Agnese Valle – Ristrutturazioni (Maremmano Records, 2020)

L’Italia è un Paese pieno di talento artistico; e per quel che ci riguarda, cioè per quanto riguarda la musica di qualità, più si decreta la morte della canzone d’autore, più si moltiplicano gli esempi, le possibilità, le scelte, le proposte, rendendo lo scenario sempre più ricco e sorprendente. Forse dovrebbe morire, casomai, quella facile abitudine di esprimere banalità, luoghi comuni e false verità. Ma soprattutto ciò che dovrebbe morire è l’incapacità all’ascolto di chi invece, nel mondo della comunicazione, le orecchie avrebbe il dovere di tenerle bene aperte. Un disco come “Ristrutturazioni” della cantautrice romana Agnese Valle, per esempio – grazie alle sue sonorità elettroniche e certi rimandi al pop anni Settanta, ma anche grazie ad alcune scelte e linee melodiche (dovute alla produzione della stessa artista e di Pasquale Citera) - avrebbe tutte le carte in regola per aprire ogni porta chiusa dei network nazionali. Questo album infatti arriva diretto, ha ritmo e ha cantabilità; alcuni brani come Fame d’aria o La Terra sbatte, ma anche come il Tonno, potrebbero diventare immediatamente delle hit se qualcuno ancora si prendesse la briga di ascoltare. E parlando di qualcuno ci riferiamo agli addetti ai lavori e non certo al pubblico della Valle: un pubblico di qualità che cresce ogni giorno – basterebbe seguirla nei live – e che ne apprezza le doti vocali e di musicista clarinettista. E a questo punto anche la sua capacità di scrittura. Sia chiaro: giunto al suo terzo album non siamo di fronte ad una esordiente, ma ad una cantautrice matura, che pure conserva la freschezza e il vigore della gioventù. Tutto quello che si ritrova di intelligente e creativo in “Ristrutturazioni” si lasciava immaginare – a volte con timidezza, altre con decisione – anche nei due album precedenti, peraltro molto diversi l’uno dall’altro ed entrambi di ottima realizzazione e intenzioni. Ma qui, a parere di chi scrive, ci troviamo di fronte ad un’opera notevole, soprattutto per quel che riguarda la scrittura. Questo è davvero un disco autorevole. Agnese Valle, infatti, riesce lucidamente a creare una immagine chiara mentre segna il percorso di vita di una donna, analizzandolo da più punti di vista: quello umano, quello interiore, quello sociale e quello civile; una donna – ed è questo che davvero più piace – che si muove in questo mondo, in questa nostra epoca, in questa nostra Italia. Ritroviamo tutto quello che serve: paura interiore e sociale (La Terra sbatte e Cortocircuito), ansia (fino al vero e proprio panico nella già citata Fame d’aria), amore, crepe sui tetti (Come la punta del mio dito), disincanto, Morte (davvero toccante è L’ultima lettera dell’astronauta), corruzione, disillusioni personali e politiche (Al banchetto dei potenti), aria che arriva (la scelta della cover di Ventilazione di Fossati è perfetta e piace il modo in cui senza reverenze la si reimmagina oggi, nel tempo presente, con suoni nuovi), ricordi, consapevolezze, nuove direzioni (Il Tonno, che ci piace tanto per la semplicità del messaggio che manda: quell’andare controcorrente, quel mettere in discussione anche la propria natura in nome di una scelta di vita: rischiare di morire per non morire, che è poi il paradosso di ogni mente creativa) ed infine un nuovo equilibrio. Che si spera però non sia definitivamente il presente descritto dall’ultimo brano, Scivola; il presente non può essere mai un obiettivo, ma, casomai, un equilibrio dinamico prima di ripartire: una pausa per prendere “aria” (che in fondo è il tema base di questo disco). Ed è quello che va augurato ad Agnese Valle: di ripartire dopo questo passaggio. Perché dopo aver ristrutturato la casa è bene intraprendere un nuovo viaggio. Se in questo album infatti arriva libera, essenziale, definita, coraggiosa questa bella voce femminile che decide di cantare se stessa e la propria visione del mondo, senza paura nella narrazione e nel linguaggio, ci aspettiamo nel prossimo di vedere definitivamente libero e senza briglie il sound, già sulla ottima strada e alla ricerca di nuove soluzioni in queste dodici proposte: un po’ come quando si scrive, bisogna prima imparare ogni regola e saperla rispettare in maniera impeccabile. Solo quel giorno la si potrà buttare definitivamente a mare. E questa è una cosa che Agnese Valle saprà fare del tutto molto presto, perché è una professionista che studia, che fa esperienza, che si mette in discussione, che parte e ricomincia ogni volta con passione e determinazione: l’unico modo davvero per riuscire. Intanto questa ristrutturazione è venuta davvero molto bene: vale proprio la pena di venire a vedere la casa, vale proprio la pena di ascoltare questa opera piena di groove, di idee, di ironia, di amore e di bellezza. 


Elisabetta Malantrucco

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