Anna Sabato – Cantu de lunedì (Autoprodotto, 2021)

Cantante salentina con alle spalle diverse esperienze nell’ambito della musica di riproposta, Anna Sabato giunge al suo debutto come solista con “Canto de lunedì”, album nato dalla collaborazione con il polistrumentista e produttore siciliano Leone Marco Bartolo e Giovanni Epifani (già autore per Mascarimirì e Alla Bua) i quali, oltre vestire i panni di co-produttori, hanno firmato i nove brani in scaletta, curandone rispettivamente la musica e i testi. Registrato, mixato e masterizzato tra gli studi di Giuggianello (LE) e Longi (Me), il disco è stato arrangiato da Leone Marco Bartolo (voce, marranzano, chitarre, grancassa, triangolo e armoniche) e vede alternarsi al fianco della cantante salentina un ampio cast di strumentisti salentini: Michele Bianco (fisarmonica), Claudio Miggiano (chitarrino e armoniche), Asia Macchia (violino), Valentina Giannetta (arpa), Zaira Giangreco (tambureddhu), Carlo “Canaglia” De Pascali (tambureddhu), Francesco Mancini (basso fretless), Federico De Pascali (mandolino) e le voci di Anna Cinzia Villani, Cinzia Marzo, Andreina Capone, Claudia Giannotta, Julia Puretti) e Giuseppe Semeraro (voce narrante). Si tratta di un disco dal sound prettamente acustico che si riflette negli stilemi sonori e compositivi della tradizione, senza cadere nella pretenziosa ricerca della tradizione a tutti i costi, ma piuttosto facendo trasparire un lavoro di puro artigianato sonoro in cui gli arrangiamenti sono volti a far emergere la profondità dei testi. In questo senso, il fortunato sodalizio artistico tra Bartolo e Epifani, già apprezzato in “Ancora Un Pop” del primo e ne “Le giravolte” di Lucia Minutello”, si conferma foriero di felici intuizioni, avendo dato forma e sostanza alle idee e alle ispirazioni della Sabato che ha approcciato l’interpretazione interiorizzando e facendo proprio ogni brano. L’ascolto si apre con la trascinante ed appassionata “La regina de lu reale”, una pizzica pizzica guidata dalla fisarmonica di e dalle corde di Bartolo e De Pascali che suona come un invito al ballo e a cui segue l’intensa ballata narrativa “Otràntu” nella quale vengono ripercorse le vicende degli Ottocento Santi Martiri, giustiziati il 14 agosto 1480 dai soldati turchi che, guidati Gedik Ahmet Pascià, avevano occupato Otranto. Si prosegue con l’intensa “Fonte de vita”, dedicata a Renata Fonte, assessore del comune di Nardò assassinata nel 1984, e alle figlie Sabrina e Viviana Matrangola, e caratterizzata da una linea melodica riflessiva in cui spicca il violino di Asia Macchia. Se “Smeraldu verde mare” è un’istantanea di una pizzica pizzica ballata in riva al mare a Porto Badisco, la successiva “Fiju de l’amore” è un canto appassionato in cui si intrecciano le condizioni di lavoro delle tabacchine e l’amore di una madre verso il proprio figlio. Arriva, poi, uno dei brani più intriganti di tutto il disco “Trama la tela”, uno scioglilingua che sembra giungere da un tempo immemore in cui le voci di Anna Sabato e Anna Cinzia Villani duettano sostenute dal ritmo in crescendo scandito dal marranzano a cui si aggiungono i tamburi a cornice nella parte finale. Di lavoro si canta ancora nel ritratto di un ciabattino in “Mesciu Pippi”, mentre ai ricordi dell’infanzia è dedicata la ronda sull’aia di “Masseria de San Gennaru” in cui la voce di Anna Sabato incontra quella inconfondibile di Cinzia Marzo, accompagnate dal ritmo travolgente tamburi a cornice di Zaira Giangreco e Carlo “Canaglia” De Pascali. Chiude il disco, “Lu nziddhu” una pizzica per tamburreddu e armoniche dedicata a Biagio Panico, costruttore di tamburi a cornice di Torrepaduli. “Cantu de lunedì” è, dunque, un’ottima opera prima, un lavoro realizzato con passione e dedizione sia dal punto di vista musicale che da quello concettuale. 


Salvatore Esposito

1 Commenti

Nuova Vecchia