Il termine WON deriva da un lemma coreano intraducibile letteralmente in altre lingue ma evocante il concetto che esprime la riluttanza da parte di una persona a lasciar andare un’illusione. L’idea di tradurre in musica tutto questo è stato la base di partenza del percorso di ricerca che hanno dato vita al progetto WON3, trio jazz nato in Svizzera dall’incontro tra il Luca Lo Bianco (contrabbasso e basso elettrico) e Silvano Borzacchiello (batteria) con Dario Carnovale (piano, Rhodes). Partendo dai rispettivi background artistici, i tre strumentisti hanno dato vita ad un intenso percorso di ricerca sonora sia sotto il profilo corale che da quello improvvisativo, giungendo a cristallizzare il lavoro svolto nell’album “Thoughts In The Fridge” nel quale hanno raccolto otto composizioni originali in cui convergono elementi come ironia, lirismo e imprevedibilità. Registrato tra il 17 e il 18 luglio 2019 all’Artesuono Recording Studio di Cavalicco (Ud), il disco si caratterizza per arrangiamenti dal moderno taglio acustico, perfetti nell’incorniciare le otto tracce che, nel loro insieme si snodano, sinuose e rassicuranti. Si tratta di un lavoro dall’innegabile fascino il cui ascolto cattura sin dalle prime note, i cui brani sono sostenuti dal perfetto interplay guidato dalla batteria di Borzacchiello e dal contrabbasso di Lo Bianco in cui si inserisce il lirismo del piano di Carnovale. Aperto dalla avvolgente title-track in cui spicca la brillante linea melodica, il disco ci regala una bella dose di buone vibrazioni con la divertente “Are you All The things?”, guidata dal Rhodes di Carnovale, a cui segue la poesia senza tempo di “Inganni e Ritardi”. Se “Kintsugi” vede la sezione ritmica supportare magistralmente le belle frasi di piano, la successiva “Notturno” è un brano onirico ma pervaso da una atmosfera oscura, spezzata dall’irruzione del ritmo brillante di “Interpolation” in cui ancora una volta apprezziamo tutte le potenzialità del trio. La torrida “Dani Celere (Ma Non Troppo)” ci conduce alla conclusione affidata alla dolcissima ballad dagli echi latin “Dolomiti Alto Samba”, giusta chiusura di un lavoro assolutamente rappresentativo dello stato dell’arte del trio e delle sue grandi potenzialità espressive.
Salvatore Esposito
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