De Sfroos – Manicomi rimastrizzàa 25° anniversari (MyNina/Artist First, 2020)

E' l'inizio degli anni Novanta quando il giovane chitarrista e cantante Davide Van De Sfroos (Davide Bernasconi), reduce dall'esperienza con i Potage, incontra il bassista Alessandro Frode (Alessandro Giana). I due strumentisti hanno tante belle idee da mettere in cantiere e ad accomunarli è il desiderio di raccontare le storie e i personaggi che popolano i paesi che si affacciano sul Lago di Como e per farlo coltivano l'ambizione di sperimentare l'utilizzo del dialetto lagheè, variante comasca del lombardo, diffuso anche nelle aree del Canton Ticino. La scelta di De Sfroos come nome del gruppo rimanda al gergo dei contrabbandieri che di frodo attraversavano il confine con la Svizzera, e nel contempo sembra catturare alla perfezione la capacità di tradire la tradizione musicale locale, mescolando il dialetto con sonorità che spaziano dal rock al folk fino a toccare lo ska e il reggae. A completare la line-up si aggiungono anche Lorenzo Mc. Inagranda (Lorenzo Livraghi)(violino, mandolino e banjo), Marcu De La Guasta (Marco Pollini)(flauto e sassofono) e Fabietto Stralüsh (batteria), successivamente sostituito da Didi Murahia (Arturo Bellotti) e in breve tempo la loro musica si diffonde in tutta la scena lombarda arrivando anche nel vicino Canton Ticino. Pian piano il repertorio di brani originali in lagheè si arricchisce e si affina e, nel giro di due anni, i De Sfroos danno alle stampe due musicassette “Ciulandàri!” nel 1992 e “Viif” nel 1994 che vendono ai concerti e circolano tra i fan in semiclandestinità. La vera svolta arriva nel 1995 quando dalle valli lariane, i De Sfroos si recano a Milano per registrare “Manicomi”, il loro primo album, presso gli studi Officine Meccaniche di Mauro Pagani. 
Quando il disco arriva sul mercato, i brani sono già ampiamente rodati dal vivo e ben noti al pubblico e il successo, almeno localmente, non tarda ad arrivare grazie anche ai tanti concerti che seguono la pubblicazione. La critica però li ignora, nonostante il disco suoni particolarmente accattivante dal punto di vista non solo musicale ma anche affabulatorio, presentando in nuce le premesse per l'esplosione del talento composito di Davide Van De Sfroos. Qualche tempo dopo il gruppo conosce un periodo di stasi e di lì a poco, senza livori personali o liti, l’esperienza si esaurisce e ben presto “Manicomi” finisce per diventare una rarità, un oggetto di culto per i collezionisti. A distanza di venticinque anni, grazie all’interessamento di Gianpiero Canino, manager di Davide Van De Sfroos, i componenti del gruppo si ritrovano in una locanda sul Lago di Como e davanti ad un bicchiere di vino e un risotto, il cerchio si chiude e arriva la decisione di festeggiare degnamente i cinque lustri dalla pubblicazione di “Manicomi” con una ristampa del disco. Unico assente è Marcu De La Guasta (Marco Pollini) scomparso prematuramente nel 2017 e a cui è dedicato l’album, ma non manca la voglia di tornare istintivamente a suonare insieme e ritrovare le emozioni vissute in quel lontano 1995. Rimasterizzato presso gli studi della RSI Radio Televisione Svizzera, “Manicomi” è, così, tornato sul mercato in una imperdibile edizione deluxe con doppio Lp e cd, oltre che naturalmente in digitale e in streaming su tutte le piattaforme. L’ascolto ci offre la possibilità di scoprire le versioni originarie di brani, entrati stabilmente nel repertorio solista di Davide Van De Sfroos da “Anna” a “Zia Luisa” passando per “De Sfroos” e “La Curiera” fino a toccare “Poor Italia”, nelle quali emergeva già netto il suo originale storytelling legato alle storie e ai personaggi che popolano il suo immaginario lacustre. Di brano in brano si compone una sorta di concept album in cui alle immagini, al racconto e ai ritratti sono legate riflessioni profonde sulla vita, sul desiderio di riscatto degli emarginati e il passare del
tempo e nel contempo si aprono a temi universali come la guerra, l’amore e il senso di appartenenza alla propria terra. Dal punto di vista musicale il lavoro di rimasterizzazione ha certamente giovato agli arrangiamenti che ora lasciano intravedere ancor più nettamente la capacità dei De Sfroos di districarsi tra sonorità differenti. Ad aprire è “Anna”, un brano dal taglio country-rock in viene raccontata la drammatica vicenda di una donna che ribella alle violenze di un uomo finendo per sparargli. Si prosegue con il disagio vissuto dai malati di mente nei manicomi della title-track e la trascinante “Zia Luisa” spinta dai fiati ska che fanno capolino nel ritornello. Se “Lo sconcio” e l’ironica “La curiera” ci regalano momenti di puro divertimento con il loro susseguirsi di immagini divertenti, “Ave Maria” è un reggae irresistibile che arriva dritto da quel “Ciulandàri!” che aveva aperto l’avventura dei De Sfroos. Altro brano cardine del disco è lo ska in salsa folk “De Sfroos”, diventata negli anni successivi un pezzo immancabile nei concerti di Davide Van De Sfroos, mentre “El temp el passa” è riflessione sullo scorrere del tempo nella quale il ritmo si fa meno sostenuto. Il trascinante ska-punk “Spara Giuvann” ci introduce a “La Frontiera” che dovrebbero ascoltare quanti hanno sostenuto erroneamente un appoggio della Lega da parte di Davide Van De Sfroos. Si torna alle atmosfere punk con “Kamell” ma è solo un momento perché arriva prima “Poor’ Italia” che anticipa di venticinque anni le critiche ai tuttologi dei social e poi il gustoso blues swingante de “La Furmiga”. Le atmosfere irish di “Nonu Aspis” e la storia scura di “Diávul” chiudono un disco che a distanza di venticinque anni suona ancora attualissimo nei temi e nelle sonorità che oggi appare ancor più determinante in funzione della successiva carriera come solista di Davide Van De Sfroos. Insomma, per quanti hanno amato e amano i dischi del cantautore lagheè, l’ascolto di “Manicomi” è assolutamente consigliato, così come lo è per quanti vogliano cominciare a scoprirlo risalendo indietro nel tempo. In attesa di ascoltare il nuovo album di Davide Van De Sfroos, consigliamo anche, per chi ha la possibilità, di non perdere i concerti della reunion dei De Sfroos. 


Salvatore Esposito
Foto 3 di Enza Procopio

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