada insieme ai Correcaminos, con un repertorio che abbracciava il blues e il reggae, la ranchera messicana e il rock e il punk; con loro ha pubblicato “El poder de machin”. Negli anni Novanta si è trasferita a Madrid dove è nata Amparanos del Blues, formazione con cui ha girato in tour in Spagna ed anche in Marocco e in Francia. Il progetto Amparanoia ha visto la luce alla fine degli anni Novanta con la pubblicazione di “Feria Furiosa” in cui viene messa a punto la fusione tra modelli europei e sudamericani, il mestizaje che caratterizza le sue espressioni musicali. Nei suoi testi la Sánchez trasmette anche un messaggio sociale rispetto all’uguaglianza di genere facendo da portavoce della lotta per i diritti delle donne attraverso l’adozione di un atteggiamento positivo e una maggiore consapevolezza di sé stesse. L’amicizia e la collaborazione artistica con Manu Chao hanno dato un forte impulso alle sue produzioni musicali curandone diversi progetti. Alla fine degli anni Novanta, Amparo è a Cuba per raccogliere materiale a cui ispirarsi per nuove composizioni e con Manu Chao ha viaggiato in Messico tra le comunità zapatiste. La cronologia dei suoi album vede “Somos viento” (2002), “Enchilao” (2003), “Rebeldía con alegría” (2004), “La vida te da” (2006) ultimo album in studio e poi “Seguire caminando” (2008) in cui riassume la sua carriera artistica con due CD e un DVD. Riappare come solista in “Tucson-Habana” (2010) registrato insieme ai Calexico, Alma de Cantaora (2012) e “Espìritu del Sol” (2014) ancora con i Calexico. Non meno importante è il suo impegno come produttrice con la casa discografica Mamita Records, attraverso la quale, creando un clima di collaborazione e condivisione artistica, promuove anche altri artisti tra i quali Abuela Margarita, Sara Curruchich, Juan Pinilla, Queenky Potras. “Himnopsis colectiva” vede il progetto di Amparanoia rimesso in piedi dopo un tour di tre anni, in viaggio tra rumba, son cubano, reggae, ska e mariachi. Nell’album la Sánchez è accompagnata dalla sua band, composta da: Willy Fuego (chitarra), Carmen Niño (basso), Angie Lofer (piano), Maylin Jojoy (batteria) e José Alberto Varona (tromba ) e da ospiti come Xárate (percussioni), Edu Espín Pacheco (chitarra flamenca), Don Tomasino (tromba), Ignacio Tapia Rodríguez (tuba), Fito Dongarra (fisarmonica), Julián Saldarriaga (chitarra elettrica) e Yeyo (cori). Dalle note dei tredici brani di “Himnopsis colectiva” si sprigionano grande energia e un invito a vivere pienamente la vita in tutte le sue sfaccettature rappresentando il senso della fiesta. Anche i testi, interpretati dalla voce potente, grintosa ed espressiva di Amparo e supportati dai ritmi latinoamericani e balcanici, sono un inno alla gioia. A chi scrive piace ricordare le parole che si rincorrono in “El dìa que no” dedicata al tempo: El dìa que no escriba una cancion es un dìa perdido/El dìa que non vibre con la musica es un dìa perdido/El tiempo es todo lo que tengo/El tiempo es todo lo que quiero/El dinero no puede comprar. E il canto di un gallo in apertura e una banda di ottoni sommano ulteriori vibrazioni aggiungendo melodia e un ineguagliabile ritmo alla spiccata musicalità del brano. In chiusura d’album il breve e suggestivo “Estrellas”, solo voce e chitarra, che si affida alla sonorità del testo, alla dolcezza della melodia e alla voce roca di Amparo. “Himnopsis colectiva” richiama la situazione collettiva attuale in cui siamo tutti un po' ipnotizzati da così tante informazioni, incertezze, paure. Attraverso alcune canzoni possiamo svegliarci e cercare di vedere la realtà da un altro punto di vista, è il pensiero della Sánchez. Un bel ritorno discografico per Amparanoia, con la spensieratezza caleidoscopica dei ritmi rutilanti e delle linee melodiche che “acchiappano”, il richiamo forte ai ritmi tradizionali sudamericani, un tocco non invasivo di effetti elettronici, la voce empatica e calda di Amparo. Per ricaricarsi di energia positiva.
Carla Visca