Beppe Gambetta in “Compagni di viaggio” con Ellade Bandini, Paolo Giovenchi, Mark Harris e Antonio Marangolo, Alessandria, Piazza Giovanni XXIII, 14 luglio 2021

Siamo abituati ad ascoltare Beppe Gambetta nelle vesti di one-man band, e l’idea di vederlo con una band è sembrata da subito un’occasione da non perdere. Il progetto “Compagni di viaggio” è, in effetti, un evento speciale, nato originariamente per il Teatro Nazionale di Genova con lo scopo di rivalutare le eccellenze musicali italiane, coinvolgendo quattro musicisti sideman di grandi cantautori italiani, che di solto stanno alle spalle dell’artista principale: Ellade Bandini, Paolo Giovenchi, Mark Harris e Antonio Marangolo. In questo spettacolo questi grandi musicisti hanno invece la libertà non solo di esprimersi, ma anche di proporre quelle musiche che fanno parte delle loro passioni. Tra queste passioni troviamo certamente il jazz, che più volte emerge durante la serata, a partire dal sax di Marangolo in “Avant le Desert”, e soprattutto in una grande jam session, in cui tutti i musicisti mettono in luce le loro doti, sia tecniche sia di fantasia. Un’altra passione che accomuna questi musicisti è il blues, presente in scaletta con una cover di “I sing um the way I feel” (J.B. Lenoir) in cui Mark Harris sfoggia la sua anima black sia alla voce sia al piano, con Giovenchi che accompagna alla slide. 
Harris, che abbiamo conosciuto negli anni Ottanta al fianco di Enzo Jannacci come pianista folle e scatenato (Jannacci lo presentava come “più pazzo di me”), propone anche, da solo al pianoforte, un brano intimo e coinvolgente, dall’impronta quasi classica, scoprendo un altro lato del suo talento che molti non conoscevano. Non manca ovviamente la grande canzone d’autore italiana, visto il curriculum dei musicisti sul palco. In apertura di serata arriva “Il Bandito e il Campione”, e non poteva esserci scelta migliore, visto che il brano di Luigi Grechi De Gregori, portato al successo dal fratello Francesco, racconta una storia ambientata proprio in provincia di Alessandria, in cui spicca ovviamente la chitarra di Paolo Giovenchi. A ognuno dei suoi compagni di viaggio, Gambetta chiede di proporre un brano da eseguire insieme, scelto nel repertorio dei grandi cantautori con i quali hanno collaborato, e le presentazioni di questi brani diventano anche la scusa per raccontare simpatici aneddoti sui loro incontri. Mark Harris sceglie “Vengo anch’io, no tu no” di Enzo Jannacci, l’artista con cui dice di essersi divertito di più in assoluto, per una versione spumeggiante cantata da Gambetta. 
Antonio Marangolo (direttore per otto anni dell’orchestra di Paolo Conte) propone “Sotto le stelle del jazz”, la band s’immerge nelle atmosfere contiane con classe, e il sax avvolge la voce di Gambetta. La scelta di Paolo Giovenchi va ovviamente al repertorio di De Gregori, artista che accompagna da oltre venti anni, proponendo in duetto con Gambetta una versione acustica di “Alice”, in cui i due si alternano alla voce e agli assoli di chitarra. Non sorprende la bravura di Ellade Bandini per chi l’ha visto e sentito all’opera dietro la sua batteria dietro i più grandi cantautori italiani: sempre perfetto e preciso, senza strafare, discreto ed essenziale. La sua batteria ha accompagnato davvero tutti, dai cartoni animati ai più grandi cantautori, tra i quali sceglie Fabrizio De André, di cui ricorda con affetto i momenti di lavoro. Il cantautore genovese è ricordato simpaticamente anche Mark Harris con un aneddoto risalente al loro primo incontro in sala di registrazione, quando scambiò Bubola per il cantante, e De André per il produttore, salvo ricredersi appena lo sentì cantare con quella voce unica. Dal repertorio di De André scelgono due brani, la divertente e scanzonata “A dumenega” e “Ottocento”, uno dei suoi
brani più difficili, che pochi hanno provato a eseguire dal vivo. Scelta che si rivela indovinata, con una versione convincente, diventando non solo un bellissimo omaggio a De André, ma anche un regalo al pubblico alessandrino, che ha la possibilità di ascoltare un brano diverso dalla solita cover. Gambetta definisce i suoi “compagni di viaggio” come la band più incredibile al mondo, e ne approfitta per proporre con il loro supporto anche alcuni brani del suo ultimo disco Where the Wind Blows: un medley tra “Sunrise Melody”/“Wise Old Man”/”Forget About Me Not”, la bellissima “Amica Libertà”, “Dove Tia O Vento” e, in chiusura di concerto, “La Musica Nostra”, un vero e proprio omaggio alla musica e alla vita da musicista. Il bis è quasi una scelta obbligata, quella “Compagni di Viaggio” che ha dato il titolo alla serata, in una versione spumeggiante che dà modo ancora una volta a tutti i musicisti di esibirsi in brevi assoli. Quello che emerge alla fine da questa bellissima serata è l’amore di questi cinque musicisti per la musica, e soprattutto il piacere di suonare insieme, tra amici. Una serata davvero speciale, che al momento non prevede altre repliche. 


Giorgio Zito

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