Mario Mariani – V.I.T.R.I.O.L. (Intemporanea Records/ThinkClouds/The Orchard, 2020)

Pianista eclettico e raffinato compositore, Mario Mariani si è formato in ambito classico presso il conservatorio “G. Rossini” e si è segnalato al pubblico per il suo approccio non convenzionale al pianoforte che prevede l’utilizzo di oggetti sonori e performativi come biglie, frullini e catene che gli consentono di ricercare nuove potenzialità espressive nello strumento. Nel corso del suo lungo ed articolato percorso artistico, ha spaziato attraverso ambiti musicali differenti dalla musica contemporanea alle colonne sonore per il cinema e la televisione, oltre che a mettere in fila una serie di pregevoli lavori discografici come “The Soundtrack Variations” del 2017 e “The Rossini Variations” del 2018. A distanza di due anni da quest’ultimo, lo ritroviamo con V.I.T.R.I.O.L., quinto album in carriera il cui titolo emblematico rimanda all’acrostico alchemico “Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem” ovvero “Scendi nelle viscere della terra e operando con rettitudine troverai la pietra nascosta”, la pietra filosofale in grado di risanare la corruzione della materia. Si tratta di un album frutto di una lunga gestazione cominciata nel 2010, quando il pianista si immerge in una avventura unica al mondo, decidendo di ritirarsi a vivere per un mese all’interno della Grotta dei Prosciutti, a 1100 mt. sulla vetta del Monte Nerone, tra Marche e Umbria. Insieme a lui, solo il suo pianoforte mezzo coda e lì pian piano prendono vita le prime composizioni che rappresentano oggi la struttura portante di questo album. A distanza di dieci anni proprio nei giorni del lockdown, mentre la sua Pesaro è colpita pesantemente dalla pandemia da coronavirus, Mariani riprende in mano il progetto e lo completa con nuovi brani, sfruttando il riverbero campionato della Grotta dei Prosciutti, per ricrearne l’atmosfera sonora. L’ascolto ci restituisce certe atmosfere che permeavano il suo secondo album “Elementalea”, registrato in un bosco, ma andando più a fondo si scopre tutta la profondità dell’ispirazione alla base di ogni traccia, nate da un processo creativo che l’autore definisce “composizione Istantanea Transpersonale” ovvero porsi in uno stato ricettivo nell’attesa che suoni, visioni, simboli e archetipi si mettano in comunicazione. L’ascolto si dipana attraverso dieci brani che rappresentano altrettante tappe di un immaginifico cammino iniziatico di purificazione, un viaggio all’interno del proprio Io, volto ad abbandonare le cose inutili per raggiungere l’essenza del nostro cuore. Le composizioni nate dieci anni prima rappresentano, così, la discesa fisica ed interiore nel ventre della terra, mentre quelli più recenti in un gioco di rimandi continui, ne evocano la risalita verso la Luce dell’illuminazione. Aperto dalla rarefatta “Litofonie”, nella quale si colgono gli echi e le atmosfere che si percepiscono in una grotta, il disco si svela in tutto il suo fascino con “L’antro delle Ninfe” della quale colpisce l’elegante struttura compositiva. Se “Omphalos” è pervasa da evocazioni sinistre e misteriose, la successiva “La lingua degli uccelli” è un inno alla libertà degli uccelli con il cinguettio riprodotto dalle reiterazioni delle sequenze musicali. Uno dei vertici del disco arriva con la splendida “Malâmatî”, ispirata ad una peculiare corrente del Sufismo, e caratterizzata da un complesso arrangiamento nel quale fanno capolino echi di musica araba e sonorità che rimandano alla trance dei dervishi. La riflessiva “Ikiperu”, ispirata al mito della dea ctonia Cupra e la melodia notturna di “Nocturnalia” ci introducono ai rumorismi delle ardite architetture compositive di “Speleosonata” e alla sofferta “De profundis”, brano dal valore simbolico in cui si cela il valore profondo del rapporto tra morte iniziatica e rinascita spirituale. La lunga suite “V.I.T.R.I.O.L.” che si snoda ipnotica per ventiquattro minuti tra sperimentazioni sonore e melodie decostruite chiude un disco di grande spessore musicale e culturale. Una delle opere più interessanti e coraggiose ascoltate negli ultimi anni. 


Salvatore Esposito

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