Kudsi Erguner & Lâmekân Ensemble – Fragments des Cérémonies Soufies. L’invitation à l’extase (Seyir Muzik, 2021)

I brani qui amorosamente raccolti da Kudsi Erguner, solista di flauto ney di formazione mevlevî e compositore di fama planetaria, sono dei “frammenti”, come dice il titolo, tratti da alcune delle composizioni musicali per le cerimonie (âyın) dei dervisci mevlevî, meglio noti in Occidente come “dervisci rotanti”, nate tra il XV e il XX secolo. Erguner si è ispirato soprattutto a quegli incontri conviviali con musica detti ‘âyın-ul cem (“cerimonia della comunità”) che si tenevano la sera, più spontanei e meno prefissati rispetto alle occasioni canoniche, nei quale si suonava e si cantava sull’onda dell’ispirazione mescolando tra loro brani diversi. Alla luce delle candele di questi incontri serali e della loro sim/patia, egli ha isolato alcuni “frammenti” connettendoli poi tra loro secondo il loro comune modo musicale, creando così delle mini suites. Il maestro è attorniato da un gruppo di giovani e brillanti cantori e musicisti, orientali-occidentali, che piace poter citare uno a uno: Tristan Driessens al liuto ‘ûd, che è anche il direttore artistico dell’etichetta Seyir Muzik, giunta qui alla sua undicesima pubblicazione; Ridvan Aydınlı, canto e flauto ney; Abdurrahman Duzcan, canto; Burak Savaş, canto e violino; Hakan Erkaraman, canto; Muhittin Kemal Temel, cetra pizzicata kanun; Ruben Tenenbaum, violino; Damla Aydın, violoncello; Robbe Kieckens, timpani kudum e tamburo a cornice bendir; Simon Leleux, timpani kudum e piatti halile. Il lettore curioso può aver già avuto modo di ascoltare alcuni di questi giovani in alcuni dei sei CD-book pubblicati da Nota Edizioni nella collana “Intersezioni musicali” dell’IISMC Fondazione Cini di Venezia. 
Il primo brano, intitolato “Rast-Pencgâh”, si apre con la lode (naat) a Mevlanâ composta in modo (makam) Rast da Mustafa Itrî Dede (1640-1711), eseguita in modo molto libero ed ispirato dalle voci di Ridvan Aydınlı, Abdurrahman Duzcan e Hakan Erkaraman, seguita da un’improvvisazione (taksîm) di flauto ney eseguita da Kudsi Erguner che modula e conduce al primo di molti frammenti tratto dal terzo Selâm (“salutazione”) dell’antica cerimonia anonima (beste-i kadim) in modo Pencgâh su testi di Rûmî. Il secondo brano, intitolato “Makam Beyati”, si apre con le improvvisazioni di Tristan Driessens all’‘ûd e di Burak Savaş al violino che introducono un nuovo frammento, tratto, questa volta, dal primo Selâm della cerimonia in modo (makam) Beyati composta da Kücek Derviş Mustafa Dede (?-1688) su testi di Rûmî, conclusa da un vivace Yürük Semai in 6/8. Il terzo brano, “Makam Segah”, si apre con un taksîm al violoncello di Damla Aydın che conduce al primo Selâm dalla cerimonia in makam segah composta da Mustafa Itrî Dede, incontrato più sopra, per poi passare al terzo Selâm dalla cerimonia in modo Hüzzam composto da Hammamizâde İsmail Dede (1778-1846) su testi di Rûmî e Aflaki Dede (?-1360) conclusi dal Segah Son Peşrev e dal travolgente Segah Son Yürük Semai in 6/8. 
Il quarto brano, “Makam Hicaz”, si apre con un’improvvisazione a due ney di Kudsi Erguner e Ridvan Aydınlı che conducono al primo Selâm tratto dalla cerimonia in modo Hicaz composta da Kutb-un Nây Osman Dede (1642-1729) che modula in un frammento dal terzo Selâm della cerimonia in makam Beyati composta da Kücek Derviş Mustafa Dede su testi di Rûmî per risolvere, infine, nei conclusivi e vorticosi Hicaz Son Peşrev e Hicaz Son Yürük Semai in 6/8. Il quinto brano, “Makam Acemaşiran”, inizia con un taksîm al kanun di Muhittin Kemal Temel che introduce il preludio (Peşrev) in modo Acemaşiran, composto da neyzen Salih Dede (1818-1888), che porta poi al terzo Selâm dalla cerimonia in questo stesso modo composta da Huseyin Fahreddîn Dede (1854-1911) su testi di Rûmî, concluso da un Acemaşiran Son Yürük Semai in 6/8. Il sesto brano, “Makam Ferahfeza”, si apre con un taksîm di Kudsi Erguner al flauto ney che conduce al terzo Selâm tratto dalla cerimonia in questo makam composta da Hammamizâde İsmail Dede (1778-1846) su testi di Rûmî, conclusi dai brillanti e vorticosi Ferahfeza Son Peşrev e Son Yürük Semai composti da Zeki Mehmet Ağa (1776-1846). Proprio come una cerimonia, il CD si conclude con la cantillazione del Corano (7), qui proposta da Abdurrahman Düzcan, e con l’invocazione detta Gülbang (8) affidata allo stesso Erguner. Complessivamente in tutto il CD si coglie la maturità e la statura artistica del maestro che ovunque introduce, commenta, punteggia in modo toccante i brani con il suo flauto ney, ma allo stesso modo emerge il talento e la profondità dei suoi giovani amici e allievi, capaci di ritrovare assieme a lui la fonte viva della tradizione, di là dai tradizionalismi. 


Giovanni De Zorzi

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