4mxDub/Antonella Maisto – Samar (Hazy Musica&Progress, 2020)

Cantante napoletana dal timbro intenso e melismatico, Antonella Maisto si è formata in ambito jazz presso la St. Louis School di Roma per dedicarsi dapprima alla musica lirica e successivamente a quella world e trad, animata dalla passione per il fado. I primi passi del suo percorso artistico risalgono all’età di quindici anni quando il fratello la coinvolge nei Vottafoco, e non è un caso che, ancora oggi sottolinei di essere una “… cantante per caso, poi per destino…”. Successivamente, infatti, il suo cammino è proseguito attraverso numerose esperienze musicali, come l’apprezzato quartetto di fado portoghese Alma Lusa e l’ensemble Gunà Percussion di cui è voce solista, a cui si aggiungono le diverse collaborazioni con Enzo Gragnaniello, Raiz, Eugenio Bennato, Peppe Lanzetta, Karl Potter e Franco Del Prete, per giungere alla più recente con Ugo Gangheri & Nomadìa. A distanza di oltre dieci anni da “… di Terra”, il suo album di debutto, la cantante campana torna con “Samar”, disco nato dalla collaborazione con il produttore 4mxDuB al secolo Mario Formisano (basso, tastiere, programming, electronic, dub master), storico bassista degli Almamegretta, ed inciso con la partecipazione di Michele Signore (violino, mandoloncello e lira pontiaca) e Umberto Maisto (chitarra classica e chitarra portoghese). Rispetto alla sua opera prima come solista, questo nuovo lavoro ha un taglio più personale, come sottolinea la stessa Antonella Maisto: “Con “Samar” porto alla luce un altro lato della mia isola interiore. Il mio desiderio è quello di poter fondere sogni antichi con altri nascenti. Samar è l’isola di questo mio nuovo oceano”. Un nuovo percorso di ricerca sonora di cui, insieme a 4mxDuB, esplora nuove rotte dando vita ad un viaggio onirico tra presente, passato e futuro che ci conduce attraverso il Mediterraneo che si dipana da Napoli al Salento, dai Balcani a Coimbra per giungere in Africa. Un itinerario che solo in apparenza ricalca quello di tanti altri dischi usciti negli anni, ma che l’ascolto rivela come originale nel suo fascino accattivante e nelle sue suggestioni. Gli undici brani di cui si compone il disco sono, infatti, gli approdi di un cammino dell’anima in cui la cantante napoletana fa propria ogni composizione, regalandoci riletture sempre feconde di belle intuizioni. La sua vocalità intensa e raffinata è esaltata nella potenza evocativa dalle architetture sonore costruite dagli arrangiamenti di 4mxDuB in cui dub ed elettronica incontrano gli strumenti acustici. Ad aprire il disco è la sinuosa versione in crescendo di “E’ passata la vernata” di Carlo d’Angiò dal repertorio dei Musicanova, a cui segue il mash-up tra il tradizionale yemenita “Dala dala” e “Jesce Sole” in cui i suoni del Medio Oriente incontrano quelli di Napoli. Si approda, poi, in Portogallo con “O primeiro Canto” dal repertorio di Dulce Pontes in cui spicca l’ottima prova vocale della Maisto avvolta dalla tessitura sonora delle corde, sostenute dal pattern ritmico dell’elettronica. Se “Liberazione” arriva dal songbook di Enzo Avitabile riportandoci a Napoli, la successiva “Ederlezi”, nota al grande pubblico nella versione di Goran Bregović, ci conduce nei Balcani regalandoci uno dei vertici interpretativi del disco. Solcando l’Adriatico giungiamo nella Grecia Salentina con la bella resa di “Aremu an me gapa” ma è già tempo di prendere il largo verso il Mali con “Kanou” di Fatoumata Diawara. L’amore per il fado riemerge nella gustosa “Minh’alma” che fa da preludio all’unico brano inedito del disco “’nzuonno” che lascia intravedere quali potrebbero essere i nuovi territori che la cantante napoletana esplorerà nel prossimo futuro. Il finale ci riporta ancora in Africa con “Saya” di Sona Jobarteh a cui segue “Ninnananinnanoe’” di Pino Daniele in una splendida versione acustica per basso e voce. Insomma, “Samar” è un lavoro di ottima fattura e l’auspicio è quello che possa diventare l’occasione per far conoscere la cantante napoletana ad un pubblico ancora più ampio. 


Salvatore Esposito

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